L’esecutivo dell’UE sembra pronto a portare avanti un “nuovo approccio” alle autorizzazioni delle colture geneticamente modificate (GM) sulla scia della persistente mancanza di supporto politico per la tecnologia nel Parlamento europeo. Da tempo, infatti, va avanti lo scontro tra le due istituzioni proprio a causa degli ogm. A novembre scorso, gli europarlamentari hanno chiesto all’esecutivo di non autorizzare l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti a partire da soia Ogm SYHT0H2 (SYN-ØØØH2-5).
In effetti, chi ha memoria sa che non è la prima volta che va in scena lo scontro tra le due istituzioni europee sugli organismi geneticamente modificati. Solo il 2 ottobre scorso, infatti, la Commissione ha approvato – contraddicendo una risoluzione del Parlamento europeo del 14 maggio scorso in cui si chiedeva non procedere all’approvazione – l’importazione e la commercializzazione nell’Ue di una varietà di soia transgenica della Bayer, destinata a cibi e mangimi.
Adesso, sembra che ci sia l’interesse da parte della Commissione europea a cambiare rotta. In risposta alle critiche del Parlamento sulle autorizzazioni delle colture GM, un portavoce della Commissione ha dichiarato a EURACTIV che l’esecutivo sta “riflettendo su un nuovo approccio in materia di autorizzazioni degli OGM che sia allineato all’ambizione politica fissata dal Green Deal europeo e dal Farm to Fork Strategia.”
“Questo approccio, in particolare, garantirebbe che i prodotti immessi sul mercato dell’UE diventino sempre più sostenibili”, hanno aggiunto.
Eppure c’è chi non crede a questo ravvedimento della Commissione europea come l’eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi: “Questo è un copione che va avanti negli ultimi cinque anni, con la Commissione Europea che continua a fare proposte per l’approvazione degli OGM e il Parlamento Europeo che li respinge nel suo ruolo di voce dei cittadini d’Europa” ha detto aggiungendo che “è giunto il momento per la Commissione di ascoltare la voce dei rappresentanti dei cittadini europei e di smettere di autorizzare gli OGM nell’Unione europea, in barba ai principi della democrazia”.
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Dello stesso avviso anche Federica Ferrario, responsabile agricoltura di Greenpeace: “La storia è vecchia. Fino ad oggi – spiega – il Parlamento ha respinto 50 richieste di autorizzazione ma puntualmente, anche con la maggioranza degli stati membri contrari la Commissione europea ha autorizzato le richieste”. Non è la prima volta – continua la Ferrario – che si parla di una maggiore democraticizzazione delle procedure di autorizzazione ma sarebbe opportuno che ciò avvenisse in entrambi i sensi. Se in materia di ogm di stati membri pretendono dalla Commissione maggiore rigore, dovrebbe essere altresì in materia di pesticidi neonicotinoidi dove, assistiamo ad una querelle a parti invertite: l’esecutivo è molto rigido mentre gli stati membri vanno avanti a suon di proroghe.
Dal canto suo, la Commissione continua ad affermare di stare “adempiendo ai propri obblighi legali e sta procedendo con tutte le domande in sospeso, che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso essere sicure”. In effetti non si può sottovalutare che l’Agenzia, proprio nel bel mezzo di questo braccio di ferro, è intervenuta sostenendo che non c’è nessun bisogno di aggiornare le linee guida Ue per la valutazione del rischio per le nuove tecniche di ingegneria genetica applicate alle piante, i cosiddetti nuovi Ogm. Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, infatti, le tecniche di gene editing non sono più pericolose della selezione vegetale tradizionale e delle tecniche transgeniche (Ogm).