Qual è la procedura per annullare un bonifico bancario

bonifico

Le procedure per annullare un bonifico bancario sono più semplici e favorite dalle nuove tecnologie. Il sistema Sepa tutela dalle frodi e rende le transazioni più trasparenti, ma attenzione ai tempi, sempre più rapidi.

 

Il bonifico bancario è uno degli strumenti di pagamento e di riscossione credito tra quelli riconosciuti e regolamentati dalle istituzioni economiche italiane e internazionali. Banca d’Italia lo definisce nei seguenti termini:

“È l’ordine dato dal debitore di trasferire una somma sul conto di un creditore, di norma con addebito sul proprio conto corrente”.

Dal 1° agosto 2014 lo standard utilizzato per i bonifici in euro è quello del bonifico europeo, il cosiddetto Sepa credit transfer – Sct. Per effettuare un Sct è necessario fornire unicamente e obbligatoriamente il codice Iban del beneficiario, che identifica in modo univoco il conto di destinazione dei fondi.

I tempi di esecuzione dell’operazione possono variare. Di solito l’accredito richiede 2-3 giorni lavorativi se il beneficiario ha un conto presso lo stesso istituto di credito di chi effettua il bonifico. Si può arrivare a 7 giorni in caso di banche differenti. Anche oltre una settimana quando la transazione viaggia verso un conto estero.

Ma cosa fare in caso di errore o problema? È possibile annullare un bonifico bancario? E come procedere? Ecco la risposta a questi interrogativi.

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Come si annulla un bonifico bancario

Intanto l’annullamento va a buon fine a patto che:

·       La somma non sia già stata accreditata sul conto corrente del beneficiario. Quindi l’operazione di trasferimento del denaro non deve esserci conclusa, ma risultare ancora in corso.

È importante sapere che i bonifici istantanei online concedono tempi più ristretti prima che il denaro arrivi sul conto del beneficiario. Una volta accreditati, bisognerà dunque rivolgersi direttamente al beneficiario per ottenere la restituzione dei soldi.

La banca (sia online che allo sportello) non potrà stornare la somma, una volta accreditata in favore del beneficiario, anche in caso di errore materiale.

Comunque, le procedure e i tempi entro cui annullarlo sono differenti, a seconda che si tratti di un bonifico effettuato online o allo sportello, e a seconda dei tempi stabiliti dalla banca (mediamente entro 2 giorni in caso di bonifico allo sportello, poche ore in caso di bonifico online).

Ecco come funziona.

 

·       Annullamento con home banking

In caso di bonifico effettuato online, la procedura è più snella. È sufficiente cliccare nella sezione “annulla” dell’area “ultimi bonifici” della propria piattaforma di home banking.

La transazione può essere annullata mediamente entro 2 ore dall’esecuzione dell’operazione. Alcune banche concedono tempi più lunghi.

 

·       Annullamento allo sportello

In tal caso occorrerà recarsi nuovamente presso lo sportello dell’istituto bancario per chiedere la revoca dell’ordine di pagamento.

 

E se il beneficiario non restituisse la somma?

Dopo aver tentato invano di riottenere la somma senza valida causa rivolgendosi direttamente dal correntista beneficiario, non resterà altra strada che ricorrere tramite vie legali. In questa situazione bisogna prima:

·       Inviare una raccomandata a.r. o una Pec;

·       In caso di mancata risposta, bisognerà rivolgersi al giudice, chiedendo di agire con l’azione di indebito arricchimento nei confronti di chi abbia ricevuto un pagamento che non gli era dovuto.

Il bonifico “parlante”

Questo strumento di pagamento è stato introdotto per usufruire delle agevolazioni fiscali che man mano decide un governo. È necessario ai fini dell’ottenimento dei vari bonus casa (superbonus, ristrutturazione, mobili, facciate, ecobonus, e vari).

Si tratta di una tipologia di bonifico che può essere bancario o postale, il quale garantisce maggiore trasparenza e tracciamento nella comunicazione tra contribuente e destinatario. Un documento che certifica gli effettivi interventi edilizi operati e agevolati dalla detrazione fiscale. Un modo, come altri, per arginare il fenomeno delle frodi che, secondo stime recenti della Guardia di Finanza, è costato ben 5,6 miliardi di euro nel 2022.

Si differenzia da quello ordinario per i dati che vanno inseriti (sia in caso di pagamento bancario e postale, che online). Le informazioni che non devono mancare sono le seguenti:

·        Codice fiscale del beneficiario della detrazione (Per le ristrutturazioni di parti condominiali bisogna inserire il codice fiscale del condominio, dell’amministratore o dell’inquilino che ha sostenuto la spesa. In caso di più proprietari, bisogna riportare nome, cognome e codice fiscale di tutti);

·        Numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico (ditta o professionista che ha effettuato i lavori);

·        Causale del bonifico, con la dicitura corretta da inserire che è “Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986”. Si consiglia di inserire anche i riferimenti della fattura in modo da risalire al documento preciso (numero e data).

