Come riconoscere e curare il bruxismo nei bambini

BRUXISMO BAMBINI

Il bruxismo nei bambini si manifesta con il digrignamento dei denti. In genere si risolve spontaneamente con la crescita, ma va tenuto sotto controllo. Può dipendere da disturbi del sonno, in rari casi può diventare patologico. Ecco come affrontarlo, a seconda dei casi. Attenzione ai bite paradenti: meglio utilizzarli dai 14 anni in su.

 

Il bruxismo è una patologia che comporta uno stringimento involontario delle mascelle, con conseguente digrignamento dei denti e sfregamento, tra di loro, delle due arcate dentarie superiore e inferiore.

Non è un gesto volontario. Come precisano gli esperti di Odontoiatria dell’Irccs Humanitas, è una contrazione involontaria dei muscoli della masticazione che si verifica soprattutto durante la notte, e può creare diversi disturbi come usura dei denti, mal di testa e dolore alla mandibola.

Il bruxismo nei bambini è un fenomeno delicato, ma nella maggior parte dei casi non grave. Riconoscerlo e curarlo è importante per la prevenzione di eventuali, ma rare conseguenze.

Importante è la prevenzione dei disturbi del sonno e limitare fonti di stress.

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Il bruxismo nei bambini

Il bruxismo riguarda una buona parte dei bambini, soprattutto quelli caratterizzati da iperattività e con età al di sotto dei 5 anni. In genere il bruxismo infantile non comporta problemi di salute, a meno che non sia cronico, e scompare nella quasi totalità dei casi nel periodo adolescenziale. Meglio comunque tenerlo sotto controllo sottoponendo il bambino a visite odontoiatriche periodiche.

La dottoressa Angela Galeotti dell’Unità Operativa di Odontostomatologia Ospedale Bambino Gesù spiega che il bruxismo notturno nei bambini è l’abitudine a digrignare i denti durante il sonno ed è definito un disturbo del movimento nel sonno. È piuttosto frequente, interessa circa 3 bambini su 10 e presenta un’incidenza maggiore prima dell’età scolare. Nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente con la crescita, solitamente al completamento della dentizione permanente.

 

Cosa lo provoca

Non si conosce con precisione la causa del bruxismo. Si ritiene che questa contrazione involontaria dei muscoli della masticazione possa essere provocata da vari fattori, tra cui problemi psicologici ed emotivi, ansia, stress, disturbi del sonno, disallineamento delle arcate dentarie o malattie neurodegenerative. Nei bambini in genere è associato all’iperattività.

 

Bruxismo e disturbi del sonno nel bambino

Ma anche nel caso del bruxismo notturno nei bambini non è mai stata individuata un’unica causa cui attribuire il disturbo. Certamente è del tutto involontario e legato ai cosiddetti micro-risvegli, cioè brevissime e improvvise interruzioni del sonno. Qualunque fattore disturbante per il bambino in grado di generare micro-risvegli e può dunque venir considerato una concausa.

Altre cause possono essere legate ad altri disturbi del sonno.

Si è anche osservato come delle modificazioni nella vita del bambino possano portare allo sviluppo di questo fenomeno, tipicamente la nascita di un fratellino può turbare la percezione che ha dell’affetto dei genitori e questo è fonte di stress, che finisce col manifestarsi attraverso il bruxismo.

 

L’eruzione dei denti

Un’altra possibile causa di bruxismo è stata individuata nell’eruzione degli elementi dentari permanenti. Si è infatti osservato che in concomitanza con l’eruzione dei primi e secondi molari permanenti il fenomeno bruxismo aumenta in maniera sensibile.

Qui una guida “Quando fare la prima visita dal dentista” e qui la dentizione dei bambini.

 

Altre cause

È possibile che a causare il bruxismo nei bambini possano esserci motivi legati a una ipoventilazione notturna, in caso di ipertrofia di tonsille o adenoidi. L’ipertrofia tonsillare ostruttiva si manifesta quando le tonsille sono voluminose e impediscono la corretta ventilazione. Questa anomalia può provocare episodi di apnea nel sonno, che nel tempo sono responsabili di affaticamento cardio-respiratorio. A questo punto si passerà dalla visita odontoiatrica all’otorinolaringoiatra per la terapia più appropriata.

 

Come riconoscerlo

È un fenomeno silenzioso, perciò difficile da riconoscere e diagnosticare. Per questo è bene prestare attenzione e monitorare i comportamenti del bambino.

