Come funziona il Fondo vittime per l’amianto 2023

amianto

Che cos’è il Fondo vittime per l’amianto 2023 e qual è il suo funzionamento: le risorse disponibili, chi interessa e come farne richiesta. 

L’amianto è un materiale di origine naturale le cui fibre possono essere separate in filamenti sottili e durevoli. Presenta delle fibre molto isolanti, in grado di resistere al calore, al fuoco e alle sostanze chimiche, e che non conducono elettricità. Proprio per questi motivi l’amianto è stato molto usato nei settori dell’industria come elemento per rinforzare il cemento e altri materiali, ma si tratta anche di una sostanza particolarmente pericolosa. Più nello specifico, se i prodotti contenenti amianto vengono intaccati rilasciano delle fibre sottili, queste causano nel tempo malattie come l’asbestosi, mesotelioma e altre forme di cancro. L’amianto è stato classificato come materiale cancerogeno di categoria 1A nel regolamento Ce n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze chimiche e, come riportato dal “portale della Commissione europea”, rappresenta un pericolo per la salute solo se è intaccato e se le sue fibre circolano nell’aria sotto forma di polvere di amianto. Da quando si è scoperta la grande pericolosità dell’amianto si è cercato di intervenire a livello legale, ma purtroppo molti sono stati i casi di coloro che a causa di lunghe esposizioni a queste fibre tossiche si sono ammalati o sono morti. Proprio per questo è stato istituto, nel 2007, il Fondo per le vittime dell’amianto.

Il Fondo per le vittime dell’amianto, cos’è

La legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge di stabilità 2008), ha istituito il Fondo per le vittime dell’amianto che garantisce un indennizzo economico a tutti i titolari di rendite per malattie correlate all’esposizione prolungata all’amianto. Inoltre, in caso di morte dell’ammalato, le linee guida del Fondo prevedono che l’indennizzo economico venga disposto in favore degli eredi titolari di rendita a superstiti. Entrando più nel dettaglio, coloro che possono beneficiare delle risorse del Fondo sono:

  • i soggetti titolari di rendita diretta a cui è stata riconosciuta dall’Inail, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, una patologia asbesto-correlata per esposizione all’amianto;
  • i titolari di rendita a superstiti dei lavoratori vittime dell’amianto individuati ai sensi dell’art. 85 del Testo unico e successive modifiche ed integrazioni.

Come detto, il Fondo eroga prestazioni in favore di tutte le vittime che hanno contratto patologie asbesto-correlate e, a tal proposito, si ricorda che con esse si fa riferimento proprio a tutte quelle malattie che derivano dall’aver inalato o ingerito le fibre di amianto. Quest’ultimo, a seguito di una lunga e continua esposizione, provoca un’infiammazione nell’organismo che può evolvere anche in masse tumorali. Tra le patologie asbesto-correlate più diffuse troviamo il cancro del polmone e il mesotelioma pleurico, ma anche l’asbestosi, una fibrosi polmonare progressiva, le placche pleuriche e altre tipologie tumorali con una maggiore o minore evidenza scientifica di correlazione con l’amianto. Dai dati clinici raccolti in questi anni, è inoltre emerso che le malattie correlate all’inalazione delle fibre di amianto presentano dei tempi di insorgenza lunghi. I sintomi dell’asbestosi, ad esempio, possono presentarsi circa 10 – 20 anni dopo l’esposizione, mentre quelli dei tumori correlati all’amianto anche dopo 40 anni.

Fondo per le vittime dell’amianto, l’evoluzione

Dal momento della sua istituzione, il Fondo per le vittime dell’amianto ha subito delle modifiche e delle integrazioni importanti. Nel 2011, ad esempio, il dim 12 gennaio 2011, n. 30, (Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 72 del 29 marzo 2011), ha istituito il regolamento del Fondo, prevedendo che lo stesso venisse gestito “senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica, da un Comitato amministratore composto da sedici membri”. E ancora, di pari passo con la ricerca scientifica e la correlazione sempre più evidente tra inalazione di amianto e alcune malattie, l’art.1, comma 116, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), aveva esteso in via sperimentale le prestazioni del Fondo a tutte le persone malate colpite da mesotelioma riconducibile all’esposizione ambientale o familiare prolungata all’amianto. Tale decisione è diventata stabile con la legge di bilancio 2021, ovvero con la legge 30 dicembre 2020, n. 178.