È anche possibile utilizzare i bonifici già predisposti per la detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di quella per la riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus), riportando la causale con i riferimenti normativi a seconda dell’agevolazione richiesta.

Sono validi anche i bonifici effettuati tramite conti aperti presso gli “istituti di pagamento”, cioè le imprese, diverse dalle banche, autorizzate dalla Banca d’Italia a prestare servizi di pagamento.

 

Come annullare o correggere un bonifico parlante

È possibile entrare nuovamente nel profilo del conto corrente online, cliccare sulla voce “ultimi bonifici”, e premere il tasto “cancella” o “annulla”.

Oppure recandosi presso lo sportello bancario.

Si può correggere nell’immediato ripetendo il pagamento all’impresa che ha effettuato i lavori, avendo cura di indicare tutti i dati necessari per poter accedere alle detrazioni fiscali.

Queste le procedure immediate.

Invece, per effettuare nuovamente il pagamento a causa di una compilazione errata, occorrerà chiedere il consenso all’impresa che ha effettuato i lavori per ottenere la restituzione totale dell’importo pagato al contribuente.

Se il bonifico risultasse errato, bisognerebbe richiedere una dichiarazione specifica al fornitore che ha effettuato i lavori.

 

Con i nuovi sistemi di pagamento il consumatore è più tutelato

Sepa è l’acronimo che identifica la Single Euro Payments Area (l’Area unica dei pagamenti in euro), ovvero la zona nella quale gli utilizzatori degli strumenti di pagamento (cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni e altri operatori economici) indipendentemente dalla loro residenza possono effettuare e ricevere pagamenti in euro non in contanti sia all’interno dei confini nazionali che fra paesi diversi, alle stesse condizioni e con gli stessi diritti e obblighi. In termini numerici, la Sepa riguarda 33 nazioni (tutti gli Stati membri dell’Unione europea, più l’Islanda, la Norvegia, il Liechtenstein, la Svizzera e il Principato di Monaco) per un totale di 513 milioni di cittadini e circa 9.200 istituzioni finanziarie.

Dal primo febbraio 2014 le banche eseguono i bonifici e gli addebiti diretti secondo gli standard e le regole stabilite dall’Ue. Inoltre, è previsto l’obbligo per tutte le banche che offrono servizi di pagamento di essere raggiungibili per i bonifici e gli addebiti diretti iniziati da un pagatore presso qualunque altro paese Ue.

Grazie a questi nuovi sistemi le transazioni sono diventate più veloci e trasparenti, meno vulnerabili alle truffe, con più garanzie anche in caso di errori o trasferimenti di denaro sbagliati.

I soggetti (creditore e debitore interagiscono in un regime di trasparenza, perciò è più facile rimediare a errori o annullare operazioni).

La diffusione delle nuove tecnologie informatiche ha favorito lo sviluppo di servizi di pagamento in Internet (e-payments), implementati soprattutto a supporto del commercio elettronico (e-commerce). Tali servizi includono un’ampia gamma di soluzioni, che va dall’utilizzo in rete di strumenti tradizionali, quali ad esempio le carte di pagamento, all’offerta di servizi di pagamento con caratteristiche innovative. Le transazioni avvengono tipicamente utilizzando le connessioni su rete Internet. Al fine di rafforzare la sicurezza delle operazioni di pagamento, gli intermediari adottano metodi di autenticazione degli utenti più robusti rispetto all’uso della semplice password: essi sono basati sull’uso di credenziali a doppio fattore. I fattori sono rappresentati da qualcosa che l’utente:

·       Conosce (es. una password);

·       Possiede (es. un token o similare);

·       Elementi biometrici.

Queste garanzie rendono più difficile ai frodatori la cattura delle credenziali e il loro uso successivo per pagamenti non autorizzati.

Grazie a questi nuovi sistemi, i pagatori (soprattutto consumatori e acquirenti) sono più tutelati anche in caso di bonifici errati o da annullare.

Fra i servizi innovativi vanno annoverate le piattaforme specializzate per il commercio elettronico presso le quali sia il cliente che il venditore detengono un conto virtuale. Il gestore della piattaforma può prevedere che il cliente associ al proprio conto virtuale uno o più strumenti di pagamento.

In effetti, è sempre più diffusa l’offerta di servizi per l’effettuazione di operazioni di pagamento tramite telefono cellulare (smartphone) o altro dispositivo mobile (tablet).

Le soluzioni più frequenti prevedono l’utilizzo di una carta di pagamento virtualmente inserita nel dispositivo (tramite una “app”) oppure associata alla sim card ovvero l’addebito a valere sul credito telefonico. In quest’ultimo caso gli acquisti si riferiscono, prevalentemente, a beni o servizi digitali fruibili attraverso il dispositivo mobile, nonché, entro determinati limiti di importo, a servizi di trasporto pubblico e di parcheggio.