Sì all’estensione dell’indennizzo a favore delle persone affette dalla sindrome da talidomide: anche i nati nell’anno 1958 e 1965 potranno fare richiesta – retroattivamente al 1° gennaio 2016 – di indennizzo previsto dalla legge 244/07 che ha riconsciuto il risarcimento ai soggetti affetti da sindrome da talidomide nella forma dell’amelia, dell’emimelia, della focomelia e della micromelia, nati nella fascia temporale compresa tra il 1959 e il 1965. Ad estendere la platea degli aventi diritto è stata la legge sugli enti locali.
Cos’è la talidomide?
Venduto negli anni 1950 e 1960, la talidomide veniva prescritto come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Il farmaco, però, non fu mai sperimentato su animali in stato di gravidanza prima che venisse approvato il suo impiego nelle donne incinte.
Pochi anni dall’immissione in commercio, a partire dal 1961 nelle diverse nazioni dove c’era in uso questo farmaco si notò un incremento di anormalità fetali che per lo più i sanitari correlarono, all’epoca dei fatti e verosimilmente secondo un criterio temporale, all’uso, anche occasionale di tale sostanza in donne gravide. Il farmaco fu ritirato dal commercio alla fine del 1961, dopo essere stato diffuso in 50 Paesi sotto quaranta nomi commerciali diversi. Per effetto della talidomide, somministrato appunto a donne nei primi mesi di gravidanza, sono nati migliaia di bambini colpiti da mancato sviluppo degli arti (focomelia) o da altre gravissime deformità . Per questo motivo nel 2007, dopo una battaglia durata anni, si diede il via libera al riconoscimento della malattia e all’indennizzo alle persone affette escludendo i nati nel 1958 e il 1965 perché si considerava – a torto, come ha dimostrato la nuova legge – che in quegli anni il farmaco non avesse avuto le conseguenze negative sulla salute dei feti.