Cannabis light, la crociata del governo: l’emendamento per lo stop totale mette a rischio produttori e rivenditori

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Il governo ha presentato un emendamento al ddl sicurezza in esame in commissione alla Camera per bloccare la vendita di cannabis light. Antonella Soldo “Meglio legale”: “La solita ipocrisia su una sostanza che ha effetti psicotropi inferiori al caffè”.

Il governo ha presentato un emendamento al ddl sicurezza in esame in commissione alla Camera con la proposta di intervenire sulla legge a sostegno della filiera della canapa ad uso industriale, con quantità di Thc inferiore allo 0,2% per bloccare la vendita di cannabis light. L’emendamento vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge stessa, e quindi quelli industriali consentiti. Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo Unico sulle Sostanze Stupefacenti, parificando la cannabis light a quella non light.

Soldo (Meglio legale): “Come vietare il caffè”

Antonella Soldo, coordinatrice dell’Associazione Meglio Legale, realtà impegnata per la legalizzazione della cannabis, dichiara al Salvagente: “Non c’è mai limite allo stupore dell’inventiva di questo governo e di queste destre, perché vietare la cannabis light è come vietare il peperoncino, il caffè, il basilico. Parliamo di qualcosa che ha meno effetto psicotropo persino del caffè e soprattutto se c’è l’attuale regola non è perché qualcuno l’ha stabilita arbitrariamente, ma perché è una regola europea”.

“Un paese in cui le lobby si lasciano in pace… ma chi lavora con la cannabis no”

La cannabis del mercato nero – continua Soldo – ha una media di Thc del 10-11%, quindi uno 0,2% vuol dire che veramente per arrivare a quella percentuale ci vorrebbero chili e chili e chili di erbe, tutti insieme, è una roba impossibile da assumere per una persona in un tempo normale, quindi è veramente una cosa che non ha alcun fondamento scientifico, né alcuna ragione d’urgenza. Il tema è che in questo paese non si toccano tante lobby, non si toccano i tassisti, non si toccano i balneari, non si tocca niente, si toccano questi che lavorano nella canapa industriale. Sono lavoratori e lavoratrici che hanno fatto degli investimenti che da un giorno all’altro vengono definiti illegali.

Un settore a rischio

Gli operatori del settore sono circa 15 mila, tra quelli che producono e la vendita al dettaglio, hanno un’età media di 32 anni e lavorano nell’agricoltura e nei negozi.  Ci sono poi anche grandissime aziende ormai organizzate nel nord-est. “Come candidata alle Europee (per la lista Stati uniti d’Europa, ndr), – spiega Antonella Soldo – sto girando e incontrando anche molti imprenditori e imprenditrici, vorrei tantissimo che chi fa queste leggi incontrasse queste persone, che sono delle persone per bene, che sono le persone che pagano le tasse, mentre loro fanno guerra alla droga andando a vietare a punire e criminalizzare gli unici che finora hanno pagato le tasse sulla cannabis.

Colpisce che in un momento in cui lo Stato italiano ha un bisogno disperato di soldi, con questa misura rinuncia a delle entrate perfettamente legali. La Cannabis produce un indotto di mezzo miliardo, questo è la stima, parlando di la distribuzione, packaging, la pubblicità. “Preferiscono guadagnare voti perché lo schema è sempre lo stesso, quello di creare paura tra le persone su argomenti sui quali non c’è nessun motivo di aver di paura. Come con la carne coltivata, gli immigrati, i diritti Lgbt, l’aborto” spiega Soldo.

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Clientela media dei cannabis shop? Più che adulta

La clientela media dei negozi di cannabis light va dai 40 ai 60 anni, “quindi non è che va il ragazzino che si vuole drogare e sballare, sono persone adulte che magari non hanno voglia di andare in mezzo alla strada a comprarsi le schifezze” spiega la responsabile di Meglio legale”.

“Prima si vendevano in bustine per la tisana. Si tornerà a questa ipocrisia”

Antonella Soldo attacca poi l’ipocrisia di una misura del genere: “La cannabis light, questo è il paradosso, era già venduta prima come tisana, nella confezione c’era scritto tisana alla cannabis ma andava bene. Adesso che viene venduta da persone che dichiarano di volersela fumare, non va più bene. Allora rimettiamo l’etichetta “tisana” così tutti contenti, l’ipocrisia, no?  I divieti non hanno mai funzionato per prevenire alcun tipo di danno, tanto è vero che il nostro paese è uno dei paesi in cui c’è il più alto tasso di consumo tra i giovani e questo è incontrovertibile, vuole dire che le leggi più severe d’Europa hanno portato una mancanza di informazione e di conoscenza che ha stimolato il mercato nero, il consumo, la circolazione, soprattutto tra i minori.

L’avvocato costituzionalista Libutti: “Il ddl aprirà la strada ai contenziosi”

Giuseppe Libutti, avvocato costituzionalista che segue aziende di settore della cannabis light, interpellato dall’Ansa sull’emendamento del governo al ddl Sicurezza, ha commentato:  “Così come concepito l’emendamento sembra più mosso da un pregiudizio verso la cannabis e si pone in contrasto con la giurisprudenza che riguarda la canapa industriale. Inutile dire che se dovesse essere approvato aprirà la strada a numerosi contenziosi da parte di chi opera da anni nel settore disciplinato dalla 246 del 2016 e svolge un’attività assolutamente lecita”.