Pfas: perché si chiamano “inquinanti per sempre” e sono pericolosi in gravidanza

PFAS GRAVIDANZA

Nelle falde acquifere (e non solo) si annidano i Pfas, inquinanti “per sempre”. Queste sostanze comportano rischi per la gravidanza, ma manca ancora all’appello lo studio epidemiologico richiesto e la regione Veneto non dà segnali

Dall’industria ai laghi e nei mari, infine direttamente sulle nostre tavole. Oltre al mercurio, il pesce, che una volta era annoverato tra i prodotti simbolo della sana alimentazione, oggi risente di altri “condimenti” nocivi che possono danneggiare il nostro organismo. Tra queste sostanze, c’è il rischio di incrociare i Pfas (dall’acronimo inglese di PerFluorinated Alkylated Substances), una famiglia di sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate. Detto semplicemente, sono raggruppamenti di sostanze chimiche ampiamente utilizzate che, nel corso del tempo, si sono accumulate negli esseri umani e nell’ambiente. Sono note come “sostanze chimiche permanenti”, tanto da essere soprannominate “inquinanti per sempre” in quanto sono estremamente persistenti nel nostro ambiente e organismo. Per questo hanno la triste nomea di “composti chimici eterni”. Possono avere effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro. Possono alterare gli equilibri endocrini e il sistema immunitario. Sono un pericolo durante la gravidanza.

Uno studio condotto su dei profughi birmani di Syracuse, nello Stato di New York, ha rivelato che circa 300 persone di questa comunità di migranti riscontra una presenza elevata di concentrazioni di Pfas. Poi si è scoperto che avevano mangiato una media di 135 pasti a base di pesce catturato nel vicino lago, come tradizione birmana vuole. Risultato ovviamente inquinanto.

Il processo Pfas e la battaglia delle mamme venete

Il tema è entrato in scena solo recentemente nel dibattito italiano. In questi giorni sta circolando un docuromanzo che riaccende i riflettori sul dramma di Trissino, a Vicenza, dove è stata localizzata la seconda falda acquifera inquinata più grande d’Europa. Sul banco degli imputati è finita, tra le altre, la società Miteni, azienda accusata di aver inquinato la zona. Il cosiddetto processo Pfas, in scena alla Corte d’Assise del tribunale vicentino è a carico di 15 ex manager di Miteni, Mitsubishi e Icig per l’inquinamento di un’ampia area tra Vicenza, Padova e Verona.

L’opera scritta da Andrea Tomasi si intitola “Le insospettabili che rapirono Salvini” (Terra Nuova Edizioni), e vede protagoniste quattro donne, quattro mamme che attraverso un’azione eclatante impongono all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica il dramma di chi vive in un territorio contaminato. In questo romanzo, le mamme prendono in ostaggio Matteo Salvini, scelto poiché è il più amato e il più odiato tra i politici italiani. Lo fanno prigioniero in un vecchio camper e lo portano in tour da Nord a Sud. Un “piano criminale” per portare il caso all’attenzione dell’opinione pubblica e politica, totalmente sorda rispetto alla questione. “Una commedia nel dramma – spiega l’autore – Dove il rapimento è invenzione, ma la contaminazione è verità”.

Pfas: perché comportano rischi durante la gravidanza?

Non a caso le mamme sono state rese protagoniste e simbolo di questa lotta che è ancora agli inizi. Sono loro al centro, perché i Pfas comportano rischi per la gravidanza. Il Veneto rappresenta la regione che ha probabilmente inglobato più sostanze perfluoroalchiliche nelle sue falde acquifere. L’Associazione ricorda che recenti ricerche hanno messo in luce l’incremento delle patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate: diabete gestazionale, neonati più piccoli e sotto peso rispetto alla media e altre malformazioni maggiori tra cui anomalie del sistema nervoso, del sistema circolatorio e cromosomiche. C’è una relazione tra questi scarichi nelle falde e le patologie riscontrate? Di sicuro l’esposizione ai Pfas rende il latte materno meno nutriente come evidenza questo studio.

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La protesta delle mamme No Pfas: vogliamo lo studio epidemiologico!

Nella primavera del 2022 le mamme No Pfas hanno commentato le statistiche sugli effetti della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche sulle donne in gravidanza. La dottoressa Francesca Russo, direttore Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto, ha esposto i dati (qui consultabili) proprio durante l’udienza del processo Pfas, a Vicenza.

Purtroppo, e non ci stancheremo mai di ricordarlo, manca lo studio epidemiologico deliberato nel 2016, ora più che mai necessario. L’urlo di protesta delle mamme No Pfas lo chiede a gran voce:

“Nonostante le richieste della Commissione Ecomafie, la Regione Veneto non ha mai chiarito i motivi per i quali lo studio non è mai partito e in aula nessuno ne ha fatto cenno. Noi invece continuiamo a chiederlo con forza, certi che fornirà un contributo fondamentale a questo processo, chiarendo in modo inequivocabile la responsabilità delle persone che hanno causato questo enorme disastro”.