eSIM: la nuova porta di accesso per i truffatori

ESIM

Molte compagnie propongono le eSIM, carte virtuali con l’identità digitale dell’utente. Ma dall’Austria arriva l’allarme: i truffatori si impadroniscono di identità di ignari utenti per sottrarre anche molti soldi ai malcapitati

Inizialmente c’erano le SIM, poi si sono ridotte a micro e nano-SIM e ora si sono “smaterializzate e sono diventate eSIM. Oggi in molti casi si possono utilizzare carte virtuali con le “embedded subscriber identity module”, ovvero modulo di identità dell’utente incorporato. Si trovano in smartphone, smartwatch, tablet e altri dispositivi con accesso online e possono gestire fino a 20 numeri e profili. La hanno praticamente tutti gli operatori e ne decantano la comodità. Iliad, per esempio, spiega che “Non è necessario inserire ed estrarre la SIM dal tuo smartphone”, la eSIM “Non può essere persa o danneggiata, perché è scaricata direttamente sullo smartphone e può essere trasferita facilmente da un dispositivo all’altro”.

Più vittime di frode

Non c’è luce, però, senza ombre. L’allerta questa volta viene dall’Austria dove si sta registrando un aumento delle lamentele da parte delle vittime di frodi. I truffatori si fanno passare per normali clienti presso il fornitore di telefonia mobile e ordinano una nuova eSIM a loro nome.

Con il numero di cellulare, i truffatori ricevono chiamate e SMS della vittima, compresi SMS  per l’autorizzazione ai pagamenti. “Di solito”, come riferisce l’associazione dei consumatori konsumentenfragen, “i fornitori di telefonia mobile non verificano a sufficienza l’identità al momento dell’ordine”.

Le vittime si rendono conto di questa frode solo quando è troppo tardi. Inizialmente notano solo che la loro rete mobile non funziona più. Spesso l’abuso è collegato a SMS di phishing che chiedono l’aggiornamento della procedura TAN. Il danno ammonta regolarmente a diverse migliaia di euro.

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Il rimedio per chi si imbatte in questa avvisaglia? Contattare il fornitore di telefonia mobile e fate disattivare la SIM, spiega l’associazione.