Origano: la spezia mediterranea troppo spesso adulterata

ORIGANO

Uno degli ingredienti più apprezzati in cucina, particolarmente in quella mediterranea, è senza dubbio l’origano, una pianta aromatica che oltre al profumo intenso presenta diversi benefici per la salute. Ma troppo spesso in quello tritato compaiono erbe più economiche

Dal profumo intenso e avvolgente, l’origano è senza ombra di dubbio un ingrediente ottimo per diverse preparazioni, capace di insaporire deliziosamente i piatti della tradizione con una semplice spolverata. Al di là dell’aroma, in ogni caso, vale la pena ricordare che questo prodotto naturale vanta anche molti effetti positivi sul nostro organismo che forse non tutti conoscono.

Che cos’è l’origano da un punto di vista botanico

Il suo nome scientifico è Origanum vulgare. Nonostante sia stato il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort a denominare questa pianta, essa era già ampiamente conosciuta dagli antichi. Sembra infatti che a darle il nome che possiede oggi fu il filosofo greco Teofrasto: il termine nasce dall’unione delle parole òros (montagna) e ganào (io mi compiaccio), in riferimento al fatto che la spezia cresce bene anche quando l’altitudine è particolarmente elevata.

La pianta di per sé può raggiungere un’altezza massima di 7 o 8 centimetri e ha una forma definita dai biologi come emicriptofita scaposa, a ciclo biologico perenne. Una delle sue caratteristiche principali è che è aromatica in tutte le sue parti, dal fusto ascendente, passando per i fiori, le radici e ovviamente le innumerevoli foglioline (di forma lanceolata) che la compongono.

Ne esistono in natura circa 40-50 specie, originarie in modo particolare del bacino del mar Mediterraneo: la piante predilige infatti climi caldo-temperati, tanto è vero che non è affatto raro trovare i suoi arbusti anche in molte zone dell’Asia: si pensa a proposito che il vegetale sia originario dell’Anatolia, dove è possibile trovare la maggior parte delle varianti.

Come coltivarlo

Proprio alla luce delle sue caratteristiche e della sua versatilità, coltivare l’origano è piuttosto semplice e può essere fatto anche nel proprio orto casalingo.

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La semina dovrebbe avvenire intorno al mese di febbraio, in poco terreno. In questa fase è importante assicurarsi che il luogo dove sta crescendo sia sempre piuttosto umido: sarà dunque necessario irrigarlo con una certa frequenza. Basteranno poi un paio di mesi, o tre al massimo, prima di poter trapiantare la pianta nel proprio orto, dove al contrario necessiterà di poca acqua. Bisognerebbe ricordarsi a questo punto di tenere le piantine sempre bene esposte alla luce del sole, innaffiandole regolarmente.

Non c’è una regola precisa, per il resto, rispetto al momento della raccolta, anche se è consigliabile attendere il momento della fioritura per poter apprezzare al meglio l’aroma che sprigionano le foglioline. Una volta raccolto, infine, si potrà decidere la modalità di utilizzo. Sono due in questo caso le opzioni possibili: la pianta potrà essere consumata da fresca oppure da essiccata, e in questo secondo caso sarà necessario tagliare i rametti, legarli insieme e lasciarli in un posto soleggiato e areato. Terminata l’essiccazione, il prodotto andrà conservato in un luogo fresco all’interno di un vasetto di vetro o in un altro contenitore adatto da posizionare in dispensa.

I valori nutrizionali

Generalmente le quantità di origano che vengono consumate sono davvero molto ridotte e si limitano a pochi grammi utilizzati per insaporire le pietanze al pari di sale, pepe o di qualunque altra spezia. Può però essere importante valutare l’apporto in termini di vitamine e di sali minerali che questo tipo di pianta può offrire all’organismo umano. Per ogni etto di origano sono infatti disponibili:

  • 237 µg di folati
  • 85 µg di vitamina A (retinolo equivalente)
  • 3,86 mg di vitamina B1
  • 1,04 mg di vitamina B6
  • 2,3 mg di vitamina C
  • 18,26 mg di vitamina E
  • 621,7 µg di vitamina K
  • 36,80 mg di ferro
  • 148 mg di fosforo
  • 1260 mg di potassio
  • 270 mg di magnesio
  • 1597 mg di calcio
  • 25 mg di sodio
  • 2,69 mg di zinco

Esistono controindicazioni?

