
Il Tar della Lombardia ha bocciato le delibere emanate dall’Arera che permetteva gli utenti vulnerabili di rientrare nel servizio a tutele graduali, più conveniente per loro. A ricorrere contro la norma erano state Enel, Edison e Illumina
Il Tar della Lombardia ha bocciato le delibere emanate dall’Arera che permetteva gli utenti vulnerabili di rientrare nel servizio a tutele graduali, più conveniente per loro. A ricorrere contro la norma erano state Enel, Edison e Illumina La delibera era stata introdotta dall’Autorità di Regolazione per energia reti e ambiente per consentire agli utenti vulnerabili del mercato libero dell’elettricità e del servizio tutelato dell’energia di rientrare nel sistema a tutele graduali, se lo ritengono più conveniente.
Un risparmio mancato di 113 euro
La stessa Arera, dopo aver fatto un po’ di calcoli, aveva stimato lo scorso febbraio che passando alle tutele graduali, gli utenti vulnerabili avrebbero potuto risparmiare fino a 113 euro l’anno.
Le motivazioni della sentenza
Ora il Tar Lombardia ha annullato le delibere di Arera 10/2025 e la successiva 48/2025 perché “l’Autorità non solo non ha stimato il potenziale numero di clienti vulnerabili che avrebbe esercitato la facoltà di chiedere l’accesso, ma non ha nemmeno valutato l’impatto che l’art. 24 della Legge 193/2024 – attuata secondo le contestate modalità definite dall’Autorità, senza prevedere meccanismi di compensazione, avrebbe avuto sull’equilibrio economico-finanziario degli esercenti il Stg a fronte del prevedibile aumento dei costi operativi e dei costi efficienti, componenti essenziali della tariffa”. In poche parole, per non danneggiare le casse dei fornitori di energia, si impedirà a una fascia di italiani, già in difficoltà, essendo “vulnerabili”, di accedere a un risparmio consistente in bolletta.
Consumerismo: Ancora una volta Enel e gli altri si prendono gioco della politica
Secondo Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit, “Ancora una volta gli operatori energetici, grazie al loro strapotere, si prendono gioco della politica. Non fa ridere tanto che lo faccia un operatore privato, ma quando ciò arriva anche da Enel, società (quotata in Borsa) partecipata dal Ministero dell’economia, si capisce che la politica ha veramente poca rilevanza nei confronti degli operatori con partecipazione pubblica”,