I promotori della campagna “Secrets toxiques” lanciano un appello all’Efsa per rendere più efficaci i controlli sulle sostanze tossiche annidate nei pesticidi e difficilmente rintracciabili. A monte della petizione c’è uno studio francese pubblicato sulla rivista Food e Chemical Toxicology che svela elementi dannosi per la salute all’interno dei composti usati per i fitofarmaci, ma non indicati sulle etichette. I ricercatori Gilles-Eric Séralini e Gerald Jungers scienziati hanno analizzato 14 formulazioni di erbicidi prive di glifosato mediante spettrometria di massa, trovando metalli pesanti come arsenico, rame, piombo, nichel. In 12 di essi sono stati rilevati anche idrocarburi policiclici aromatici; alcuni di loro sono cancerogeni riconosciuti dalla Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), come il benzo (A) pirene. Il problema, secondo lo studio è che “sul campo viene utilizzata la formulazione completa, e non solo il principio attivo dichiarato, che fino ad oggi è stato studiato da solo per la tossicità a lungo termine. Il lavoro futuro sulla tossicità dei pesticidi per le valutazioni normative dovrebbe includere lo studio formulazioni”.
L’appello sostenuto dagli europarlamentari
Come riporta AgriFoodToday, dopo essersi rivolta alla giustizia francese con l’obbiettivo di far ritirare dal mercato tali prodotti, Secrets toxiques, ha coinvolto diversi eurodeputati dei Verdi, dei Socialisti e democratici e della Sinistra per chiedere l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea di modificare il tipo di valutazione per l’immissione in commercio dei fitofarmaci. L’appello, sottoscritto dagli europarlamentari, chiede all’Efsa di valutare “la composizione completa del prodotto, ovvero l’effetto cumulativo del principio attivo dichiarato con tutti gli altri componenti del prodotto”, così come già fa lo Iarc.
La questione dell’effetto cocktail
Il riferimento è all’effetto cocktail, cioé alla possibilità che più residui entro i limiti di legge, nella sommatoria possano diventare nocivi per la salute. Su questo, però, l’Efsa in uno studio del 2019 che in via preliminare aveva definito quello del multiresiduo non un problema perché i livelli riscontrati non sarebbero pericolosi per la salute. Posizione ben diversa da uno studio internazionale a cui ha partecipato anche Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che dice l’opposto. Per questo i promotori di “Secrets toxiques” chiede all’agenzia Ue di usare nelle sue valutazioni sui fitofarmaci “tutte le pubblicazioni scientifiche, compresi i pareri Iarc”, e non solo quelle contenute nei documenti degli stessi produttori di pesticidi.
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