Integratori di zinco e selenio: quando la somma non fa il totale

L’Autorità per la sicurezza alimentare irlandese ha analizzato 12 integratori di zinco e 10 di selenio per adulti e bambini: trovando che quello che dichiarano in etichetta quasi mai corrisponde al contenuto delle compresse. E nonostante la generosa tolleranza delle leggi, qualcuno supera i limiti.

 

A volte essere molto tolleranti (qualcuno direbbe fin troppo) non basta. Almeno non basta a tutelare i consumatori.

Prendiamo il settore degli integratori di minerali. La Commissione Europea ha pubblicato nel 2012 le linee guida sulle differenze tra quanto viene vantato nell’etichetta nutrizionale – quella che possiamo leggere tutti e in base alla quale spesso scegliamo un prodotto – e il contenuto di minerali che realmente deve contenere la compressa o la pasticca che stiamo assumendo. Per i minerali, la tolleranza per gli integratori alimentari è di +45% -20% del valore etichettato. Avete capito bene: un integratore può avere anche quasi una volta e mezzo in più di quello che dichiara ed essere “regolare”.

Eppure, come avrete intuito, anche questa generosità non basta ai produttori. Almeno non a tutti, come ha scoperto la Food Safety Authority of Ireland (l’autorità irlandese per la sicurezza degli alimenti, FSAI)​ che ha condotto uno studio per valutare la sicurezza degli integratori contenenti zinco e selenio.

I ricercatori hanno acquistato e analizzato 12 integratori contenenti zinco e 10 con selenio, tanto per adulti che per bambini. I valori misurati sono stati confrontati con i valori d’etichetta ed è stato riscontrato che la maggior parte dei campioni di supplementi di zinco (86%) e di selenio (78%) contenevano meno minerali rispetto al valore etichettato, mentre il 9,5% conteneva più zinco e il 17% più selenio del dichiarato.

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La maggior parte degli integratori campionati (89%) è risultata conforme alle tolleranze di etichettatura, tuttavia un campione ha superato la tolleranza del +45% e tre sono scesi al di sotto della tolleranza del -20%, in ogni caso per lo zinco.

Quando è stato applicato un approccio di valutazione del rischio (sommando la quantità del minerale nel prodotto e  l’assunzione apportata dalla dieta) il 41% degli integratori di zinco ha superato l’UL (il livello massimo di assunzione tollerabile) in 8 gruppi di popolazione fino all’86%.

Non solo, tutti gli integratori adatti ai bambini di età compresa tra 1 e 6 anni hanno superato l’UL, poiché i soli dati sull’assunzione dietetica esistenti per questa fascia di età superano l’UL.

“L’eccesso di zinco è associato a disturbi gastrointestinali – hanno sottolineato i ricercatori – mentre la tossicità cronica può portare ad anemia, neutropenia e anomalie ossee, mentre l’eccesso di selenio è associato a neo-anomalie, lesioni cutanee e alterazioni dei nervi periferici”.

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