
Di guanti monouso non possiamo più fare a meno da quando durante la pandemia sono diventati obbligatori per maneggiare gli alimenti in molti supermercati. Ma una ricerca scientifica ne svela oggi il preoccupante inquinamento, frutto di scarse regole e controlli assenti
Li usiamo per non contaminare pane, frutta e verdura (che pure una volta a casa andrà lavata) nei supermercati. Che servissero effettivamente contro il Covid è ancora tutto da dimostrare ma oggi si scopre che potrebbero paradossalmente contaminare gli alimenti con sostanze chimiche pericolose e agenti patogeni in grado di compromettere la sicurezza di ciò che mangiamo.
È quanto hanno scoperto i microbiologi del B. Michaels Group in una ricerca pubblicata nel numero di luglio 2024 del Journal of Food Protection dell’International Association of Food Protection.
Guanti monouso: una fonte insospettata di contaminazione
I guanti monouso, utilizzati quotidianamente da milioni di persone nell’industria alimentare, sono considerati strumenti essenziali per garantire la sicurezza degli alimenti. Tuttavia, la ricerca dimostra che anche i guanti nuovi e mai usati possono essere fonti di contaminazione.
L’articolo del Journal critica la regolamentazione approssimativa della produzione di questi prodotti, caratterizzata da controlli di qualità inadeguati. Una mancanza di rigore che può portare a condizioni di produzione poco igieniche e all’utilizzo di sostanze chimiche economiche e non sicure.
In collaborazione con Eagle Protect, i microbiologi del B. Michaels Group hanno condotto un’analisi approfondita, evidenziando la necessità di test e convalide più rigorosi. I ricercatori sottolineano l’importanza di integrare misure di sicurezza stringenti per i guanti nei programmi HACCP e FSMA, per prevenire incidenti di contaminazione.
I ricercatori hanno testato 2.800 guanti di 26 marche diverse, isolando organismi indicatori fecali umani, ceppi di Bacillus cereus e B. anthracis, nonché patogeni come Listeria monocytogenes, Clostridioides difficile, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa e Streptococcus pneumoniae. Oltre ai patogeni, sono stati rinvenuti anche prodotti chimici pericolosi come le sostanze per e polifluoroalchiliche (Pfas), ftalati e bisfenolo A (BPA).
Le preoccupazioni sollevate
L’articolo cita testualmente: “I guanti sono stati identificati come fonti di sostanze chimiche potenzialmente tossiche, velenose e deleterie che possono essere introdotte negli alimenti e causare problemi cutanei attraverso la solubilizzazione delle sostanze chimiche dei guanti all’interno degli stessi tramite il sudore.”
Inoltre, si critica l’approccio superficiale dell’industria alimentare nella gestione : “Con il loro trattamento come semplici beni di consumo da parte del personale addetto agli approvvigionamenti dell’industria alimentare, manca la convalida o la verifica delle prestazioni sicure e accettabili che dovrebbero essere elementi prerequisiti del programma in aderenza ai principi HACCP e FSMA.”
Rafforzare i requisiti normativi
L’articolo conclude che è necessario rafforzare i requisiti normativi per i limiti di qualità accettabili dei guanti per uso alimentare e definire standard adeguati sulla carica batterica. La fiducia incondizionata nella purezza chimica e microbiologica dei guanti potrebbe essere infondata, con un falso senso di sicurezza associato al loro uso.