Cosa fare in caso di un attacco di diarrea

DIARREA
man holding a roll of toilet paper on gray background

La diarrea è senza ombra di dubbio uno dei disturbi più fastidiosi e imbarazzanti che possiamo vivere: dietro l’espulsione di feci liquide ci possono essere varie ragioni, scopriamole più nel dettaglio e vediamo come intervenire

Chiunque di noi potrebbe aver vissuto almeno una volta questa sensazione, molto imbarazzante e spiacevole (se non addirittura dolorosa): può infatti capitare che da un momento all’altro le nostre viscere inizino a brontolare e che si senta, impellente, l’urgenza di andare in bagno nel più breve tempo possibile. Non è sicuramente piacevole vivere una situazione del genere, ma è ovviamente molto importante ricordare che un attacco di diarrea  può succedere a chiunque e che, soprattutto, non è di norma qualcosa di grave.

Dopo la fase dell’evacuazione, infatti, si tende a stare meglio nel giro di pochi minuti, seppure il disturbo potrebbe tornare a colpire senza alcun segnale di avvertimento. A quel punto al disagio fisico è possibile che si aggiunga quello psicologico: l’imbarazzo di un attacco di diarrea nel momento più sbagliato è certamente un fantasma con il quale in molti di noi convivono.

Proviamo dunque a spiegare un po’ meglio cos’è esattamente la diarrea, quali possono essere le cause che la provocano e quali possono essere le modalità per curarla o limitarne gli effetti.

Che cos’è la diarrea: la definizione scientifica

Stiamo parlando, a livello prettamente tecnico, di un disturbo che provoca un aumento delle emissioni di feci quotidiane, di norma in forma acquosa, completamente liquida o semisolida. Il fenomeno è tale se si presenta più volte nel corso della stessa giornata, con un aumento della produzione fecale che a volte può superare i 200 grammi al dì.

Solitamente (anche se non è una regola) questa condizione si presenta accompagnata anche da altri sintomi legati all’apparato gastrointestinale, come nausea, vomito e si manifesta in più scariche; non è ad ogni modo raro avere un attacco con una singola evacuazione.

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I tipi esistenti

Fondamentalmente, questo tipo di manifestazioni fecali si dividono in due categorie: da un lato c’è la diarrea acuta, dall’altro quella cronica. Nel primo caso, le scariche di feci semiliquide si presentano in un intervallo che va da una manciata di ore alle due settimane al massimo. Nel secondo, invece, il disturbo si protrae per 4 settimane circa e può essere segnale di altre condizioni da tenere sotto controllo.

Nella maggior parte dei casi questa fastidiosa condizione si risolve nel giro di due giorni al massimo, anche senza l’aiuto di medicinali di sorta o del supporto di un medico. Risulta però importante comprendere quali possono essere le sue svariate cause per cercare di trovare una soluzione rapida al problema.

Le cause del fenomeno

In una situazione normale, le feci vengono espulse tramite l’ultimo tratto dell’intestino, il retto e l’ano, in formato solido. Tuttavia, può accadere con una certa frequenza che a causa di problemi nella peristalsi intestinale emerga un insufficiente assorbimento dei liquidi. Questa condizione può essere provocata da diversi fattori, che vale la pena di analizzare più nel dettaglio, uno per uno.

Fra le cause più comuni di questo problema ci possono essere determinati tipi di virus, come per esempio il Citomegalovirus e il Rotavirus. Mentre il primo fa parte degli herpes virus e causa di norma condizioni lievi o paucisintomatiche, il secondo è il principale fattore dietro alle nostre gastroenteriti.

Esiste inoltre la possibilità di vivere questa fastidiosa condizione dopo essere entrati in contatto con diversi tipi di batteri: i più comuni e conosciuti sono l’Escherichia coli e la Salmonella. ma particolarmente rischiosi da questo punto di vista sono anche il Campylobacter e la Shigella. Si tratta, in questo caso, di un disturbo piuttosto comune che si manifesta assumendo determinati tipi di cibi trattati in modo non adeguato, soprattutto uova o pesce.

C’è poi la possibilità, non così comune, di entrare a contatto con parassiti come il Giardia Iamblia (si trasmette solitamente ingerendo acqua contaminata) o il Cryptosporidium

Esistono poi altre situazioni in cui il fenomeno può presentarsi in associazione ad altre condizioni particolari: può infatti capitare di dover espellere feci liquide come reazione a determinati tipi di antibiotici o nel caso in cui si assumessero latticini (non solo latte, ma anche formaggi, yogurt etc.) e si fosse in realtà intolleranti al lattosio.

Il disturbo, tra le altre cose, risulta spesso associato a svariate altre problematiche: spesso infatti questa condizione si presenta accompagnata anche da sangue nelle feci (nei casi più gravi, è facile accorgersene perché esse appaiono di colore molto scuro), forti crampi all’addome, dolori nella parte bassa della pancia e anche febbre.

