Salvaslip, tamponi e assorbenti con glifosato e perfino diossine. Il nuovo test della rivista francese 60 million de consommateurs rivela la presenza di contaminanti in diversi prodotti, anche quelli che si definiscono verdi.
A finire in laboratorio 24 prodotti comuni sul mercato transalpino, sottoposti a prove di assorbimento, valutazione della protezione contro l’umidità e dell’efficacia antiodore, test di resistenza delle fibre… e naturalmente a diverse analisi chimiche per determinare glifosato, e Ampa (i metaboliti dell’erbicida), diossine, composti alogeni, ftalati, formaldeide e triclosan.
I punteggi complessivi vanno da 18/20 a 6,5/20: differenze che mostrano come sul mercato ci sia davvero di tutto.
Normal e regular: definizioni senza uno standard
In primo piano nella valutazione francese: la performance: “questo è il punto che ha deluso di più nel nostro esperimento con gli assorbenti e i proteggi slip” commentano da 60 million de consommateurs.
Le differenze tra gli assorbenti (scelti tutti tra i “normal/regular”, i più diffusi) sono notevoli: da 3,5 ml a 24 ml. “Ciò è in parte legato al fatto che, come spiega Procter & Gamble (marchi Always e Tampax), che ‘la misurazione della capacità di assorbimento dei prodotti per l’igiene femminile non è standardizzata a livello di settore’”.
Resta il fatto, sottolineano dal mensile che la categoria “Normale” non è uniforme e dunque questa definizione aiuta poco le acquirenti. E la capacità di assorbimento non dice tutto sulle prestazioni: la lunghezza, la forma, la posizione delle alette, la struttura dello strato influenzano la protezione da contatto, le perdite laterali, ecc. È quindi, più in generale, la protezione fornita ad essere molto variabile.
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I contaminanti trovati in laboratorio
In termini di potenziale tossicità, poi, c’è ancora molto da fare. Scrivono i colleghi francesi: “Nei nostri 24 prodotti testati, abbiamo cercato nove contaminanti che presentavano il rischio, accertato o sospetto, di essere cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione o interferenti endocrini”. Sostanze che potevano provenire dalla coltivazione del cotone utilizzato (presenza di pesticidi o loro residui come il glifosato e il suo metabolita Ampa), da processi di produzione (sbiancamento al cloro, suscettibile di generare derivati alogenati, AOX ed EOX, componenti utilizzati durante la produzione o materie prime (ad esempio ftalati utilizzati per ammorbidire la plastica, triclosan come antibatterico e antifungino, formaldeide che può essere presente nella colla). E dipendere anche dalle condizioni di conservazione (diossine, furani).
“Ai livelli in cui abbiamo rilevato i contaminanti, la maggior parte dei marchi ha sottolineato che la loro presenza non era preoccupante. Si tratta, infatti, di valori che l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (ANSES) ritiene, sulla base delle conoscenze attuali, non rappresentare un rischio importante per la salute. Ma queste conoscenze sono molto incomplete per quanto riguarda l’esposizione attraverso le mucose e le soglie al di sopra delle quali si verifica un effetto di interferenza endocrina. Ecco perché, nei risultati del nostro confronto, penalizziamo i prodotti che lo contengono, anche in tracce”, concludono da 60 million.
Lascia sorpresi la presenza del glifosato o del suo residuo, Ampa, in assorbenti realizzati in cotone biologico (è il caso di Nett e Saforelle) o dichiaratamente “verdi”.
Alcuni dei prodotti etichettati Oeko-Tex, FSC Mixte, Gots/Icea o Nordic Swan Ecolabel contenevano anche tracce di contaminanti: AOX (Nana, Love&Green, Hema, Auchan ed Eco+ tra gli assorbenti; Labell, Vania e Saugella tra i proteggi slip e Tampax tra i tamponi), diossine (tamponi Tadam, Carrefour Soft e Saforelle, assorbenti Joone), glifosato o Ampa (tamponi Tadam, Saforelle, Natracare e Nett e assorbenti Joone).
Uno dei marchi per il quale i francesi hanno rilevato sostanze problematiche ha preferito sospendere la commercializzazione del prodotto, in attesa di comprendere l’origine della contaminazione, si tratta di Joone.
Come detto i produttori definiscono non preoccupanti le tracce trovate, ma secondo i francesi ciò non significa che non ci siano progressi da fare. Soprattutto per garantire meglio l’assenza di glifosato e diossine negli assorbenti. È infatti questa categoria di prodotti quella più colpita anche se sono quelli più a contatto con le mucose.C’è quindi uno sforzo notevole da fare. Con, idealmente, un rafforzamento delle specifiche delle diverse etichette ambientali sull’aspetto “salute umana”.