Cibi alcalini: quali sono e a cosa servono

cibi alcalini

I cibi alcalini danno benefici al nostro organismo. Ecco quali sono e come funziona l’acidità del sangue. Attenzione però: una dieta esclusivamente alcalina non combatte il cancro

 

La scienza ha più volte smentito i presunti effetti antitumorali di una dieta alcalina. È vero però che i cibi alcalinizzanti possiedono tante altre proprietà, a cominciare da quelle antinfiammatorie, antiossidanti, disintossicanti. Aiutano ad “alcalinizzare” l’organismo, quindi a riequilibrare il pH acido. Sono alimenti energizzanti e rinvigorenti che non possono mancare in una dieta bilanciata ed equilibrata per il sostegno di un organismo in salute e per la prevenzione di patologie future. Una nutrizione che non escluda questa tipologia di sostanze assicura anche il giusto apporto di fibre, sali minerali e vitamine. Conosciamoli allora, cercando di capire a cosa servono.

 

Quali sono i cibi alcalini

Questi cibi sono importanti anche perché in parte bilanciano gli effetti dannosi degli alimenti acidi e grassi che abbandonano nelle diete occidentali e tra gli scaffali dei supermercati. Tra quelli con una reazione alcalina più importante ci sono cibi come:

  • Frutta (Meglio matura, in particolare melone, albicocche, ananas fresco, pompelmo, arancia, banana, mela, pera, uva, pesca, nettarina, anguria, cachi, more, mango);
  • Verdura e ortaggi (Cavolo, bieta bietola, peperoni, sedano, broccoli, zucca, pomodoro, patate da mangiare con la buccia, asparagi);
  • Ortaggi di colore verde (Insalata, rucola, cavolo verde, cavolo rapa, zucchine, spirulina, clorella, erba di grano);
  • Alghe (Dulse, nori, wakame hijiki);
  • Legumi e fagioli secchi;
  • Frutta secca come noci, anacardi e mandorle;
  • Uva secca, datteri, castagne e prugne umeboshi;
  • Cereali integrali, miglio;
  • Tisane a base di erbe e spezie (ottimo il prezzemolo);
  • Germogli e semi di zucca;
  • Yogurt magro;
  • Condimenti come aglio, pepe, zenzero, senape verde, miso e salsa di soia;
  • Acqua minerale alcalinizzata.

 

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I cibi “acidi” che fanno bene e i “falsi amici”

Ci sono alimenti dal sapore acido, ma che in realtà sono in grado di provocare nell’organismo la formazione di sostanze basiche utili. È il caso degli agrumi come pompelmi e limoni, acidi nel sapore, ma con un livello di acidità che il nostro corpo rende alcalino.

Poi ci sono i cibi insospettabili che nel gergo anglosassone potremmo definire “false friends”. Di questa categoria fanno parte alimenti dal gusto dolce, morbido, per nulla acido. Cibi che tradiscono il palato, ma che possiedono un elevato pH di acidità. Sono prodotti comuni, per lo più processati, come i formaggi a media e alta stagionatura, lo yogurt dolcificato molto diverso da quello magro, ma anche gelati, panna e burro industriali. Tutti prodotti raffinati e lavorati, come il pane e la pasta ricavati da farine raffinate, o ricchi in zuccheri, proteine, amido, e molto poveri in fibre o vitamine. Questi alimenti andrebbero limitati al massimo.

 

Gli effetti degli alcalini 

Frutta e verdura possiedono minerali organici capaci di mantenere l’equilibrio del pH del corpo. Ancora più alcalinizzanti sono gli ortaggi di colore verde e le alghe, che avrebbero il potere di neutralizzare l’ambiente acido dei tessuti. Questi alimenti possono essere consumati ogni giorno.

Anche la corretta idratazione ha un effetto alcalinizzante, stimolando la diuresi con effetti preventivi. La raccomandazione degli esperti è quella di bere almeno un litro e mezzo, 2 litri di acqua al giorno, da adattare in base alla stagione in corso e alla quantità di attività fisica. Andrebbero bene anche tisane e infusi senza zucchero. L’idratazione giusta aiuta soprattutto a eliminare i batteri dalle vie escretrici. Se abbinata ad alimenti ricchi di fibre, favorisce la motilità intestinale, la regolare evacuazione e la riduzione della proliferazione di batteri fecali. Questi patogeni sono tra le principali cause di infezione delle vie urinarie.

