Quali sono le cause e i rimedi per contrastare la dermatite seborroica

dermatite

La dermatite seborroica è una condizione della pelle che tendenzialmente porta ad avere un forte prurito. Ecco le sue caratteristiche e quali sono gli strumenti a nostra disposizione per combatterla.

Un tipo di infiammazione piuttosto comune delle regioni cutanee è la cosiddetta dermatite seborroica, una patologia che riguarda in modo particolare tutte quelle aree caratterizzate da un’elevata densità di ghiandole sebacee (cioè quelle che producono il sebo).

Le cause precise della patogenesi sono ad oggi ancora sconosciute. Si pensa ad ogni modo che l’alto livello di produzione di sebo possa essere in qualche misura collegato al numero di lieviti di Malassezia presenti sulla cute e alla relativa reazione infiammatoria che essi provocano.

Si vedano di seguito tutte le sue caratteristiche e le varie opzioni a disposizione per prendersene cura e contenere quanto più possibile i fastidi che essa provoca.

Come si manifesta la dermatite seborroica negli individui: ecco quali sono i sintomi

Chi dovesse essere colpito da questo tipo di infiammazione presenta tipicamente una desquamazione più o meno accentuata a livello del volto e soprattutto del cuoio capelluto. La forma più lieve comporta la comparsa di piccole squame sui capelli (forfora) mentre le forme più gravi si manifestano con evidenti placche eritematose coperte da squame untuose di colore giallastro.

A seconda della gravità dell’infiammazione, l’esfoliazione intensa della pelle può generare crosticine e/o eritema o follicolite (che spingono i soggetti a grattarsi, peggiorando la situazione visto che in questo modo stimolano l’ulteriore produzione di sebo).

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In realtà volto e cuoio capelluto sono soltanto due delle aree che più spesso vengono colpite. Tutte le zone del corpo che presentano molte ghiandole sebacee possono manifestare gli stessi sintomi di cui sopra: ecco dunque che la desquamazione e le placche possono apparire anche a livello della regione compresa fra le scapole, la regione dello sterno e quella genitale (quest’ultimo caso però è piuttosto raro).

Non si tratta in alcun modo di una malattia contagiosa e solitamente si presenta negli anni della preadolescenza e dell’adolescenza e colpisce in modo particolare i pazienti di sesso maschile. Nei bambini più piccoli, invece, tende a presentarsi con maggior frequenza entro i primi tre mesi di vita, mentre nelle persone adulte (particolarmente quelle che soffrono di alcune patologie croniche o autoimmuni) si manifesta nei soggetti fra i 30 e i 70 anni.

L’incidenza e la gravità della patologia: i diversi scenari

Non esiste, dunque, un solo tipo di manifestazione di questo tipo di infiammazione. Il livello di gravità dipende da molti fattori, tra cui vale la pena sottolineare quelli genetici, quelli psichici, quelli legati a stress fisici e anche a quelli climatici. Solitamente, infatti, tale stato infiammatorio tende a peggiorare con l’arrivo dei primi freddi invernali.

La condizione, che spesso precede o accompagna la psoriasi (anche chiamata seboriasi o sebopsoriasi) può manifestarsi con maggior frequenza nei soggetti affetti da alcuni disturbi neurologici (soprattutto il morbo di Parkinson) oppure fra quelli colpiti da Hiv/Aids, nei quali si produce uno squilibrio delle risposte antinfiammatore delle cellule T. Uno scenario molto raro è quello in cui la patologia si manifesta in maniera generalizzata, ovvero su tutta la superficie del corpo.

Per il resto, i sintomi si presentano nei pazienti in maniera graduale, con una desquamazione diffusa e untuosa del cuoio capelluto che tende poi a propagarsi anche in altre parti del corpo, causando un prurito di intensità variabile.

Quando questo tipo di dermatite si presenta nella sua forma più grave possono apparire papule squamose di colore rosso-giallastro sull’attaccatura dei capelli, oppure dietro alle orecchie, sulle sopracciglia, o ancora nei solchi nel naso/delle labbra e sopra lo sterno. In questi casi si può presentare anche una blefarite marginale (cioè un’infiammazione cronica del margine delle ciglia di entrambe le palpebre) con un’irritazione congiuntivale e croste secche e gialle.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, in ogni caso, nonostante provochi evidenti effetti a livello del cuoio capelluto, tale dermatite non provoca la perdita dei capelli.

C’è modo di prevenire questa condizione?

Come anticipato, esistono dei soggetti che sono naturalmente più predisposti di altri e, in alcuni casi, la loro dermatite può ripresentarsi e persino acutizzarsi nel corso del tempo, particolarmente con l’arrivo dell’autunno o dell’inverno o in concomitanza con periodi di forte stress. Si tratta, spesso e volentieri, di una malattia ad andamento cronico.

Non esistono di per sé delle tecniche particolari per prevenire l’insorgenza dei sintomi, ma ci sono comunque delle raccomandazioni generali da prendere in considerazione per non rischiare di peggiorare la propria situazione.

