140 pesticidi vietati in Europa nelle banane che finiscono nei nostri piatti

PESTICIDI VIETATI BANANE

Residui di pesticidi vietati nell’Ue trovati in banane e spezie in Germania. Foodwatch denuncia l’effetto boomerang di chi esporta sostanze tossiche che poi tornano nei piatti degli europei.

Un recente rapporto di Foodwatch ha rivelato la presenza di residui di 140 pesticidi vietati nell’Unione Europea in alimenti venduti sul mercato tedesco. L’analisi, basata su oltre 18.000 campioni, ha mostrato che circa il 6% conteneva tracce di queste sostanze, con una particolare incidenza in banane, mango e spezie. In particolare, due terzi delle banane analizzate risultavano contaminate.

Tra i pesticidi rilevati figurano l’ossido di etilene, vietato in Europa dagli anni ’80 per la sua cancerogenicità e capacità di danneggiare il Dna, e il carbendazim, un fungicida genotossico riscontrato in basilico, peperoncini e mango. Nonostante il divieto, queste sostanze continuano a essere prodotte ed esportate da aziende europee verso paesi come India, Brasile ed Egitto, per poi rientrare nel mercato europeo attraverso prodotti importati.

L’effetto boomerang

Questo fenomeno, noto come “effetto boomerang“, è stato denunciato da diverse organizzazioni, tra cui PAN Europe, che da anni chiede un divieto totale all’esportazione di pesticidi vietati nell’UE. Nel 2020, PAN Europe ha evidenziato come le aziende europee approfittino di normative meno restrittive in paesi terzi per vendere pesticidi considerati troppo pericolosi per l’uso in Europa, mettendo a rischio la salute delle popolazioni locali e l’ambiente.

La Commissione Europea aveva promesso nel 2020 di porre fine a questa pratica nell’ambito della Strategia per la sostenibilità dei prodotti chimici, ma finora non sono state adottate misure concrete. Nel frattempo, il Parlamento Europeo ha votato contro la decisione della Commissione di continuare a permettere l’importazione di alimenti contenenti tre pesticidi vietati.

L’assenza di un divieto all’esportazione e l’importazione di alimenti contaminati rappresentano un doppio standard che mina la credibilità delle politiche europee in materia di salute e ambiente. Come sottolineato da foodwatch, è inaccettabile che sostanze vietate per la loro pericolosità vengano comunque prodotte ed esportate, per poi ritornare nei nostri piatti attraverso prodotti importati.

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È urgente, ripetono le organizzazioni ambientaliste, che la Commissione Europea mantenga le promesse fatte e adotti misure concrete per vietare l’esportazione di pesticidi vietati e garantire che gli alimenti importati siano privi di queste sostanze. Solo così, tra l’altro, si potrà proteggere la salute dei cittadini europei e delle popolazioni dei paesi terzi, oltre a tutelare l’ambiente a livello globale.

La coalizione di ONG e sindacati guidata da PAN Europe continua a fare pressione affinché l’UE ponga fine a questa pratica, sottolineando che fermare l’esportazione di pesticidi vietati non comporterebbe significative perdite economiche per l’Europa, ma avrebbe un impatto positivo sulla salute e sull’ambiente nei paesi importatori.