Abbiamo portato in laboratorio tre miscele di caffè per scoprire quanto acrilammide contenessero. E i risultati mostrano come ci siano prodotti che riescono ad azzerare il contaminante sospetto cancerogeno.
Il caffè è una passione italiana e fino a tre tazzine al giorno anche una fonte di benessere. Se non fosse che, come spiegano i dati scientifici, può contenere quote variabili di acrilammide, il contaminante di processo che si forma durante la tostatura ed è un potenziale cancerogeno.
Per fortuna non tutti i caffè ne contengono la stessa quantità e la ricerca ci dice che le quote minori sono contenute dal 100% arabica a tostatura intensa. E le miscele? Ne abbiamo portate tre in laboratorio: in un caso il contenuto di contaminante era zero, negli altri due tra 236 e 303 microgrammi per litro. Segno che se vogliono le industrie possono ottenere una bevanda ad acrilammide zero e permetterci di assaporarla senza rischi.
Con la dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista, oscar per la salute 2018 e massima esperta in Europa di Nutrizione Culinaria e autrice del libro Acrilammide, il cancerogeno tabù (Art Joins Nutrition Editore), continuiamo il viaggio settimanale per conoscere meglio questo rischio e imparare a scegliere bene gli alimenti (e i metodi di preparazione migliori) che ci consentano di tenerci alla larga da questo pericoloso contaminante di processo.
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