Sono diversi gli ingredienti che possono nascondere, dietro sigle non immediatamente comprensibili, l’uso di insetti, pelle, tendini, grassi aninmali vari. Vediamo la lista fatta da Essere Animali.
Per chi non desidera consumare prodotti animali il pericolo non è tanto, come si immaginerebbe dalla lunga fila di polemiche che in Italia hanno accompagnato l’Ok europeo alle farine animali, quanto piuttosto imbattersi in additivi che si nascondono dietro una sigla e spesso sono difficili da riconoscere per i non esperti.
Essere animali ne ha fatto una lista dettagliata che può essere utile conoscere. In generale, consiglia l’associazione sul sito ioscelgoveg la lista degli additivi non veg è la seguente:
- E120 – Sale di alluminio dell’acido carminico
- E441 – Gelatina animale
- E542 – Fosfato d’ossa edule
- E901 – Cera d’api
- E904 – Gommalacca
- E913 – Lanolina
- E966 – Lactitol
- E1105 – Lisozima
Alcuni di questi additivi sono particolarmente presenti in prodotti che non ci aspetteremmo. Vediamoli, sempre seguendo le indicazioni di Essere Animali.
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Gelatina
La gelatina, conosciuta con il nome E441, è un additivo usato in campo alimentare con poteri stabilizzanti, addensanti e gelificanti. Ma come si ottiene? Inizialmente veniva prodotta dalla vescica natatoria dello Storione, essiccata e sminuzzata. Ecco perché può essere definita anche “colla di pesce”. Oggi quella maggiormente utilizzata è ottenuta dalla bollitura in acqua di pelle, tendini, legamenti e/o ossa di bovini e suini.
Nella lista ingredienti il codice E441 indica sia la gelatina sia la colla di pesce, ma tra le due non c’è differenza.
Dove si trova?
In campo alimentare, la gelatina è utilizzata per addensare budini, gelatine, caramelle gommose, torte, gelati e yogurt. Nella cosmesi, può trovarsi in alcuni shampoo, maschere per il viso e altri prodotti beauty. A volte può venire utilizzata nei processi di chiarificazione dei vini e della birra. Purtroppo la si trova anche come rivestimento di alcuni farmaci.
Alternativa vegetale: le più famose alternative alla gelatina sono la pectina (la si trova nelle marmellate), l’agar agar (nei dolci) e la carragenina (utilizzata nei processi di chiarificazione).
Cocciniglia
La cocciniglia è un colorante ottenuto dagli insetti, le cocciniglie del carminio, una sottoclasse delle coccinelle. Gli insetti di sesso femminile producono un liquido molto denso per proteggersi dai predatori, in maggiore quantità se gravide. Esse vengono allevate sulle pale dei fichi d’india o cactus, raccolte poi con spatole metalliche poco prima della deposizione delle uova e lasciate morire e seccare al sole.
Infine, gli insetti vengono macinati per ottenere la polvere, trattata in seguito con acqua calda per estrarre la molecola colorata, l’acido carminico. Per produrre un chilogrammo di colorante occorrono dagli 80 ai 100 mila animali.
Dove si trova?
La cocciniglia è utilizzata come colorante alimentare e nella cosmesi. Quindi meglio prestare attenzione a succhi di frutta, ciliegie candite, lecca-lecca e salse. Non temere: le aziende sono obbligate a indicare quali additivi hanno utilizzato e la cocciniglia si può identificare tra gli ingredienti con il codice E120. Prima questo colorante si trovava anche in molte bevande alcoliche famose, come Aperol o Campari, ma da diverso tempo sono passate all’utilizzo di additivi sintetici (E122, E124) e alternative vegetali.
Nella cosmesi la cocciniglia è utilizzata per la colorazione di rossetti e fard. La si trova con il nome cocciniglia, estratto di cocciniglia, acido carminico, cochineal, cochineal extract, crismon lake, natural red 4, CI 75470, carminic acid, carmine. Anche nel beauty esistono tante alternative vegetali per le colorazioni, basta scegliere prodotti vegan.
Alternative vegetali: succo di barbabietola o radice di Alcanet.
Strutto
Lo strutto è un grasso alimentare ottenuto dalla colatura a caldo dei grassi nel tessuto adiposo del maiale (lardo e sugna).
Dove si trova?
Può essere usato per friggere (gnocco fritto o le famose chiacchiere di Carnevale) o condire, ed è possibile trovarlo nei prodotti da forno (piadine, focacce, grissini, pane). Meglio quindi leggere sempre le etichette dei prodotti confezionati o, nel reparto panetteria del supermercato, chiedere di consultare il libro degli ingredienti (è lì apposta!). In alcune regioni italiane, diversi prodotti da forno potrebbero essere fatti con lo strutto come la piadina romagnola, la focaccia genovese, i cannoli siciliani, il casatiello e i taralli napoletani. Sempre più di frequente però si possono trovare alternative con l’olio squisite!
Alternative vegetali: olio, margarina.
Caglio
Quando si scopre che cos’è il caglio, si rimane abbastanza scioccati. Il caglio è un enzima ricavato dallo stomaco da vitelli, agnelli o capretti non svezzati.
Dove si trova?
Si trova nei formaggi e in molti prodotti lattiero-caseari. Scegliendo formaggi vegetali, si va sempre sul sicuro .
Alternative vegetali: caglio vegetale, agenti coagulanti microbici, colture batteriche, succo di limone, aceto.
Siero
Sempre in ambito caseario, un altro ingrediente che spesso si nasconde dentro ad alcuni alimenti è il siero di latte. Durante la caseificazione, la parte liquida che si separa dalla cagliatura è appunto il siero, considerato un’alta fonte di proteine.
Dove si trova?
Il siero è molto utilizzato dagli sportivi: è infatti presente in alcune bevande proteiche o venduto in polveri di vari gusti con cui fare degli shake. Inoltre, il siero di latte è usato come additivo in alcuni prodotti alimentari comuni come patatine, pane, cereali, muesli e cibo per animali.
Alternative vegetali: siero di soia, shake proteici vegan, proteine vegetali in polvere.