 

Quanti cibi alcalini bisogna mangiare

Le diete alcaline consigliano di consumare l’80% di alimenti alcalinizzanti come pane e pasta integrale, grano saraceno, frutta e verdura soprattutto cruda e il 20% di alimenti acidificanti, fra cui il pesce ed il latte di capra. Suggeriscono di evitare carne, latticini e grano, privilegiando una dieta ricca di fibra, verdura, frutta e povera di grassi di origine animale.

Tuttavia gli esperti raccomandano sempre la ricerca di un maggiore equilibrio, certamente puntando più su frutta, verdure, legumi, cereali integrali, pesce. Riducendo le carni, specialmente quelle lavorate e i cibi processati.

Inoltre, non deve mai mancare il giusto apporto di verdura cruda e ben lavata.

 

Come andrebbero mangiati

È importante il costante consumo di verdure, di cereali integrali e di frutta, variando i colori e rispettando la stagionalità dei prodotti.

Meglio variare: verdure crude e ben lavate a porzioni poco cotte (preferibilmente al vapore).

Vanno bene il pesce fresco e i formaggi freschi a basso contenuto di grassi, come fonte di proteine animali. Anche il latte fermentato e suoi derivati, come lo yogurt o il kefir.

Anche i sapori sono importanti e dovremmo sforzarci di riscoprirli, evitando possibilmente il cosiddetto junk food, il cibo spazzatura, gli alimenti industriali e apparentemente molto saporiti, che di contro apportano uno scarso valore nutrizionale. Questi prodotti sono ricchi di additivi e ingredienti capaci di “manipolare” il sapore originale e naturale degli alimenti. Senza contare i coloranti impiegati per un ingannevole restyling visivo che li rende più attraenti. Spesso sono aromatizzati per truccare ulteriormente la sapidità.

I condimenti non sono da meno: possiamo condire le basi di frutta, verdura e cereali integrali ricorrendo ad aromatizzanti naturali come l’aglio, la cipolla e le erbe aromatiche per insaporire i cibi. Naturalmente l’olio extravergine d’oliva a crudo (non cotto) per condire gli alimenti.

 

Le proprietà dei cibi alcalini

Questi alimenti, presi singolarmente, possiedono dei benefici e proprietà. In particolare, sono:

  • Antinfiammatori;
  • Antiossidanti;
  • Disintossicanti;
  • Energizzanti;
  • Alcalinizzanti (Possono riequilibrare l’acidità).

L’ultimo punto andrebbe chiarito, ed è importante per sfatare alcuni falsi miti che riguardano la dieta alcalina. Il pH è l’indicatore per misurare la concentrazione degli ioni idrogeno in un liquido. Dal suo valore si può stabilire il livello di acidità o alcalinità di un tessuto o di un liquido, come il sangue. Nei laboratori il range di pH va da un valore “0” a un massimo di alcalinità “14”. Il sangue e i tessuti alcalini oscillano attorno a un valore di pH 7,4. L’equilibrio attorno al 7,4 è fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo umano, e viene detto equilibrio acido-base. Questo baricentro si mantiene grazie a meccanismi fisiologici come la respirazione. Il pH del sangue, in un organismo sano, si mantiene stabile anche grazie all’attività dei reni, perché le urine eliminano le sostanze che generano squilibri.

Così, se beviamo una spremuta di agrumi o un succo di pomodoro, o assumiamo un cucchiaio di bicarbonato alcalino, il corpo si attiva permettendo al pH del sangue di tornare al punto di equilibrio 7,4. In caso di patologie o malfunzionamento del sistema, l’organismo entra in uno stato di acidosi metabolica o, al contrario, di alcalosi metabolica, con danni alla salute.

Questa modalità di funzionamento dell’organismo è importante per sfatare alcuni falsi miti, tra i quali il presunto effetto antitumorale dei cibi alcalini.

 

La dieta alcalina fa bene? 

Per sostenere un organismo sano occorre mantenere un equilibrio attraverso un’alimentazione ricca ed equilibrata (come la dieta mediterranea) associata a regolare e adeguata attività fisica.

La rete pullula di consigli di presunti esperti che attribuiscono miracoli alla “dieta alcalina” o “macrobiotica”, così definita dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss): “Basata sulla scelta e combinazione, equilibrata, di cibi acidi e cibi alcalini”.

Ma in cosa consiste il regime alimentare alcalino? I nutrizionisti dell’Irccs Humanitas fanno chiarezza sull’importanza di un equilibrio nei regimi alimentari.