Il principale e più evidente sintomo è il digrignamento dei denti, cioè l’azione che vede serrare i denti con forza. Da questa particolare azione derivano disturbi fisici di vario genere, dalle lesioni all’usura dei denti, dal dolore alla mascella a quello alle orecchie e al mal di testa.

 

Come si cura nei bambini

I medici chiariscono che non esistono farmaci in grado di frenare il bruxismo.

Può essere diagnosticato con una visita del dentista il quale analizza lo stato di salute dei denti e verifica se vi siano lesioni o usure che possano essere associate a questa patologia. A corredo della visita, il dentista può disporre di eseguire alcuni esami strumentali come la radiografia ortopanoramica.

In rarissimi casi selezionati e in presenza di importanti complicanze (usure dentarie su elementi permanenti, dolore/disfunzione muscolare e/o articolari) lo specialista odontoiatra può ritenere necessario l’utilizzo precoce di dispositivi intraorali.

Quando il bruxismo è causato da situazioni di particolare stress o ansia è possibile intervenire con tecniche di rilassamento che possono spingersi fino a sedute di psicoterapia in presenza di problemi emotivi di maggior spessore.

Se invece è provocato da problemi legati alla salute o alla conformazione dei denti, delle arcate dentarie o delle mandibole, sarà necessario ricorrere a cure dentali.

 

E nel sonno?

In tal caso, trattandosi di un disturbo del sonno, il bambino va aiutato a riposare tranquillamente minimizzando i microrisvegli e quindi gli episodi di bruxismo.

La diagnosi del bruxismo notturno nei bambini è utile a evidenziare eventuali disallineamenti delle due arcate dentarie. In questo caso si può procedere anche con la polisonnografia, con cui è possibile misurare direttamente l’andamento del sonno notturno.

 

Come comportarsi in caso di disturbi del sonno nel bambino

I microrisvegli e i disturbi del sonno possono essere delle cause del bruxismo notturno nei bambini. Gli esperti della Società Italiana di Pediatria (Sip) hanno stilato un decalogo per affrontare questo problema delicato, che spesso fa passare le notti in bianco ai genitori, e procura traumi nei piccoli.

Ecco le 10 regole per il sonno dei bambini e dei loro genitori:

 

  • Rispettare l’orario della nanna tutte le sere

Abituare il piccolo sin dalla tenera età ad addormentarsi sempre alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del bimbo e non viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché il papà arriva tardi e vuole giocare si sposta in avanti tutto il suo sonno). Le buone abitudini vanno mantenute e consolidate nell’arco della crescita, variandole in base all’età.

  • Far dormire il bambino sempre nello stesso ambiente

Che sia la sua cameretta o nei primi mesi quella dei genitori, la stanza deve essere adeguatamente preparata, con luci soffuse senza device accesi, ed eventualmente con una musica dolce e monotona di sottofondo. Non farlo addormentare in ambienti diversi, come sul divano in sala mentre si guarda la televisione. Costruiamo e manteniamo gli stessi rituali di avvicinamento al sonno.

  • Dissociare la fase di alimentazione da quella dell’addormentamento

Nei primi due o tre mesi di vita manca la fase di addormentamento, nel senso che non è possibile riconoscere con precisione quando il bambino sta crollando. Nei mesi successivi invece appena si notano alcuni segnali (non succhia più con forza, chiude gli occhietti) si deve staccarlo dal seno e metterlo nel lettino.

  • Rispettare l’orario dei pasti durante il giorno

Anche se il bambino va al nido cercare di mantenere gli stessi orari del pranzo, merenda e cena, adeguando i nostri orari ai suoi.

  • Mai usare il tablet o altri dispositivi elettronici dopo cena

Spegnere tutto almeno un’ora prima dell’addormentamento. La luce dei device riduce la produzione della melatonina che favorisce l’addormentamento. Mantenere tutti gli apparecchi elettronici, inclusa la televisione, il computer e il cellulare fuori dalla stanza da letto.

  • Non dare troppo cibo o acqua prima di dormire

Evitare il latte o altri liquidi compresa la camomilla durante i risvegli, preferire piuttosto l’utilizzo di un oggetto consolatorio per riaddormentarsi, come il ciuccio per esempio.

  • Regolare con attenzione l’esposizione alla luce

Per il sonnellino pomeridiano mantenere la luce dell’ambiente; ridurre l’esposizione il più possibile per la notte; potenziare la luce appena svegli. Il nostro ritmo sonno veglia, come quello dei nostri figli, è governato dall’alternanza della luce e del buio.

