La Commissione agricoltura della Camera chiude le porte al rischio di aprire la strada alla coltivazione di Ogm, vecchi e nuovi, in Italia grazie all’approvazione condizionata di tre decreti tecnici presentati dal ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali. I pareri della commissione (con il voto favorevole della maggioranza e contrario dell’opposizione) sono stati approvati con la richiesta di espungere tutte le parti che fanno riferimento a Ogm e ai cosiddetti “nuovi” Ogm (ottenuti tramite le New breeding techniques – Nbt). La pressione degli ambientalisti ha ottenuto un importante risultato.
Sbarrato il passo agli Ogm
Nel parere 211 sulla produzione a scopo di commercializzazione e la commercializzazione di prodotti sementieri per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Ue, viene chiarito che “l’inserimento, nello schema di decreto legislativo in esame, di disposizioni inerenti gli Ogm appare non coerente con i principi e criteri direttivi contenuti nell’ articolo 11, comma 1, della legge di delega sopra richiamata, dove non si fa riferimento alcuno alla necessità di disciplinare gli organismi geneticamente modificati, che rappresentano un settore omogeneo a parte, che dovrebbe, al più, essere oggetto di un distinto provvedimento”.
Salvo lo scambio di sementi tra contadini
Il relatore della proposta, Luciano Cillis del M5s, spiega: “Nelle condizioni inserite abbiamo inserito una nota che tutela lo scambio di materiale genetico tra agricoltori, quando questo non si presenti come scambio commerciale, ma solo come equo baratto. Cioè quello che avviene da quando l’uomo fa l’agricoltore”. Un punto importante, che era tra quelli che preoccupava di più le 25 associazioni, tra cui Wwf, Aiab, Legambiente Greenpeace, che si erano opposte all’approvazione dei decreti tecnici.
No agli Nbt
Nel parere 212 sul decreto legislativo recante norme per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione della vite per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Ue, invece, viene chiarito che: “il divieto di coltivazione degli OGM deve ritenersi esteso, coerentemente alla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 16 luglio 2018, anche ai prodotti ottenuti mediante l’impiego di “nuove tecniche di miglioramento genico” (New breeding tecniques-NBT), o genome editing, in considerazione degli elevati rischi per l’ambiente e la salute umana”. Il parere positivo è condizionato dal fatto che “sia introdotta all’articolo 1 una disposizione diretta ad escludere espressamente dal perimetro di applicazione del provvedimento le varietà geneticamente modificate”. “Adesso i pareri della Commissione – spiega Cillis – che hanno un valore stringente tornano al Mipaaf, che deve tenerne conto”.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente