La polemica è in atto da settimane. Il ministero sarebbe intenzionato a permettere l’uso in deroga del cloripirifos, pesticida vietato perché tossico, per combattere la cicalina, parassita della vite. Ma il consorzio che rappresenta il prosecco Doc si oppone. E intanto parte la petizione contro la deroga
La polemica è in atto da settimane. Il ministero sarebbe intenzionato a permettere l’uso in deroga del cloripirifos, pesticida vietato perché tossico, per combattere la cicalina, parassita della vite. Ma il consorzio che rappresenta il prosecco Doc si oppone.
“Nell’apprendere la possibilità che il ministero della Sanità ammetta in deroga l’utilizzo, ancorché con limitazioni, del Clorpirifos-metile – spiega una nota – il Consorzio di tutela della Doc Prosecco – nell’impossibilità di vietare al proprio sistema produttivo l’impiego di tale sostanza – auspica venga preferita l’adozione dei principi attivi il cui impiego è ordinariamente ammesso per la lotta alla cicalina S.titanus, seguendo le eventuali raccomandazioni sull’impiego di categorie di prodotti ritenuti più efficaci”. Ciò al fine di “non vanificare gli sforzi sin qui compiuti in termini di sostenibilità ”.
La petizione
La presa di posizione è netta, e arriva nelle stesse ore in cui Stop pesticidi, il comitato che organizza ogni anno una marcia in alcune località molto colpite dall’abuso di fitofarmaci (quest’anno in Veneto e in Alto Adige), lancia una petizione per chiedere al ministero della Sanità di non concedere la deroga al divieto all’utilizzo di clorpirigos.
Gli studi scientifici sul clorpirifos
“L’esposizione, anche a basse dosi, di clorpirifos – spiega il testo che accompagna la petizione – è pericolosa ed è stata associata a disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini, con aumento del rischio di autismo, perdita della memoria, disturbo di deficit di attenzione ADHD e diminuzione del Q.I. I bambini sono particolarmente a rischio perché il loro cervello è ancora in fase di sviluppo. Numerosi studi hanno dimostrato che il clorpirifos è un interferente endocrino, ma è anche associato a disturbi metabolici, all’infertilità maschile, tumori al seno e ai polmoni. È stato inoltre dimostrato che l’esposizione al clorpirifos danneggia il DNA. Questo insetticida sistemico è responsabile anche dello sterminio degli insetti utili e dell’avvelenamento e conseguente riduzione degli uccelli che se ne cibano”.
Il clorpirifos e il clorpirifos-metile, dalla fine di gennaio 2020 non sono più legali nell’Unione Europea. La decisione di eliminare Clorpirifos e Clorpirifos metile è stata presa dallo Scopaff (Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi) a conclusione di una vicenda che, tra un rinvio e l’altro, andava avanti da anni.
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“Rispettare il divieto Ue”
“Eppure, malgrado l’UE ne abbia vietato l’impiego a partire da gennaio 2020, è ancora utilizzato in Veneto, grazie a deroghe, contro alcuni insetti dannosi. Tutto questo in una regione che è sommersa dai pesticidi: nel 2021 ne sono stati venduti qualcosa come 15,8 milioni di kg, pari a 3,26 kg per ogni abitante. Preso atto dei gravissimi effetti che l’esposizione a queste sostanze causa sulla salute pubblica e sugli ecosistemi, chiediamo che sia rispettato il divieto di utilizzo del Clorpirifos senza deroga su tutto il territorio e che siano bloccate e vietate tutte le deroghe come pratica di aggiramento dei divieti” scrive Stop pesticidi.
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