Acqua e pesticidi: dopo il test del Salvagente, richiesti maggiori controlli alle sorgenti del viterbese

acqua sorgente

Il test del Salvagente che ha rilevato tracce di pesticidi in ben 14 campioni di acque minerali sui 18 mandati in laboratorio spinge Bengasi Battisti del coordinamento nazionale enti locali per acqua pubblica a chiedere a Talete, società che gestisce il servizio idrico nella provincia di Viterbo, controlli straordinari

Il test del Salvagente che ha rilevato tracce di pesticidi in ben 14 campioni di acque minerali sui 18 mandati in laboratorio spinge Bengasi Battisti del coordinamento nazionale enti locali per acqua pubblica a chiedere a Talete, società che gestisce il servizio idrico nella provincia di Viterbo, controlli straordinari.

“Un grande riflesso sui processi metabolici”

“Nonostante gli spot martellanti su acqua imbottigliata alla fonte purissima, a volte beviamo pesticidi”, commenta sul Corriere di Viterbo, Bengasi Battisti, che riferendosi al test del Salvagente, aggiunge: “tenuto conto della funzione essenziale dell’acqua in molteplici processi metabolici, la questione assume un grande riflesso sulla salute. La tutela alla salute – dice Battisti, che di professione è medico – rappresenta un fondamentale diritto costituzionale e la qualità dell’acqua, considerando la sua essenziale funzione nel metabolismo degli essere viventi, rappresenta un elemento di prevenzione fondamentale”.

La richiesta di maggiori controlli

Per tanto, Battisti ha chiesto al presidente di Talete di sapere “quali controlli vengono eseguiti nelle acque destinate a scopo umano e se non intende promuovere un protocollo Asl-Arpa per definire modalità di ricerca di pesticidi, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni”. Battisti chiede un protocollo tra Regione Lazio e Talete proprio per l’analisi delle acque alle sorgenti.

Il test: 14 su 18 acque minerali contengono pesticidi

il Salvagente ha portato in laboratorio 18 campioni di altrettanti marchi: Panna, Levissima, Sant’Anna, Rocchetta, Saguaro (Lidl), Ferrarelle, San Benedetto Popoli – Fonte Primavera, Lete, Guizza Fonte Vallereale, Uliveto, Eva, Vitasnella, Brioblu, Fiuggi, San Pellegrino, Fonte Essenziale, Lauretana e Evian. Il dato più sorprendente e per certi versi anche preoccupante è che in ben 14 campioni,

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pari al 77,7% del totale, abbiamo trovato residui di pesticidi. Specifichiamo subito che dal punto di vista legale non vi è alcun motivo di allarme: le norme stabiliscono come soglia limite 0,1 microgrammi al litro per singolo pesticida, e 0,5 per la somma di tutti gli antiparassitari presenti.

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Se i controlli fanno acqua

Dopo il nostro test, abbiamo cercato di capire come vengono selezionati i fitosanitari da monitorare chiedendo alle autorità sanitarie locali. Le risposte ottenute disegnano una babele di rimpalli tra Arpa e Asl. E a trarne vantaggio sono le aziende che imbottigliano e che sono tenute a cercare solo alcune sostanze tra le tante potenzialmente pericolose.

Minerale e pesticidi: quando i controlli fanno acqua