In Francia, dove a luglio scatterà una legge per costringere i distributori a segnalare per due mesi gli aumenti dei prezzi legati alla riduzione dei formati, i casi non diminuiscono. E fa notizia la shrinkflation delle crocchette Friskies.
Se c’è una cosa, tanto per citare Paolo Conte, su cui i francesi si incazzano è la shrinkflation, l’abitudine di molte industrie di ridurre la quantità per aumentare in maniera subdola i prezzi. In genere i consumatori non se ne accorgono subito ma quando lo fanno si sento, logicamente, presi in giro. E reagiscono, almeno a Parigi, in maniera tale da costringere addirittura il legislatore a varare una legge.
La legge francese anti-shrinkflation
Un decreto del 16 aprile 2024 renderà infatti obbligatoria, a partire dal 1° luglio 2024, l’informazione dei consumatori sull’evoluzione al rialzo dei prezzi dei prodotti che hanno subito una diminuzione della quantità . I supermercati e ipermercati dovranno segnalare, tramite etichette sugli scaffali, i prodotti di largo consumo soggetti alla shrinkflation, che siano venduti con marchio nazionale o del distributore.
“L’informazione dovrà essere presente in questi negozi fisici per i due mesi successivi alla data di commercializzazione dei prodotti industriali alimentari e non alimentari interessati”, precisa il Ministero dell’Economia che ha messo nero su bianco le sanzioni per chi “sgarra”: una multa amministrativa che va da 3.000 euro per una persona fisica a 15.000 euro per una persona giuridica.
Il caso Purina
In attesa del giro di vite legislativo, però, le brutte sorprese per i consumatori transalpini non mancano di certo. E finiscono sui giornali. 60 millions de consommateurs, uno dei due mensili consumeristici di riferimento in Francia, pubblica oggi in evidenza il caso della Purina, marchio tra i leader degli alimenti per animali.
“Trovo scandaloso che in un mese il marchio Purina abbia aumentato il prezzo delle sue crocchette per gatti Friskies di più di 1 euro, riducendo nel contempo il peso del pacchetto di 500 grammi”, è la segnalazione raccolta da una lettrice che evidentemente di fronte al rincaro rtira fuori artigli degni del suo amico a 4 zampe. Il 18 marzo 2024, ha acquistato un pacchetto da 2 kg di crocchette Friskies Junior al prezzo di 4,45 euro, pari a 2,225 €/kg. Un mese dopo, nota che il sacchetto pesa solo 1,5 kg e che viene ora venduto a 3,80 €/kg. “Certo, l’immagine sul pacchetto è cambiata, ma l’aumento del più del 50% è evidente!”
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Purina si appella alla bandiera
Da 60 millions decidono di contattare Purina, che detiene il marchio Friskies. “La qualità dei nostri prodotti e i nostri impegni per una produzione francese responsabile non erano più rispecchiati nei prezzi sugli scaffali”, risponde l’azienda, specificando che il 95% delle crocchette per gatti e cani Friskies vendute in Francia sono prodotte sul territorio francese.
L’azienda aggiunge: “Ottimizziamo anche la nostra gamma Friskies in termini di referenze e grammature per rispondere meglio alle esigenze dei nostri consumatori.” Così spiega riduzione della gamma di alimenti secchi per gatti a 12 referenze, contro le 16 precedenti. “La composizione delle nostre ricette non cambia”, sottolinea infine questa filiale di Nestlé.
I colleghi francesi, però, tirano fuori dal loro archivio una pratica simile del 2022 quando i sacchetti di paté per gatti del marchio Félix erano passati da 100 a 85 g, con un aumento di prezzo del 33%. “Purina aveva risposto che questa nuova confezione era più adatta alle esigenze nutrizionali dei gatti, pur consumando meno plastica. Rispetto per l’ambiente due anni fa, produzione locale oggi… L’azienda non è mai a corto di argomentazioni per giustificare gli aumenti di prezzo che accompagnano i cambiamenti di formato”, chiosano.
La battaglia nei supermercati
La protesta contro la shrinkflation in Francia, come dicevamo, non ha smesso di crescere. Tanto da coinvolgere anche le catene di supermercati che hanno iniziato a denunciare gli industriali che ricorrevano alla shrinkflation segnalando i prodotti interessati sugli scaffali. Anche se alcuni di loro, fanno notare i giornalisti di 60 millions de consummateurs, sono ben lontani dal poter dare lezioni. Il riferimento è a Carrefour con la sua lattuga passata da tre a due cespi…