Uno scenario che si presenta con una certa frequenza è inoltre quello della diarrea del viaggiatore, una condizione vissuta da chi decide di viaggiare in paesi dove le condizioni igienico-sanitarie lasciano a desiderare. A volte basta un cubetto di ghiaccio in un cocktail per rovinare un’intera vacanza: il consiglio in questo caso è quello di fare estrema attenzione ai luoghi che si frequentano e alle bevande e ai cibi che si ingeriscono, soprattutto se disponibili presso venditori ambulanti.

Quando la condizione diventa cronica

Come anticipato, è possibile che ci si ritrovi a dover espellere feci semiliquide per un arco di tempo piuttosto prolungato, che può protrarsi anche per diverse settimane. In uno scenario del genere risulta evidente come non ci si trovi in una condizione normale: risulterà in questo caso necessario scoprire la reale radice del problema per affrontarlo nel modo più adeguato.

Può per esempio accadere che manifestazioni croniche di questa condizione si presentino nei soggetti affetti da malattia celiaca, ovvero l’intolleranza al glutine: le feci del soggetto in questi casi saranno di norma particolarmente maleodoranti e di colore chiaro.

Un’altra eziologia che si presenta con una certa frequenza è quella collegata alla sindrome da colon irritabile, ma può succedere che la condizione si manifesti in forma cronica come diretta conseguenza di particolari malattie intestinali croniche.

Un ulteriore scenario è quello in cui la condizione perduri nel tempo come effetto dell’assunzione di farmaci o sulla scia di un intervento chirurgico (si parla in questo caso, in termini tecnici, di forme “iatrogene”) mentre ci si riferisce alla cosiddetta steatorrea quando la diarrea è collegata all’insufficienza pancreatica. In quest’ultimo caso, a causa del malfunzionamento del pancreas, nelle feci saranno presenti grandi quantità di sostanze grasse non digerite nel modo corretto.

Come prevenirla

Posto che come già detto non si tratta di una patologia grave di cui preoccuparsi, è importante fornire qualche indicazione di massima per cercare il più possibile di evitare questa fastidiosa evenienza.

Alcune delle norme da ricordare sono in realtà regole di buon senso, che abbiamo imparato a conoscere e applicare nella vita di tutti i giorni anche durante gli anni della pandemia da Covid-19. La regola numero uno, in generale, è mantenere un’igiene personale impeccabile.

Essendo la diarrea causata molto spesso da virus e infezioni batteriche sarà necessario prima di tutto lavarsi frequentemente le mani con acqua calda e sapone subito dopo essere andati in bagno e prima di mettersi ai fornelli o di consumare qualunque bibita o cibo solido. Molto importante anche occuparsi dell’igiene del bagno, disinfettando con frequenza il wc e/o il bidet subito dopo aver evacuato, particolarmente se affetti da un attacco di diarrea. Se si pensa di essere stati colpiti da un virus e un batterio che sta causando questa condizione sarebbe meglio, inoltre, non condividere con amici parenti piatti, bicchieri, posate, tovaglioli o asciugamani.

Grande attenzione andrebbe posta anche ai metodi di conservazione degli alimenti che si consumano: lasciare i cibi troppo a lungo a temperatura ambiente può infatti causare il proliferare di pericolosi batteri.

 

Il rischio disidratazione

Per quanto la diarrea non costituisca un particolare pericolo è comunque importante sottolineare come questo tipo di condizione causi un’ingente perdita di liquidi in breve tempo che non è assolutamente da sottovalutare.

Nel caso si venisse colpiti da un attacco improvviso e la condizione perdurasse nel tempo è fondamentale ricordarsi quanto sia cruciale bere molti liquidi per compensare la perdita e non rischiare di disidratarsi.

La disidratazione è una condizione che in alcuni casi può portare a conseguenze decisamente gravi, soprattutto negli anziani e nei fragili. In questa fase, l’assunzione di acqua e di cibi liquidi (come il brodo o il tè caldo) è una soluzione molto utile per scongiurare il peggio. Per il resto, quando si è affetti da questa condizione è sconsigliabile consumare cibi troppo processati, eccessivamente pesanti e grassi, ma sono da evitare anche le bevande gassate, troppo zuccherate ed eccitanti, oltre ovviamente all’alcol.

I rimedi

Per fare passare la diarrea a volte basta attendere pochi giorni o addirittura poche ore, stando a riposo ed evitando situazioni dove la necessità di un’evacuazione improvvisa potrebbe causare disagi.

Per il resto, nei casi di una condizione cronica sarà il gastroenterologo a prescrivere specifici farmaci antidiarroici che possano andare a ripristinare la regolarità dell’attività intestinale. Se il disturbo fosse di origine batterica, infine, si potrà andare ad agire con antibiotici accompagnati eventualmente da integratori alimentari con probiotici per ristabilire la flora intestinale.