Non sono mai state segnalate particolari controindicazioni riferite all’utilizzo dell’origano in cucina, né tantomeno effetti di sorta legati alla possibile interazione fra questo tipo di ingrediente e farmaci o altre sostanze.

Si tratta pur sempre di una semplice erba aromatica, e come tale viene solitamente ingerita in quantità davvero molto ridotte. Si potrebbero presentare, eventualmente, delle possibili reazioni allergiche, ma come per qualunque altro alimento per esserne certi è sempre necessario sottoporsi a un approfondito controllo medico con un test specifico per le allergie. Per maggiori informazioni si consiglia come di consueto di fare riferimento al proprio medico di fiducia.

Vale comunque la pena ricordare che il suo consumo dovrebbe essere ridotto, in generale, nei soggetti sensibili ai salicilati e che tendono a soffrire di gastrite o di ulcera peptica.

Le sue proprietà benefiche

Sono numerosi i benefici sull’organismo che il consumo di questo alimento può produrre. Primo fra tutti il fatto che consente di ridurre molto il sale insaporendo le nostre pienze. Importanti,  anche le sue proprietà antinfiammatorie sull’organismo, garantite dalla presenza del beta-cariofillene.

Da segnalare in aggiunta anche le sue proprietà antisettiche assicurate dalla presenza di due fenoli in particolare, il timolo e il carvacrolo. L’alto contenuto di vitamina C e di vitamina E lo rendono un antiossidante naturale nonché un prodotto utile per rafforzare le difese immunitarie.

Le ricette più classiche

Le foglioline essiccate rappresentano un tocco di sapore immancabile in svariate preparazioni della tradizione italiana. L’erba aromatica può infatti essere utilizzata in numerosissimi piatti, anche tra i più semplici. Un esempio classico è rappresentato dalla bruschetta, la cui preparazione è davvero alla portata di chiunque.

Le quantità in questo caso saranno indicative e dipenderanno dal gusto personale e dal numero di commensali. Per una buona bruschetta serviranno del pane fresco di qualità (come la classica ciabatta, tagliata a fette lunghe e strette), pomodorini ciliegino, uno spicchio d’aglio, olio extravergine di oliva, sale e origano quanto basta.

Per preparare il piatto basterà scaldare una padella o una piastra posizionando le fette di pane portandole a cottura a piacimento, avendo l’accortezza di non bruciarle. Una volta raggiunto il livello di croccantezza desiderato si dovrà grattugiare direttamente sul pane uno spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Dopodiché si potrà condire con un filo d’olio, pomodorini tagliati a spicchi, sale e ovviamente una spolverata di origano a piacere.

Generalmente, la pianta aromatica viene associata ai pomodori, in quasi tutte le loro forme: ecco perché può essere un ottimo complemento anche per una gustosa e sana insalata caprese, composta di fette di pomodori maturi adagiate su un piatto insieme a della mozzarella fresca. Diverso invece è il discorso per la pizza: c’è chi apprezza questo ingrediente sopra alla celebre Margherita, ma in realtà la maggior parte dei puristi sono dell’opinione che l’unica aggiunta possibile oltre al pomodoro e alla mozzarella sia una semplice foglia di basilico.

Esiste anche un’altra modalità di utilizzo di quest’erba: è infatti possibile creare un infuso purificante e drenante lasciando in infusione per qualche minuto le foglioline della pianta in una tazza di acqua bollente. La bevanda potrà essere consumata molto calda o a temperatura ambiente dopo essere stata filtrata.

Il problema delle confezioni adulterate

Il piano di controlli coordinato dalla Commissione europea e lanciato dalla Direzione generale per la Salute e la sicurezza alimentare ha evidenziato nel 2021 una particolare problematica legata alla maggior parte delle confezioni di questo alimento in Europa: sembra infatti che il 50% sia adulterato.

L’analisi delle autorità europee a riguardo (svolta su 21 Stati membri, più la Svizzera e la Norvegia) ha preso in esame ben 1885 campioni: tramite una serie di tecniche all’avanguardia, si è scoperto che moltissime confezioni contenevano in realtà anche diverse altre spezie. Sono stati troppo pochi i casi in cui un vasetto contenesse il 99% di origano, si parla infatti di circa il 60%.

In base a questa ricerca, è emerso che all’interno delle confezioni “contraffatte” erano state utilizzate soprattutto fragole, timo, convolvolo e lattuga. Molto spesso, i produttori utilizzano queste “scappatoie” in quanto le foglie delle piante precedentemente citate hanno una struttura molto simile, che può facilmente essere confusa con quella dell’origano.