Il periodo dei saldi è alle porte e riconoscere il vero cashmere può essere utile, per evitare di optare per capi venduti come “puro cashmere” e che, in fondo, sono soltanto indumenti misto lana.
Negli ultimi anni si è assistito al ritiro di diversi capi dal mercato, venduti come cashmere o lana merinos ma realizzati in realtà con acrilico o viscosa. Ma come è possibile riconoscere il vero cashmere? Bastano pochi semplici accorgimenti per individuare un capo in vero cashmere e questa guida si propone di elencarli.
Le regole d’oro
La prima regola è, certamente, controllare l’etichetta cucita all’interno dell’indumento. Un capo sarà in puro cashmere soltanto quando la dicitura riportata sull’etichetta sarà “100% cashmere”. Da evitare, quindi, maglioni in cashmirette o che riportino in etichetta la dicitura “50% cashmere e 50% lana”. Il cashmere puro è quello che, in effetti, non prevede contaminazioni con altri tessuti.
Un secondo accorgimento è quello di affidarsi al tatto, senso affidabile nel discriminare tessuti di cashmere e tessuti che non lo sono. Oltre alla morbidezza, alla leggerezza e al calore, bisognerebbe sempre valutare se, una volta stretto il capo, questo torna alla condizione iniziale in pochi minuti. Il “ritorno a vita” è stato definito sintomo di qualità da Karl Spilhausa, presidente del Cashmere e Camel Hair Manufacturers Institute.
Considerata la composizione del cashmere puro, realizzato da due filamenti intrecciati (a loro volta costituiti da innumerevoli fibre), un capo in cashmere dovrebbe essere non soltanto soffice e molto caldo, ma anche particolarmente resistente. Questa è la ragione per la quale un capo in vero cashmere è in grado di mantenere la sua forma iniziale nel tempo senza, ad esempio, allargarsi a livello dei gomiti.
Sempre in ragione della sua composizione, il cashmere puro non è soggetto ad un eccessivo fenomeno di pilling, quel processo che porta alla formazione di agglomerati di fibre (pills, o pelucchi) sulla superficie del tessuto. Minore è il fenomeno di pilling, più alta sarà la qualità del tessuto.
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Un altro segreto riguarda il lavaggio: i lavaggi, se effettuati correttamente, non dovrebbero rovinare il cashmere puro né aumentare il fenomeno di pilling. Anzi, i lavaggi corretti permettono di mantenere intatte le qualità del capo e la sua morbidezza.
I consigli del Cashmere e Camel Hair Manufacturers Institute
Il Cashmere e Camel Hair Manufacturers Institute riporta che, al mondo, la produzione di cashmere si aggira soltanto intorno all’1% della produzione della lana di pecora per l’abbigliamento. I consigli degli esperti sul campo riguardano principalmente l’acquisire familiarità con il cashmere autentico, facendo attenzione ai cosiddetti “buoni affari” e ricercando la qualità.
Una delle prime dritte provenienti dall’Institute riguarda i capi etichettati come “cashmere” o “misto cashmere”, le cui percentuali reali di fibre di cashmere spesso si aggirano intorno al solo 10%. Bisogna tener presente che il non riportare sull’etichetta la percentuale reale di fibre rappresenta una violazione della legge in tutti i paesi del mondo. Alcuni dei regolamenti che si esprimono in merito sono i seguenti:
- il Regolamento Eu n°1007/2011 del 27 settembre dell’Unione Europea;
- la Household Goods Quality Labeling Law on Textile Goods in Giappone;
- il Wool Product Labeling Act, imposto dalla Commissione federale per il commercio negli Stati Uniti.
Ma qual è la differenza tra il puro cashmere e il cashmere misto cotone o misto seta? A dare una risposta è ancora la Ccmi. Nonostante un misto cashmere-seta, ad esempio, possa avere i suoi vantaggi in brillantezza e vestibilità, spesso si tratta di capi non così morbidi al tatto come quelli in 100% cashmere. Inoltre, per i capi che contengono una percentuale molto bassa di cashmere (inferiore al 20%), bisogna sapere che una percentuale così bassa non migliora necessariamente la performance di un prodotto.
In sintesi, ecco come dovrebbe presentarsi un capo in vero cashmere:
- al tatto dovrebbe essere morbido e avere una grande capacità di drappeggio;
- molto caldo, in virtù del suo elevato potere coibente;
- il suo colore naturale è grigio, marrone o bianco, ma può essere tinto in una vasta gamma di colori, analogamente a quanto accade con la lana.