Fondo per le vittime dell’amianto, come ottenere il riconoscimento

Appresi quali siano i beneficiari del Fondo per le vittime dell’amianto, cerchiamo ora di comprendere cosa è necessario fare per ottenere il risarcimento previsto. L’interessato deve presentare un’apposita istanza nella sede territoriale Inail competente per domicilio. Può farlo di persona, oppure tramite raccomandata a/r o posta elettronica certificata, Pec. Nel documento presentato, il richiedente autocertifica i propri dati anagrafici, i periodi di residenza in Italia così come tutti gli elementi che provano l’esposizione familiare e/o ambientale alle fibre di amianto sul territorio nazionale. A questi dati andrà poi allegata tutta la specifica documentazione sanitaria che certifichi:

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

  • che il soggetto è affetto da mesotelioma;
  • l’indicazione dell’epoca della prima diagnosi, al fine di permettere una valutazione della compatibilità dei periodi di esposizione all’amianto con lo sviluppo della malattia;
  • l’indicazione di tutti gli eredi, con la relativa delega autenticata;
  • la scheda di morte Istat.

Inoltre, nel caso in cui a presentare l’istanza è un erede di un malato di mesotelioma, la prestazione può essere richiesta solo da uno di loro entro e non oltre 90 giorni dalla data del decesso. L’erede dovrà compilare il modulo 190/E avendo cura anche di allegare l’opportuna documentazione.

Le risorse del Fondo vittime dell’amianto

In base a quanto previsto dalla Legge n. 244/2007, a finanziare il Fondo per le vittime dell’amianto sono, per tre quarti, il bilancio dello Stato e, per un quarto, le imprese. Il calcolo viene effettuato attraverso un’addizionale sui premi assicurativi calcolati in relazione ai settori di attività che hanno maggiormente comportato un’esposizione all’amianto degli addetti. Ma quanto viene destinato dallo Stato italiano al Fondo? La legge di bilancio 2018, n.205/2017, ha incrementato la dotazione finanziaria del Fondo per il 2018, il 2019 e il 2022, con risorse pari a 27 milioni di euro all’anno a carico del bilancio dell’Inail, e sospeso il finanziamento a carico delle imprese. Più di recente, il ministero del Lavoro ha reso note le disponibilità del Fondo per il 2021 e il 2022, che ammontano  complessivamente a  20  milioni di euro,  10 milioni per ciascuno degli anni.

Il risarcimento in favore delle vittime dell’amianto

Per quanto riguarda l’erogazione della prestazione e la riscossione delle addizionali previste per le vittime dell’amianto, è previsto che il Fondo si avvalga a titolo gratuito degli uffici e delle strutture competenti facenti capo all’Inail. Sarà dunque l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro a liquidare d’ufficio la prestazione mediante due acconti e un conguaglio. Più nello specifico, è previsto:

  • il pagamento dell’acconto della prestazione aggiuntiva nella misura del 10% del rateo di rendita, corrisposto mensilmente, unitamente a ciascun rateo, attingendo alle risorse a carico del bilancio Inail (euro 27.000.000);
  • il pagamento del secondo acconto sulle risorse residuate dopo il pagamento del 10% a carico del finanziamento proveniente dal bilancio dell’Istituto, fino a esaurimento delle stesse;
  • il conguaglio finale, utilizzando le risorse trasferite dal bilancio statale, fino al raggiungimento della misura complessiva della prestazione aggiuntiva prevista per ciascun anno. Il pagamento viene solitamente effettuato nel mese di luglio dell’anno successivo a quello di competenza della prestazione, sempre verificando preventivamente le disponibilità economiche statali.

Si sottolinea inoltre che, per quel che riguarda la prestazione aggiuntiva, ovvero quella fissata nella misura percentuale della rendita diretta o in favore dei superstiti, non è previsto nessun tipo di tassazione Irpef. Inoltre, questa prestazione viene calcolata in base al rapporto che intercorre tra le risorse annue messe a disposizione del Fondo vittime dell’amianto e la spesa che viene sostenuta dall’Istituto per le rendite asbesto-correlate erogate nell’anno di riferimento.

l pericoli dell’amianto e le malattie asbesto-correlate

Il largo utilizzo che si è fatto in passato dell’amianto ha fatto sì che, ancora oggi, siano molte le persone che ne accusano le conseguenze. Solo in Europa, infatti, ogni anno sono circa 15mila le morti asbesto-correlate, con l’amianto che viene considerato responsabile di circa la metà di tutti i decessi per cancro sviluppati sul posto di lavoro. Inoltre, secondo l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, in tutto il mondo ci sarebbero circa 125 milioni di persone che continuano ad essere esposte all’amianto, specie sui luoghi lavoro. Questo avviene perché in molti paesi l’amianto è ancora massicciamente utilizzato soprattutto nei materiali da costruzione. L’Italia, su questo tema, ha fatto invece da apripista essendo stata tra le prime Nazioni al mondo a vietare l’estrazione, l’importazione, la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione e l’esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono con la legge n.257/1992.