Salmonella nel pollo, un problema (non solo) francese

SALMONELLA

I risultati del monitoraggio francese sulla carne di pollo, mostrano una lieve diminuzione delle contaminazioni da salmonelle, campylobacter e clostridioides difficile. Ma il problema è lontano dall’essere risolto. E in Italia il nostro test segnalava una situazione più grave

Sono stati pubblicati i risultati di un’operazione di sorveglianza in Francia che ha rivelato il tasso di contaminazione della carne fresca di pollame in vendita al dettaglio.

In Francia, Salmonella e Campylobacter sono i due principali agenti batterici responsabili di infezioni alimentari, mentre Clostridioides difficile viene spesso isolato nelle feci di pazienti con disturbi digestivi. Il pollame è riconosciuto come un serbatoio per tutti e tre questi patogeni.

Un piano ufficiale di sorveglianza, organizzato dalla Direzione generale per l’alimentazione (DGAL) nel 2022, ha aggiornato i dati relativi alla presenza di Salmonella e Campylobacter nei prodotti di pollame con pelle (cosce) e senza pelle (cotolette) venduti al dettaglio, raccogliendo anche dati su Clostridioides difficile.

La prevalenza di Salmonella, Campylobacter e Clostridioides difficile è risultata essere rispettivamente dello 0,9% su 2.435 unità, del 49,2% su 2.425 unità e dello 0,9% su 465 unità. Per tutti i patogeni, la prevalenza è risultata più elevata nei prodotti con pelle.

Per quanto riguarda il Campylobacter, è stato osservato un effetto stagionale: la percentuale di campioni positivi era inferiore in inverno rispetto alle altre tre stagioni.

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Risultati su Campylobacter e Salmonella

Le analisi sui livelli di Campylobacter hanno mostrato che il 28% delle cotolette e il 31% delle cosce erano contaminate con meno di 10 unità formanti colonia per grammo (CFU/g). Tuttavia, il 2,4% delle cosce e lo 0,2% delle cotolette superavano i 1.000 CFU/g, valore che rappresenta la soglia per i criteri igienici nei macelli.

Non esistono limiti normativi in Europa per Campylobacter o Clostridioides difficile nella carne di pollo fresca venduta al dettaglio. Tuttavia, esistono regolamenti specifici per Salmonella Typhimurium e Salmonella Enteritidis nella carne di pollame fresca.

Per quanto riguarda Campylobacter, i criteri igienici prevedono l’analisi di campioni della pelle del collo delle carcasse di pollo da carne. A partire da gennaio 2025, non più di 10 campioni su 50 dovranno superare il limite di 1.000 CFU/g.

I livelli di contaminazione da Campylobacter sembrano essere diminuiti rispetto a un piano di controllo simile condotto nel 2009. Secondo gli scienziati, questo calo potrebbe essere dovuto all’introduzione della normativa europea sui test per Campylobacter nei macelli.

Delle 2.425 unità analizzate, 1.192 sono risultate positive per Campylobacter. Clostridioides difficile è stato rilevato solo in quattro dei 465 campioni analizzati.

Tra i campioni positivi a Campylobacter, 344 cotolette e 370 cosce presentavano meno di 10 CFU/g. Un totale di 187 campioni di cosce superava i 100 CFU/g e tre campioni superavano i 10.000 CFU/g. Per le cotolette, 22 campioni avevano livelli superiori a 100 CFU/g.

I risultati hanno inoltre evidenziato 23 campioni positivi a Salmonella su 2.435 unità analizzate. Sono stati identificati sette diversi sierotipi, tra cui Salmonella Infantis, Salmonella Agama e Salmonella Derby. In 10 campioni positivi a Salmonella è stata rilevata anche la presenza di Campylobacter.

La prevalenza di Salmonella nei prodotti a base di pollo da carne venduti al dettaglio era stata stimata all’1,7% nel 2009 e all’1,2% nel 2010. Il valore attuale dello 0,9% indica un ulteriore calo della contaminazione.

Il test del Salvagente del 2022: il caso Salmonella Infantis

Nel maggio 2022,  Il Salvagente aveva pubblicato i risultati di un’indagine su 24 campioni di carne di pollo fresca acquistati presso vari supermercati e discount. I test di laboratorio hanno evidenziato la presenza di Salmonella in 7 campioni, pari a quasi un terzo del totale analizzato.

Attraverso la sierotipizzazione, è stato identificato il ceppo Salmonella Infantis, noto per la sua elevata resistenza agli antibiotici, in particolare all’ampicillina, con un tasso di resistenza del 53% in Italia, rispetto a una media europea del 17%.

I prodotti risultati positivi includevano marche note del mercato italiano, tra cui:

  • Conad (petto di pollo intero e in busto)
  • Aia (pollo Diavoletto)
  • Coop Origine (petto di pollo)
  • Esselunga (busto di pollo eviscerato)
  • In’s (busto di pollo Via Tenera)
  • Carrefour (pollo allevato a terra)

Il test ha rivelato una problematica diffusa nel settore avicolo italiano, con la Salmonella Infantis particolarmente presente nei prodotti italiani e caratterizzata da una forte resistenza agli antimicrobici.

A livello normativo, la presenza di Salmonella Infantis nei prodotti freschi non comportava automaticamente un ritiro dal mercato, ma il ministero della Salute aveva inizialmente previsto misure più severe. Tuttavia, dopo la reazione del settore avicolo, tali restrizioni furono mitigate, permettendo la vendita della carne contaminata purché fosse accompagnata dall’indicazione “da consumarsi previa cottura”.

L’indagine del Salvagente ha contribuito a evidenziare come la resistenza agli antibiotici delle salmonelle minori, tra cui Salmonella Infantis, rappresenti un problema crescente per la salute pubblica, sollevando interrogativi sulle politiche di controllo e sull’efficacia delle misure di contenimento adottate dalle autorità italiane ed europee.