“Eccessi o squilibri alimentari sono uno dei fattori di rischio per malattie cronico-degenerative: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori. Altrettanto certo, però, è che ad oggi non esistano evidenze scientifiche in merito al fatto che un cibo o categoria di alimenti che possano essere, da soli, causa di qualunque patologia cronico degenerativa. Questa affermazione è quello su cui ci dobbiamo basare, ogni volta che ci preoccupiamo della nostra alimentazione”, spiegano gli esperti.

Focalizzandoci sui cibi alcalini è bene precisare che la dieta non definisce il pH nel sangue. “Una patologia – osservano dal centro Humanitas – è quasi sempre determinata da fattori di rischio concorrenti ed è molto difficile dare un peso ad ognuno di essi ma è molto raro che un singolo fattore possa essere determinante. Nello specifico, poi, la dieta ha un ruolo del tutto ininfluente nel definire il pH del sangue. Infatti, il nostro organismo tende a mantenere il suo pH stabile, attraverso il sistema acido-base, proprio per evitare gravi danni all’organismo. Inoltre i cibi passano dallo stomaco dove vengono neutralizzati o acidificati dai succhi gastrici”.

 

I cibi alcalini combattono il cancro?

Medici ed esperti della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro hanno fatto luce su questo falso mito della correlazione tra acidità e tumori, in particolare sul presunto potere antitumorale dei cibi fortemente alcalini.

La domanda andrebbe così riformulata: si possono davvero trarre benefici anticancro mangiando cibi che al di fuori dell’organismo tendono a essere basici, come alcuni frutti e alcuni legumi? La risposta è: no. Perché i livelli di acidità di tutti i cibi vengono neutralizzati una volta in contatto con i succhi gastrici dello stomaco, rendendo l’alimento neutro oppure acido prima ancora di essere assimilato.

La verità è che, se anche esistesse un cibo capace di mantenere la propria alcalinità dopo aver attraversato lo stomaco, e di alterare il pH del sangue e dei tessuti, entrerebbe in gioco comunque l’organismo con i suoi meccanismi automatici che riportano il pH ai valori normali e al punto di equilibrio di 7,4.

A oggi non esistono evidenze scientifiche o studi che dimostrino un effetto di una dieta alcalina su tumori già formati nel nostro organismo. Anzi, nel caso del cancro della vescica, non si può addirittura escludere che l’alcalinizzazione delle urine possa persino interferire con i trattamenti antitumorali.

Sono ingannevoli le correlazioni di chi vedrebbe un nesso tra l’alcalinità della dieta ed eventuali effetti benefici per la salute. A tal proposito Airc propone un esempio concreto: una persona che beve caffè può osservare un miglioramento delle capacità di concentrazione e veglia, attribuendo questo effetto all’acidità della bevanda. In realtà a produrre questo effetto non è l’acidità del caffè, quanto una sostanza presente al suo interno ossia la caffeina.

Per concludere: nessuna dieta da sola può combattere il cancro.

 

Una dieta più acida aumenta il rischio tumori?

Qui le cose stanno invece diversamente. La Fondazione Airc cita uno studio successivo a quello finlandese, dai cui risultati si evince che diete classificate come acide si associano a un rischio più elevato di tumori del seno. Altre ricerche hanno messo in evidenza quanto tali diete contribuiscano a un aumento dei livelli di infiammazione e della concentrazione di zucchero nel sangue. Ed è scientificamente dimostrato che queste sostanze in eccesso e tali processi possano contribuire ad aumentare il rischio di tumore.

Oltre ai rischi già noti, una dieta prevalentemente acida impegna il nostro organismo a contrastare l’acidità con elementi naturali presenti all’interno del nostro corpo come il potassio, il calcio ed il magnesio. Quando assumiamo pochi elementi alcalinici attraverso la dieta, l’organismo provvederà a prelevarli dall’interno, in particolare da ossa, denti e altri organi. A lungo andare il corpo rischia di indebolirsi con possibile ipertensione, ossa fragili, carenze vitaminiche.

 

La verità sta nell’equilibrio

Si può certamente affermare che ridurre l’apporto di carne e cibi fritti e favorire il consumo di frutta e verdura sia una mossa intelligente, perché corrisponde a ciò che noi oggi sappiamo essere la migliore dieta in grado di ridurre il rischio di numerosi tipi di cancro. Ciò però non ha nulla a che fare con la basicità o l’acidità degli alimenti.

La ricerca di un equilibrio è fondamentale, oltre allo stile di vita sano. Tutti i meccanismi fisiologici come la digestione, la circolazione sanguigna, l’espulsione di feci e urine, sono legati a questo equilibrio interno tra acidità e alcalinità.