Prima di tutto, è sconsigliabile effettuare bagni o lavaggi troppo frequenti, in quanto il sapone e gli shampoo più aggressivi possono indebolire gli strati più superficiali della pelle. In presenza di squame già evidenti, bisognerebbe evitare quanto più possibile di grattarsi o di staccare manualmente i rimasugli di pelle: questo tipo di operazione può infatti facilmente scatenare nuove dermatiti o altre infiammazioni ancor più serie. È inoltre importante porre particolare attenzione agli sbalzi di temperatura e all’esposizione ai raggi ultravioletti del sole: evitare di uscire nelle ore più calde o più fredde della giornata può certamente aiutare il soggetto colpito a evitare problemi futuri.

Come diagnosticare la malattia

Nel caso sia effettivamente presente una condizione di grave infiammazione cutanea di questo tipo sarà necessario affidarsi ad un dermatologo che potrà fornire tutte le indicazioni del caso identificando prima di tutto la presenza effettiva della malattia e sviluppando un percorso di cure adeguato per il paziente.

Il medico curante sottoporrà innanzitutto il suo assistito a una serie di domande di rito (l’anamnesi generale) per verificare l’eventuale presenza di altre condizioni o fattori di rischio. In una prima fase sarà quindi necessario verificare quali sono le abitudini del paziente (il fumo di sigaretta, l’alimentazione, il consumo di particolari sostanze come l’alcol eccetera), qual è la sua storia familiare (potrebbe infatti esserci una componente genetica) e quali sono i livelli di stress psicofisico percepiti di recente.

Successivamente si potrà passare all’esame oggettivo, verificando la presenza delle manifestazioni tipiche di questa infiammazione, come per l’appunto la desquamazione diffusa sui capelli e su altre zone corporee.

In questa fase sarà necessario anche effettuare la cosiddetta diagnosi differenziale, volta a escludere altre condizioni simili. Questa particolare condizione infiammatoria, infatti, potrebbe essere confusa con altre patologie quali:

  • La dermatite atopica del cuoio capelluto: generalmente si manifesta per la prima volta con una desquamazione molto fine, secca e bianca.
  • La rosacea: può presentarsi insieme alla stessa dermatite, con la differenza che questa patologia non presenza desquamazione ma bensì papule, pustole e un eritema sul viso.
  • La psoriasi del cuoio capelluto: in questo caso le placche eritematose e squamose sono ben definite

Il trattamento: come si cura questa infiammazione

Si è visto in precedenza come una delle principali cause della desquamazione e dell’eccessiva produzione di sebo sarebbe la Malassezia, un particolare tipo di lievito.

Ecco perché la terapia che andrà a curare questo tipo di dermatite sarà essenzialmente a base di farmaci antifungini (ma è soltanto una delle svariate possibilità).

Gli shampoo antifungini disponibili in commercio (da applicare almeno due volte a settimana) si sono rivelati molto efficaci nel controllare la forfora causata dalla dermatite del cuoio capelluto. È fondamentale ricordare a questo proposito che i lavaggi con questo tipo di prodotto dovrebbero essere effettuati in diverse occasioni nel corso del tempo, vista e considerata la natura cronica di questa condizione, che tende a ripresentarsi con una certa frequenza nei soggetti predisposti, con recidive. Un’altra opzione altrettanto valida è rappresentata dagli shampoo cheratolitici (a base di selenio solfuro, inco-piridione oppure di acido salicilico) o dagli shampoo a base di catrame, da usare a giorni alterni o quotidianamente.

Non è detto che l’applicazione dei prodotti sopracitati sortisca gli effetti desiderati. Nel caso in cui la dermatite dovesse persistere si potrebbe quindi pensare di applicare soluzioni topiche di corticosteroidi, che tuttavia nel lungo termine potrebbero avere degli effetti collaterali. Meglio quindi prediligere soluzioni di corticosteroidi a bassa potenza applicandole sui capelli e/o sulla barba e sulle sopracciglia il meno possibile.

In altre zone del corpo si predilige l’utilizzo di particolari creme, come per esempio il ketoconazolo crema 2% oppure altri imidazolici topici da applicare 2 volte al giorno. Eventualmente è possibile utilizzare sulle parti colpite anche corticosteroidi topici lievi. I corticosteroidi più forti, va ricordato, sono soluzioni da utilizzare con estrema attenzione, visto e considerato che sulla pelle del viso in modo particolare possono provocare reazioni sgradevoli (come l’atrofia, la follicolite, l’acne eccetera).

Per quanto riguarda i bambini più piccoli e i neonati di solito si usa un particolare shampoo per lattanti e una crema di idrocortisone da 1 a 2,5%, oppure un unguento contenente fluocinolone allo 0,01% una o 2 volte al giorno per l’eritema e la desquamazione del cuoio capelluto o del viso. Nei casi più seri è anche possibile applicare antifungini topici come il ketoconazolo 2% in crema o econazolo 1% in crema.

Nel caso si dovessero notare delle lesioni spesse sul cuoio capelluto del bambino si può pensare di applicare una lozione a base di olio minerale, di olio d’oliva oppure un corticosteroide in gel. I prodotti andranno applicati fino a che sulla pelle del bambino non saranno scomparse tutte le squame.