Bloodhound, chi è il cane molecolare per eccellenza e come si addestra

cane molecolare

Dotato di un olfatto superiore alla norma, il cane molecolare è tra gli animali più utili all’uomo. Utilizzato nella ricerca dei dispersi o dei fuggitivi, ha bisogno di particolari cure

“Molecolari”: sono così appellati per la loro capacità di percepire anche le più piccole molecole di odori. La percezione olfattiva dei cani molecolari è così elevata da consentire loro di sentire gli odori delle tracce anche molto tempo dopo che siano state lasciate sul terreno. Questo è il motivo per cui ci si affida a queste particolari tipologie di cani per la ricerca di persone di cui si sono perse le tracce, che si tratti di dispersi in zone impervie o fuggitivi. Possono essere impiegati anche nella ricerca dei dispersi sepolti in seguito a calamità naturali, come valanghe o terremoti, anche se l’esito della prestazione è più incerto. In quest’ambito, infatti, sono molto limitati dai loro imponenti peso e massa. Differentemente da cani “normali”, che perdono la capacità di sentire una traccia dopo dieci minuti o poco più, il cane molecolare mantiene la capacità di percepire gli odori di un animale (uomo compreso) per parecchie ore, riuscendo al contempo a tenere in memoria l’odore da cercare. Questa caratteristica dipende da due fattori principali:

  • la razza: alcune razze, come si vedrà, sono più predisposte di altre;
  • un addestramento mirato finalizzato alla ricerca.

Cosa possono fare i cani molecolari

Una delle prime cose da tenere in considerazione è che l’olfatto, da solo, non è sufficiente per conferire ai cani quelle peculiari abilità che li rendono “molecolari”. Un giusto addestramento, la presenza del conduttore, l’attitudine ad eseguire gli ordini e a sopportare impegni prolungati, sono tutte caratteristiche necessarie per essere un buon cane molecolare. Esistono, all’interno della macrocategoria dei molecolari, alcune specializzazioni:

  • cani da detection: si tratta di cani addestrati alla ricerca di determinate sostanze, quali stupefacenti o esplosivi, nonché fughe di sostanze (acqua, gas o petrolio) e contaminazioni;
  • gli Hrd (Human Remains Detection): sono addestrati per la ricerca di resti umani, dovendo quindi individuare la presenza di cadaveri;
  • i cani “da scovo”: abituati ed addestrati a riconoscere qualsiasi odore umano e a segnalarlo, utili per la ricerca di dispersi;
  • i cani da “mantrailing”: questa categoria è quella che più comunemente viene associata al concetto di “cane molecolare”, perché fa riferimento a quelle tipologie di cani addestrate a ricevere imput olfattivi specifici, e andarne alla ricerca.

Come detto, non andrebbe mai trascurato l’importante ruolo rivestito dal conduttore. Il cane da ricerca olfattiva esiste quasi in simbiosi con il suo conduttore, con il quale interagisce e si addestra per un periodo che può variare dai 6 mesi ai 2 anni.

Quali sono le razze migliori di cane molecolare

Il cane molecolare per eccellenza è il bloodhound (letteralmente “cane da sangue”), anche conosciuto come Chien de St.Hubert. Il cane in questione ha una spiccata predisposizione per la caccia di prede ferite, in ragione dell’impressionante numero di recettori olfattivi (centinaia di milioni) di cui dispone. Anche altre razze, però, possono essere addestrate allo scopo, specie quelle di taglia media. Molto utilizzati nella ricerca di dispersi, esplosivi o sostanze stupefacenti, sono infatti il pastore tedesco, il beagle e alcuni spaniel (come il cocker spaniel inglese e lo springer spaniel inglese).

Il bloodhound: le sue caratteristiche

Cane di origine belga, è utilizzato dalla polizia e dalle forze d’ordine di tutto il mondo proprio per il suo fiuto eccezionale. Impiegato anche per la ricerca di animali domestici smarriti, il bloodhound appartiene al gruppo 6 (segugi e cani per pista di sangue) collocati nella sezione 1A della classificazione della Fci (Federazione cinofila internazionale). Ha una discreta intelligenza ed è di indole pacifica, nonostante il suo aspetto imponente, motivo per il quale è adatto alla vita familiare. La storia della sua razza verrebbe fatta risalire al medioevo. Si ritiene che fu allevato dai monaci dell’abbazia di St.Hubert, nella regione belga delle Ardenne. Pare che i monaci fossero soliti regalare al re di Francia i migliori sei esemplari di questa razza, motivo per il quale era noto come un “cane regale”. La razza è stata selezionata con pazienza e abilità per il fiuto straordinario, per la forza e la resistenza che ne facevano un soggetto estremamente utile all’uomo per la caccia alla grossa selvaggina, specialmente il cervo. Di antichissima stirpe, ne parlano Senofonte nel 400 a.C. e il sofista Eliano nel III secolo.

