Allevamenti, il benessere animale dei polli in Italia resta al palo

polli

Il secondo report europeo ChickenTrack di Ciwf: “Bene Francia e Regno Unito. Rimane indietro l’Italia, con solo quattro aziende impegnate e monitorate nel report: Carrefour, Cortilia, Eataly e Gruppo Fileni”

Migliora il benessere animale negli allevamenti di polli in alcuni paesi europei ma non in Italia. A fotografare l’impegno delle aziende per favorire condizioni di vita migliori è il secondo report europeo ChickenTrack dell’assocaizione Ciwf, Compassion in World Farming, che di anno in anno monitora i progressi nel raggiungimento dei requisiti di benessere dello European Chicken Commitment (ECC).

Tra gli interventi sul benessere animale c’è anche l’impiego di razze a lenta crescita che in Italia è davvero limitata e gli effetti sulla qualità nutrizionale delle carni è ben evidenziato dai risultati del nostro test su 18 petti di pollo.

L’adesione allo standard Ecc è naturalmente volontario ma il numero delle italiane che hanno aderito è davvero bassa: solo 4, Carrefour, Cortilia, Eataly e Gruppo Fileni. Diversa invece la situazione in altri paesi europei: “La seconda edizione ufficiale del report europeo ChickenTrack – scrive il Ciwf – ha analizzato i progressi di 85 aziende impegnatesi a migliorare gli standard di benessere nelle proprie filiere di polli da carne, provenienti da otto paesi europei e selezionate in base a dimensioni, influenza sul mercato e volumi di carne di pollo. Dai risultati emerge che la percentuale di aziende che riportano i progressi è aumentata dal 39% nel 2022 al 65% nel 2023. Tra le aziende incluse, infatti, 55 hanno comunicato i progressi fatti nella transizione nell’ultimo anno, di cui 21 che hanno condiviso pubblicamente lo stato di avanzamento della propria transizione per la prima volta. I progressi più significativi si registrano in Francia, con 20 aziende su 28 che comunicano i progressi fatti, e nel Regno Unito (10 su 18), ma è incoraggiante vedere monitorate nel report anche alcune importanti realtà provenienti da Spagna e Polonia”.

Nonostante i risultati positivi finora ottenuti, rimane ancora molto lavoro da fare, poiché la maggior parte delle aziende continua a rimanere indietro su due criteri chiave, la razza e la densità di allevamento, entrambi cruciali per ottenere i benefici desiderati in termini di benessere dei polli. Lo European Chicken Commitment infatti, basato su solide evidenze scientifiche, stabilisce una serie di requisiti minimi chedevono essere adottati integralmente per ottenere un miglioramento sostanziale nella qualità di vita dei polli da carne. I criteri richiesti dall’Ecc sono:

  • Usare razze a crescita più lenta e che dimostrano indicatori migliori di benessere animale.
  • Garantire una densità di allevamento massima di 30kg/m2 o inferiore.
  • Fornire almeno 50 lux di luce (inclusa quella naturale) e arricchimenti ambientali (2 metri di posatoi e due substrati da becchettare ogni 1000 animali) che consentano l’espressione dei comportamenti specie-specifici.
  • Adottare la pratica di stordimento in atmosfera controllata (Controlled Atmosphere Stunning – CAS) che utilizzi gas inerti o sistemi multifase, o, in alternativa, sistemi di stordimento elettrico efficaci senza inversione degli animali vivi1.
  • Dimostrare la conformità agli standard previsti attraverso controlli da parte di un ente terzo, e pubblicare aggiornamenti annuali sui progressi nella transizione.

L’Italia in ritardo

Nonostante l’interesse e la sensibilità dei consumatori italiani rispetto al tema del benessere dei polli e la forte pressione mediatica, proseguono da Ciwf, in Italia solo un numero limitato di aziende si è impegnato a rispettare i criteri dell’Ecc nelle proprie filiere. In questa fase di stallo, è soprattutto il netto ritardo del settore dei supermercati rispetto ad altri paesi europei a risultare sempre più evidente. Questa situazione è rispecchiata nel report, in cui sono incluse solo quattro aziende italiane. Rispetto all’edizione del 2022 è tuttavia incoraggiante osservare che tutte eccetto una hanno comunicato i progressi fatti nell’ultimo anno almeno in una parte delle proprie filiere. Tra queste Cortilia, che segnala una transizione complessiva dell’80%, e Gruppo Fileni, che oltre ad avere comunicato i progressi fatti nel 2023, si distingue come una delle due aziende europee che hanno pubblicato una tabella di marcia per il completamento del proprio impegno e che è stata oggetto di un caso di studio.

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Bianca Furlotti, del Settore Alimentare di Compassion in World Farming, ha commentato: “È incoraggiante vedere le aziende progredire nel rispetto dei loro impegni e migliorare costantemente la trasparenza nelle comunicazioni. Nonostante le molteplici sfide, soprattutto nell’attuale contesto economico, è fondamentale che il benessere dei milioni di polli da carne di cui le aziende sono responsabili rimanga una priorità assoluta. Il forte interesse dei consumatori richiederebbe un impegno maggiore da parte dell’industria alimentare italiana, soprattutto della grande distribuzione, che con i propri volumi ha la possibilità di influenzare il mercato. Speriamo che l’esempio positivo di altri contesti europei, come quello francese, possa essere presto seguito anche nel nostro paese”.