Olio, solo 30% di extravergine: ma di che stiamo parlando?

OLIO 30% EXTRAVERGINE

L’extravergine è troppo caro (in media 9 euro a bottiglia) e un consumatore su tre rinuncia a comprarlo. Nel frattempo sugli scaffali hanno fatto la comparsa i più economici condimenti a base di oli vegetali (girasole e Evo). Come il Condì

Con l’olio extravergine che viaggia ormai a 9 euro a bottiglia, i consumatori rinunciano a comprare il condimento vegetale principe della tavola italiana. Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli e presentata l’8 marzo scorso al Cibus Lab dedicato all’olio d’oliva, un consumatore su tre non  acquista più come prima l’extravergine perché è diventato troppo caro.

In particolare il 47% degli intervistati dichiara di aver diminuito il consumo del 30% e il 40% dice di averlo dimezzato. Più in generale, il 45% del campione sostiene di aver cambiato le proprie abitudini in cucina passando al più economico olio di semi: molti solo per cucinare, alcuni anche per condire.

Se ne devono essere accorti anche i produttori, tanto che negli ultimi tempi sugli scaffali sono spuntati i “condimenti a base di oli vegetali“: prodotti econonomici che contengono un minimo di extravergine e oli di semi, come il girasole.

Noi ci siamo imbattuti (foto in alto) nel Condì De Carolis “condimento a base di oli vegetali e olio exttravergine di oliva (30%)” acquistato a Roma a 3,49 euro. A prima vista il prodotto si presenta con un tradizionale “extravergine” tanto da non notare alcuna differenza ed è quindi facile acquistarlo pensando di portare a casa un Evo a tutti gli effetti. Tuttavia già nella parte frontale dell’etichetta il prodotto specifica che il contenuto del prestigioso extravergine si ferma al 30% e riporta in evidenza la lista degli ingredienti: “Olio di semi di girasole (69,98%), olio extrevergine di oliva (30%), aroma naturale (0,02%)“.

Stiamo parlando di un prodotto che non ha nulla a che vedere con un vero extravergine 100% e per capirlo basta un dato (oltre al prezzo ovviamente): il Condì ha 30,4 grammi di grassi monoinsaturi per 100 grammi di prodotto mentre in media un extravergine ne conta più del doppio tra i 65 e i 70 grammi.

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Nessuno mette in dubbio la trasparenza del produttore, vista l’etichetta. Prodotti come questi tuttavia sono la cartina di tornasole di una crisi economica che rischia di sacrificare anche i capisaldi della cucina italiana.