Pfas nelle carni, vanno limitati nei mangimi (e analizzati nelle acque e nei suoli)

PFAS

L’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi ha calcolato i limiti da non superare in allevamento nei mangimi perché la carne contenga Pfas a livelli accettabili. Ma, ammette, servono anche analisi su acqua e suolo per essere sicuri

 

Un limite per i Pfas nei mangimi, perché la carne che arrivi in tavola non superi i livelli considerati sicuri per l’uomo, che andrebbe però aggiornato analizzando le acque destinate agli animali e la contaminazione dei suoli. È, in estrema sintesi, il messaggio che arriva dal Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR), l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione dei Rischi in un’opinione pubblicata il 10 luglio scorso.

I per- e polifluoroalchilici, noti come Pfas, sono sostanze chimiche ampiamente utilizzate in vari processi industriali e prodotti di consumo la cui presenza è molto pericolosa per la salute umana, come dimostrano ampiamente oramai molti studi.

La loro resistenza alla degradazione e la tendenza ad accumularsi nell’ambiente li ha fatti soprannominare “Forever Chemicals“. Queste sostanze possono entrare nella catena alimentare umana attraverso il consumo di alimenti di origine animale, contaminati a loro volta attraverso il mangime.

Nel gennaio 2023, l’Unione Europea ha stabilito livelli massimi per alcune di queste molecole negli alimenti di origine animale, inclusi l’acido perfluorooctano sulfonico (PFOS), l’acido perfluorooctanoico (PFOA), l’acido perfluorononanoico (PFNA) e l’acido perfluoroesano sulfonico (PFHxS). La necessità di rispettare questi limiti ha spinto il BfR tedesco  a riesaminare e aggiornare i livelli massimi di Pfas nei mangimi per animali.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

I limiti di “sicurezza”

In un’opinione aggiornata pubblicata il 10 luglio 2024, il BfR ha presentato nuovi calcoli basati su recenti studi sugli animali, per determinare le concentrazioni massime di Pfas nei mangimi che permettono di rispettare i livelli massimi negli alimenti di origine animale. La modellazione dei livelli di queste sostanze è stata effettuata per vari animali da allevamento, tra cui bovini, ovini, suini e galline ovaiole.

Secondo l’assessment del BfR, i mangimi con livelli  inferiori ai valori calcolati non portano al superamento dei livelli massimi negli alimenti di origine animale. Questi valori possono servire come linee guida per vari attori nei settori ambientale e agricolo, in attesa dell’istituzione di limiti massimi ufficiali nei mangimi.

Oltre ai mangimi c’è il suolo, l’acqua…

Uno dei problemi principali riscontrati dal BfR è come anticipato la scarsità di dati disponibili sui livelli di Pfas con cui vengono a contatto gli animali. L’istituto raccomanda la raccolta di dati rappresentativi per migliorare le valutazioni del rischio e garantire che i mangimi rispettino le soglie di sicurezza. È cruciale considerare anche altre fonti di esposizione dei Forever Chemicals per il bestiame, come il suolo e l’acqua potabile, per una valutazione completa dei rischi per la salute.

I limiti da non superare

Il BfR ha utilizzato modelli di tossicocinetica per stimare i livelli  nei mangimi completi, tenendo conto dei risultati di studi scientifici sulla trasferibilità  dai mangimi agli alimenti di origine animale. I livelli sono stati modellati per diversi animali, con i seguenti risultati:

Animale PFOS (µg/kg DM) PFOA (µg/kg DM) PFNA (µg/kg DM) PFHxS (µg/kg DM)
Galline ovaiole 0.42 0.25 0.29 0.17
Bovini 0.14 n.a. n.a. 1.0
Ovini 0.21 n.a. n.a. n.a.
Suini 0.07 0.05 n.a. 0.06

n.a.: dati non disponibili

Per i bovini da latte, i livelli di Pfas nei mangimi sono stati calcolati per garantire che i valori indicativi per il latte non vengano superati:

PFAS Latte (µg/kg peso fresco) Mangime completo (µg/kg DM)
PFOS 0.02 0.07
PFOA 0.01 6.5
PFNA 0.05 n.a.
PFHxS 0.06 3.7

 

Servono più dati

Il BfR sottolinea l’importanza di raccogliere dati rappresentativicome parte di programmi di monitoraggio. Questo è essenziale per sviluppare future raccomandazioni e opzioni di azione per la composizione dei mangimi, al fine di proteggere la salute dei consumatori.

L’istituto evidenzia inoltre che, essendo i Pfas ubiquitari, è fondamentale considerare tutte le possibili fonti di esposizione per il bestiame, incluse il suolo e l’acqua potabile, per una valutazione accurata dei rischi.

La gestione dei livelli  nei mangimi è uno dei passi per garantire la sicurezza alimentare e la protezione dei consumatori ma, come ammette lo stesso BfR, serve una quantità di dati molto superiore a quelli attuali per misure che possano davvero mitigare il rischio di una contaminazione che ha assunto dimensioni enormi.

Pfas nelle acque, non solo Veneto e Piemonte: trovati in 16 regioni italiane

Pfas in Veneto, lo studio dell’Università di Padova: quasi 4mila morti nell’area rossa associati alla contaminazione