Seconda casa: perché le bollette dell’elettricità sono così alte?

BOLLETTA GAS SECONDA CASA

Un lettore ci sottopone le sue bollette dell’elettricità per la prima e per la seconda casa. Una sporporzione tra consumi e cifre da pagare, osserva, che pesa enormemente sulla casa di vacanza. Valentina Masciari (Konsumer Italia) ci spiega come interpretarle

Cari amici,

come sempre un caro saluto a tutti Voi. Oggi ho ricevuto le bollette di Enel Energia e ho verificato la differenza dei costi tra le utenze residenziale e quella di seconda casa. Partiamo da quella residenziale:

  • potenza impegnata 3 KW.
  • periodo: novembre – dicembre 2024
  • consumo fatturato KW. 73
  • addebito su bolletta euro 85,36
Parliamo di seconda casa:
  • potenza impegnata 2 KW
  • periodo: novembre – dicembre 2024
  • consumo fatturato KW 2
  • addebito su bolletta euro 52,05
Domanda : quanto mi costa un KW? Forse nelle seconde case conviene comprare un generatore di corrente a benzina, visto e considerato che le bollette arrivano ogni 2 mesi e il generatore lo usi solo il mese che vai in ferie!
Alessandro Bonora
Caro Alessandro,
abbiamo girato le sue osservazioni a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia. Ecco cosa ci ha risposto.

È comprensibile che il sig. Bonora si chieda perché  paga, in proporzione di più, su un’utenza con un consumo inferiore.

Partiamo sempre dalla regola generale. Dal 2017 in seguito a delibera dell’ARERA, è stata inserita la nuova tariffa TDNR: alle utenze luce non residenti si applica tale tariffa che, sostanzialmente, comporta un aumento delle spese fisse in bolletta, anche se i costi si riducono in proporzione con l’aumentare dei consumi.

Con questa introduzione, sono state apportate modifiche significative ai costi fissi che ogni utente paga (distribuzione e trasporto).

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Prima di tale modifica, vigeva il sistema della progressività dei costi in base ai consumi.

Si applicava la tariffa D2, per le utenze domestiche di residenza, in bassa tensione con potenza impegnata entro i 3kW, e la tariffa D3 per le utenze domestiche non residenti.  Per le abitazioni non residenti, cioè si pagavano dei costi più alti,  in proporzione all’aumentare dei consumi.

La differenza tra utenze residenti e non residenti, in sostanza,  era legata soprattutto ai consumi energetici, mentre oggi il sistema di calcolo è cambiato.

Dal 2017 è prevista una tariffa unica per tutti i kWh, senza aggravi in funzione della quantità di consumi rilevati. Quello che è cambiato, è il calcolo delle spese fisse, e cioè: per i clienti residenti varia in base ai consumi, mentre per i clienti non residenti,  è composto da una quota fissa e  da una quota variabile in base ai consumi,  inserita in nella voce quota energia.

La parte dei costi fissi, penalizza le utenze luce non residenti, con consumi bassi, mentre la seconda diventa più bassa in relazione all’aumento dei consumi. In sintesi, all’aumentare dell’energia usata nell’abitazione non residente, si riduce la differenza tra bolletta luce residente e non residente.

E allora, nelle bollette non residente i costi fissi sono più alti per le abitazioni con consumi bassi, perché la quota fissa incide maggiormente sul totale. Se invece, sempre per un’utenza non residente, i consumi fossero più elevati, la quota dei costi fissi, verrebbe ammortizzata in seguito a tale incremento dei consumi.

La quota fissa per i clienti non residenti, prevede quindi un costo fisso applicato indipendente dall’energia che si usa e anche con consumi pari a zero.

Forse varrebbe la pena considerare di chiudere l’utenza al termine del mese di ferie e riattivarla, per tempo,  l’anno successivo, facendo una valutazione tra i costi che si sostengono per tutto l’anno, e i costi di attivazione dell’utenza