Fibra naturale composta per il 70% da cellulosa, il lino ha origine molto antica ed è ritenuto un tessuto estremamente pregiato. E non a caso è il protagonista dei capi estivi
Il lino (Linum usitatissimum) ha diverse proprietà che lo rendono utile alla realizzazione di diversi capi di vestiario e biancheria per la casa. Prodotto principalmente nell’Europa centrale, è particolarmente apprezzato per le innumerevoli qualità, quali sostenibilità, versatilità, traspirabilità e resistenza, oltre che indiscutibile bellezza estetica. Le ragioni per sceglierlo sono quindi moltissime: da un lato, permette sicuramente di spaziare tra look eleganti e sportivi, risultando al tempo stesso confortevole. Trattandosi poi di una fibra interstagionale, il suo utilizzo va da marzo ad ottobre; in estate, tuttavia, è probabilmente l’unica vera valida alternativa al cotone. Unica controindicazione è la sua minore elasticità che facilita le grinze e impone una stiratura accurata
Cenni storici
Già dall’8000 a.C. il lino viene definito una fibra nobile, trovando impiego nella copertura delle mummie dei faraoni in segno di omaggio da parte degli antichi Egizi. I Fenici si occupavano del suo commercio e della sua esportazione in Nord Europa. Il suo utilizzo, però, raggiunse l’apice nel Rinascimento, periodo durante il quale si conferma come simbolo di ricercatezza ed eleganza. Ad oggi viene coltivato principalmente in Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi, che hanno ricevuto il marchio di qualità di “Master of linen”.
Caratteristiche e proprietà
Le proprietà che contraddistinguono questo tessuto sono:
- sostenibilità, dato che si tratta di una fibra ecologica la cui coltivazione arricchisce l’humus del terreno. Inoltre, è riciclabile e biodegradabile al 100%;
- è ipoallergenico e battericida, ottimo anche sui tipi di pelle più delicati e sensibili;
- resistenza: non si rovina con ripetuti lavaggi, anzi, questi gli conferiscono una morbidezza maggiore. Considerata la sua elevata resistenza alla trazione, questo tessuto viene classificato immediatamente dopo gli acciai speciali;
- termoregolazione: che si tratti di un tessuto in grado di donare freschezza è noto, caratteristica che lo rende perfetto per gli abiti estivi, ma riesce anche a mantenere il calore costante. La sua funzione termoregolatrice lo rende certamente confortevole in ogni stagione, traspirante in estate e isolante in inverno;
- traspirazione: riesce ad assorbire l’umidità e a far respirare la pelle, oltre che essere in grado di filtrare i raggi Uv. Il tessuto è praticamente in grado di ritenere una massa di acqua uguale alla propria massa secca, caratteristica che lo rende una fibra ideale per il contatto diretto con la pelle.
Tipologie e lavorazione
Il tessuto può essere suddiviso principalmente in tre tipologie, a seconda della finezza della sua fibra. Si parla quindi di:
- lini fini: sono dotati di fibre più sottili, perfetti per pizzi, merletti e tele pregiate;
- lini mezzani: caratterizzati da fibre di medie dimensioni, usati per tele comuni come capi d’abbigliamento, lenzuola e asciugamano;
- lini grossi: dotati di fibre spesse, utilizzati generalmente per tovaglie e canovacci.
Anche il residuo del lino, la stoppa, può essere utilizzato per realizzare spaghi e corde.
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La lavorazione di questo tessuto consiste essenzialmente in quattro fasi. La prima, la fase di raccolta, prevede che l’intera pianta venga estirpata dal suolo per riuscire ad ottenere il massimo della lunghezza della fibra, che viene poi messa a macerare. Si procede poi con la strigliatura, durante la quale vengono eliminati i residui legnosi e le fibre vengono pulite e pettinate. A questo punto si avrà la filatura: le fibre vengono filate attraverso tecniche antiche e pregiate, utilizzando metodi diversi a seconda della qualità che si voglia ottenere. Al termine della filatura si avrà poi la nobilitazione, con una serie di processi volti ad impreziosire ulteriormente il tessuto al fine di commercializzarlo.