  • Evitare sostanze eccitanti dopo le ore 16

No a tè, solo deteinato in caso, no a bevande contenenti caffeina e no alla cioccolata.

  • Favorire un’alimentazione equilibrata

Con un adeguato introito di liquidi durante il giorno. Preferire cibi contenenti fibre e triptofano che è un precursore della melatonina, come carni bianche, pesce azzurro, verdure verdi, legumi e cereali.

  • No ai bambini nel lettone

Dopo i primi 8/10 mesi di vita, abituarli all’autonomia vuol dire anche lasciarli dormire nel proprio ambiente. Nei casi di risveglio, riportarli sempre nel loro lettino. Un metodo che può funzionare è promettere un premio al bambino se non va nel letto dei genitori.

 

Il paradenti è utile?

I problemi ai denti, alle mascelle e alla testa provocati dal bruxismo possono essere combattuti attraverso l’utilizzo di questo strumento, appunto un paradenti che viene indossato di notte e che impedisce lo sfregamento dei denti. L’Ospedale Bambino Gesù però precisa che non esistono indicazioni sull’utilizzo del paradenti in età pediatrica per correggere il bruxismo.

In genere deve essere il dentista, o specialista, a consigliare l’utilizzo o meno del bite paradenti e a selezionare quello giusto. Inoltre i device dentali sono in grado di ridurre gli effetti sull’erosione dentaria ma di solito vengono indicati negli adolescenti, dai 14 anni in su.

 

Quanto costa il bite?

L’intervento di un dentista è utile proprio per scegliere il bite giusto e personalizzato, a seconda dei casi, con prezzi che variano a seconda della qualità di questi apparecchi, reperibili anche in rete attraverso lo shop online.

Il bite è indaco negli adolescenti, e non nei bambini.

I bite universali delle farmacie in genere hanno un prezzo medio di 50 euro. Uno specialista potrà personalizzare il prodotto a seconda dei casi e dell’intensità del fenomeno, spingendo i costi anche oltre i 150 euro.

Naturalmente i paradenti da sport e tempo libero non sono adatti per tenere a bada il bruxismo nei bambini o prevenire le conseguenze e eventuali danni ai denti. Questi strumenti costano poco, sui 20 euro, ma non servono al caso.

 

Cosa fare quando diventa patologico

Abbiamo compreso che il bruxismo nei bambini piccoli nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente con la crescita, solitamente al completamento della dentizione permanente.

Le visite dal dentista sono fondamentali. Il monitoraggio del sonno anche. Così come sono importanti i comportamenti, gli stili di vita e l’alimentazione.

I bambini non dovrebbero assumere bevande con caffeina e teina.

In rari casi il bruxismo può diventare patologico.

I genitori dovrebbero allarmarsi quando il bruxismo nei bambini è costante e persiste per lunghi periodi. Quando sono presenti erosioni dentali molto evidenti. Quando vi sono problemi di ventilazione e respiro difficoltoso durante il sonno. Anche quando il bambino presenta difficoltà ad aprire la bocca a causa della tensione muscolare.

Il bruxismo nei bambini può diventare patologico anche a causa di forte stress. In tal caso bisognerà procedere con un percorso psicologico per alleviare l’ansia o lo stress, e per prevenire future e ben più gravi conseguenze.

Quello notturno può essere associato anche a enuresi o sonnambulismo, altre tipologie di disturbi del sonno che andrebbero affrontati con il supporto di uno specialista.

 

I bambini dormono sempre meno

Nel 2018 è stato lanciato il progetto “Dormire bene per Crescere Bene” a cura della SICuPP (Società Italiana Cure Primarie Pediatriche). L’iniziativa era finalizzata ad aumentare le conoscenze dei Pediatri di famiglia affinché possano fornire ai genitori indicazioni utili per favorire una più corretta igiene del sonno dei bambini. La prevenzione nel primo anno di vita del bambino è importante. Così come è importante ridurre lo stress dei genitori.

Si stima che nel mondo industrializzato e invaso dagli stimoli elettronici della tecnologia avanzata, 1 bambino su 4 al di sotto dei 5 anni soffra di insonnia e disturbi del sonno. Rispetto a 100 anni fa i bambini nel mondo occidentale dormono in media 2 ore in meno. Ritmi frenetici, aumento delle luci artificiali (inquinamento luminoso nelle città), utilizzo di apparecchi elettronici: sarebbero queste le principali cause.