Ho annullato i lavori ma Doctor Muffa non mi restituisce l’acconto…

Un lettore si rivolge alla ditta Doctor Muffa per un intervento in casa che viene fissato 4 mesi dopo. Paga l’acconto ma più di tre mesi prima dell’appuntamento previsto annulla il contratto e chiede la restituzione dei soldi spesi. Silenzio… Cosa può fare? Ci aiuta Raffaella Grisafi di Konsumer Italia

 

Caro Salvagente, vorrei chiedervi un parere sulla mancata restituzione di un acconto a seguito dell’annullamento di un ordine. Il 22 giugno ho accettato un preventivo di 2.560 euro della azienda DM GROUP – DOCTOR MUFFA SRL per un intervento antimuffa in un monolocale di mia proprietà che l’azienda ha programmato per il 26 ottobre. Il 28 giugno ho pagato una fattura di acconto di 563,20 ma pochi giorni dopo ho concluso un preliminare per vendere il monolocale; il giorno 06 luglio ho comunicato alla DM GROUP che l’intervento non si poteva fare e ho chiesto la restituzione dell’acconto: non si trattava infatti di una caparra e d’altra parte l’azienda – considerato il largo anticipo della disdetta e il gran numero di richieste da loro dichiarato – non subiva alcun danno.

Per un po’ non ho avuto risposta, dopo varie telefonate mi è stato detto in agosto che avrebbero consultato il loro avvocato ma non si sono più fatti vivi né rispondono alle telefonate. Sono sicuro che in giudizio avrei diritto alla restituzione dell’acconto anche perché l’azienda non ha subito alcun danno dalla cancellazione dell’ordine, ma temo che non recupererei le spese legali. Come mi consigliate di procedere?

Lettera firmata

Caro lettore, abbiamo chiesto a Raffaella Grisafi, avvocato e vicepresidente dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia, un aiuto, naturalmente dopo avergli sottoposto il contratto. Ecco cosa ci ha risposto.

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Da quello che leggiamo non pare ci sia un contratto che dica nulla in  merito né dia alla somma una natura diversa dall’acconto che ne escluda la restituzione.
I tempi in cui è stata comunicato il ripensamento sembrano abbastanza stretti per cui effettivamente non vi è danno per l’azienda e non scorgiamo negli allegati limiti alla restituzione in caso di recesso.
Ciò detto, in assenza di contratto tutto si basa sull’interpretazione delle norme per cui non abbiamo una risposta certa da dare.
Fossimo nel consumatore scriveremmo una formale contestazione con richiesta delle somme ignorata la quale certo dovrebbe agire, valutando eventualmente – per contenere i costi – sistemi di risoluzione alternativa delle controversie. Fare causa potrebbe effettivamente essere antieconomico ma è comunque una opzione