Lavare frutta e verdura, sbucciarla quando è possibile, è abbastanza per rimuovere del tutto o in parte i pesticidi? A partire da questa domanda e dalla curiosità di residui chimici presenti sulla frutta, l’associazione dei consumatori francese Que choisir ha commissionato analisi da laboratorio su 150 campioni, trovandovi sopra residui di oltre 500 pesticidi.  Mele, pere, uva e fragole sono i frutti analizzati, che hanno dimostrato una percentuale dell’80% di contaminazione. Tra queste anche alcuni lotti provenienti dall’Italia.
I campioni italiani
In particolare dal nostro Paese sono stati analizzati 19 lotti di uva, di cui 12 bianca e 7 nera, e 3 di pere. Nel caso dell’uva, ne escono con il massimo dei voti quasi tutte le varietà coltivate con metodo biologico, cosa che non stupisce, dato che questo metodo si basa proprio sull’assenza di sostanze chimiche, ma per tre lotti il giudizio si ferma a “buono”, voto riservato ai frutti trovati con “meno di 5 molecole, senza particolare allerta sulla loro tossicità ”. Preoccupa rilevare che tra le uve non bio ben due lotti sono risultati “scarsi”, che corrisponde a “più di 10 molecole, molte delle quali fortemente sospettate di essere pesticidi, e / o anche qualche probabile sostanza chimica cancerogena; e/o limite massimo di residui superato”. Mediamente più basse le performance delle pere italiane analizzate (tutte non bio): solo una risulta “buona”, seguita da “medio” e un “mediocre”.
Pesticidi dentro il frutto
Per quanto riguarda la possibilità di eliminare i residui sciacquando la frutta e sbucciandola quando possibile, Que choisir ha eseguito un test su otto lotti di mele, dividendo ciascuno in tre gruppi. Il primo è stato analizzato allo stato grezzo, il secondo dopo il lavaggio (strofinando le mele sotto un getto d’acqua per 10 secondi) e il terzo dopo essere stato sbucciato. I risultati sono deludenti: sui campioni non lavati sono state rilevate 9 molecole, su quelli lavati il numero diminuisce solo di un’unità (8 molecole rilevate) e la quantità complessiva diminuisce del 12%. Nel caso delle mele sbucciate, contengono in media 6 molecole e l’importo è dimezzato. Secondo Que choisir, ad opporsi all’eliminazione dei pesticidi con questi metodi si oppone il fatto che si tratta di prodotti “sistemici”. Vengono applicati in particolare nel rivestimento del seme o nel terreno e progettati per penetrare all’interno della pianta, rimanendo per tanto nel frutto. Inoltre, i pesticidi che rimangono invece sulla parte esterna del frutto sono scarsamente solubili in acqua.