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Il bloodhound è massiccio, di grande taglia, e definito dall’Enci come “il più possente di tutti i segugi”. È armonioso nelle linee, dotato di una forte ossatura, buona muscolatura e molta sostanza, ma senza dare l’impressione di essere pesante. È di struttura allungata, inscrivibile in un rettangolo. L’insieme è imponente e pieno di nobiltà. Ha un atteggiamento solenne, pelle abbondante, elastica e fine, che pende in profonde pieghe. Il suo movimento è impressionante, piuttosto lento e oscillante.

Addestramento di un cane molecolare

L’addestramento di un cane molecolare non è molto dissimile da quello del cane impiegato nell’attività venatoria. Sono previste, sin da cucciolo, sessioni di gioco e di addestramento volte ad abituare il cane a fidarsi del proprio olfatto per andare alla ricerca di oggetti interessanti e con un odore particolare. Di fianco all’educazione classica a seguire la pista olfattiva, spesso vengono insegnate ai cani molecolari (specie se utilizzati dai reparti di polizia) alcune nozioni basilari di comportamento in situazioni di emergenza o per segnalare, con opportuni movimenti del corpo, l’avvenuto ritrovamento di ciò che stavano cercando.

Il progetto dell’aeroporto di Cuneo: bloodhound e Covid-19

Un progetto che si è prefissato di utilizzare il notevole fiuto dei bloodhound è nato con il Covid-19 su iniziativa della Giunta Regionale del Piemonte. Il progetto è stato realizzato in associazione con I-Sec Italia srl, società specializzata nei servizi di sicurezza aeroportuale, e Nose Academy Oy, una start-up finlandese di ricerca scientifica specializzata nell’addestramento di cani in grado di riconoscere, tramite l’olfatto, le patologie dell’uomo. La spinta al progetto proveniva proprio da una serie di ricerche condotte in Finlandia, presso l’aeroporto di Helsinki-Vanta, tra settembre e dicembre. La partner del progetto era riuscita a dimostrare che, su un campione di 6mila passeggeri, i cani erano stati in grado di identificare soggetti contagiosi nel 95% dei casi. Gli studi hanno permesso di verificare che i bloodhound erano in grado di identificare soggetti portatori del virus anche cinque giorni prima che manifestassero i sintomi da Covid-19. L’addestramento dei “cani anti Covid” è consistito nell’insegnare loro a riconoscere alcune sostanze chimiche rilasciate, a livello dell’epidermide, dai contagiati, attraverso l’utilizzo di semplici salviette appoggiate alla pelle delle persone sottoposte a test.

I bloodhound e il loro ruolo nel Cnsas

Anche il Cnsas (Comitato nazionale soccorso alpino e speleologico) ha considerato da tempo l’importanza dei bloodhound nelle operazioni di soccorso del comitato. Le unità cinofile del Cnsas sono fondamentali in numerosi scenari: dall’intervento in valanga alla ricerca in superficie, per non parlare delle lunghe “piste” seguite dai cani molecolari. Si stima che ogni anno decine di interventi siano risolti proprio grazie all’addestramento e alla preparazione di cani e conduttori del Cnsas. Le scuole che formano le unità cinofile all’interno del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sono specializzate nella ricerca in superficie (Ucrs), in valanga (Ucv) e con le Ucrm, le unità cinofile molecolari. A qeste vanno aggiunte anche le Ucrc, le unità cinofile specializzate in catastrofi. Il Cnsas vanta il primato italiano di tradizione e specializzazione in campo di cinofilia rivolta al soccorso, ma anche del primo progetto di Unità Cinofile Molecolari. In quest’unità vengono utilizzati proprio i bloodhound, che a differenza dei cani da superficie, sono in grado di seguire le tracce dopo aver odorato specifici odori della persona dispersa.

Enti di addestramento cinotecnico: l’esempio della Puglia

Considerati i numeri relativi alle sparizioni in Italia (ogni mese si parla di oltre 1600 persone, circa 500 delle quali non si hanno più notizie) importante è stata l’iniziativa della Puglia, in cui si trovano due enti di addestramento cinotecnico al mantrailing operativo cinofilia da soccorso Csen. Si tratta degli unici due enti presenti nel sud Italia. Come spiegato dal presidente dell’associazione Odv Anta Sava (ente di protezione civile), i cani addestrati sono in grado di seguire l’odorotipo delle specifiche persone da cercare, anche se l’ambiente interessato è inquinato da altri individui umani o animali. Per questo, il loro utilizzo può essere esteso anche a zone rurali e impervie, così come in luoghi affollati e città altamente antropizzate. L’input olfattivo, in genere, consiste in un campione di odore della persona da cercare: può provenire da un indumento, scarpe, calze, chiavi. Sempre secondo il responsabile dell’Odv, questa tipologia di unità cinofile dovrebbe intervenire entro 24/72 dalla scomparsa di un individuo, per poter ottimizzare l’esito delle ricerche.