La buona notizia del test svizzero è che le quantità di pesce medie nei bastoncini superano oramai il 60% (il resto è panatura). Quella negativa è che non scompare il glicidolo, potenziale cancerogeno
I bastoncini di pesce, classico intramontabile dei reparti surgelati, sono tornati al centro dell’attenzione grazie a un recente test condotto in Svizzera. Sebbene la composizione e la qualità dei prodotti mostrino segnali di miglioramento, la presenza di contaminanti come il glicidolo continua a destare preoccupazione.
Il test svizzero: buone percentuali di pesce, ma glicidolo nei prodotti
La rivista Bon à Savoir, in una recente analisi, ha testato quindici marche di bastoncini di pesce disponibili nei supermercati svizzeri. I risultati hanno mostrato una media di pesce relativamente alta, tra il 65% e il 68,2%, con un’unica eccezione: i crack sticks di Findus, che contengono meno del 60%. Questo rappresenta un progresso rispetto a un test del 2019 del medesimo magazine, in cui la panatura rappresentava fino al 45% del prodotto.
Nonostante ciò, la presenza di glicidolo, un contaminante considerato cancerogeno, è stata riscontrata in molti campioni. I bastoncini della marca Pelican, ad esempio, ne contenevano fino a 600 µg/kg, una quantità significativa seppur al di sotto delle soglie di rischio acuto per la salute. Solo i bio fish sticks di Coop Naturaplan sono risultati privi di glicidolo, guadagnandosi il miglior punteggio nel test.
Il precedente tedesco: 3-MCPD e glicidolo
Un’analisi condotta dal mensile tedesco Oekotest ad agosto 2023 aveva esaminato 19 marche di bastoncini di pesce. I risultati avevano rilevato in ben 11 casi su 19 gli esteri di acidi grassi 3-MCPD (non cercati nelle analisi svizzere ma anch’essi tossici e legati alla lavorazione di oli e grassi vegetali ad alta temperatura), e in alcuni campioni anche glicidolo.
Il 3-MCPD, classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come “possibilmente cancerogeno”, è noto per causare danni ai reni negli animali da laboratorio. Secondo Oekotest, un bambino di 30 kg che consuma 5 bastoncini potrebbe superare la dose giornaliera tollerabile stabilita dall’EFSA. La frittura preliminare dei bastoncini, seppur breve, sembra essere la principale responsabile della formazione di queste sostanze tossiche.
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Il test italiano: eccesso di panatura nel 2019
Anche Il Salvagente aveva condotto nel 2019 un’analisi su otto marche di bastoncini di pesce. Il risultato più critico era legato alla panatura, che in alcuni casi arrivava a rappresentare il 45% del prodotto totale, lasciando al pesce una parte marginale.
Il tipo di pesce
Se da un lato i test recenti, soprattutto quello svizzero, mostrano un miglioramento nelle proporzioni di pesce, dall’altro la presenza di contaminanti come glicidolo e 3-MCPD rimane una problematica condivisa a livello internazionale. I produttori giustificano i livelli rilevati come conformi alle normative, ma è evidente che tali sostanze pongono rischi cumulativi per la salute, soprattutto nei bambini.
L’aspetto ambientale completa il quadro: molti bastoncini sono certificati MSC, ma permangono riserve sull’effettiva sostenibilità di alcune filiere di pesca e sull’impatto ambientale degli allevamenti, come quello del pangasio biologico in Vietnam, criticato per le condizioni di trasporto e lavorazione.
Questi i tipi di pesce trovati nel test svizzero:
- Pangasio: pesce d’acqua dolce originario del Sud-Est asiatico, proviene da allevamenti vietnamiti nei due prodotti testati che lo contengono.
- Pollock d’Alaska: cresce rapidamente e si riproduce in gran numero, risultando poco sensibile alla pesca intensiva. Nei bastoncini economici di Coop, Migros, Aldi e Lidl non vengono usati filetti, ma purea di pesce, ovvero carne disossata e triturata.
- Merluzzo: può raggiungere 2 metri di lunghezza e 100 kg di peso. Nel Nord-Est Atlantico gli stock sono in calo, secondo il WWF.