La fibra di acetato, resa popolare dalle tute in voga negli anni ’90, è una sostanza naturale estratta dalla cellulosa della polpa di legno, ideale per la produzione di tessuti che siano dotati di buone caratteristiche plastiche
La materia prima della fibra di acetato è l’anidride acetica: dopo una serie di lavorazioni chimiche, la fibra può essere utilizzata per filatura e tessitura. Come detto, la fibra viene estratta dalla cellulosa (stessa componente molecolare della fibra di cotone), ma, a differenza di questa, possiede alcune caratteristiche delle fibre sintetiche. Differentemente da altre fibre sintetiche prodotte da composti chimici, il tessuto acetato è il risultato di una simbiosi perfetta tra materie naturali e reagenti.
Le caratteristiche principali del tessuto acetato
Tra le principali proprietà del tessuto acetato si trovano:
- Buona termoplasticità: la fibra di acetato si ammorbidisce a 200°C-230°C e fonde a 260°C. Questa peculiare proprietà la rende assimilabile, in qualche modo, alle fibre sintetiche. In seguito a deformazione plastica, il processo è irreversibile e la forma è mantenuta: considerata la sua buona formabilità, il tessuto acetato è ideale per abbellire le curve del corpo.
- Eccellente tingibilità: il tessuto può essere tinto con coloranti dispersi e ha ottime prestazioni coloranti, decisamente migliori rispetto a quelle di altre fibre di cellulosa.
- L’aspetto ricorda la seta di gelso: simile in aspetto, lucentezza, morbidezza e peso specifico, la sensazione di drappeggio del tessuto acetato è la stessa di quella della seta di gelso.
- Facile da lavare ed asciugare: è possibile utilizzare lavaggio a secco, lavaggio ad acqua e lavaggio a mano in lavatrice al di sotto dei 40°.
- Buona elasticità e proprietà meccaniche: in comparazione ad altre fibre (ad esempio, la fibra viscosa) il tessuto acetato ha una resistenza inferiore e un maggiore allungamento a rottura. In linea di massima le prestazioni della fibra di acetato sono, tra le fibre chimiche, le più vicine a quelle della seta di gelso. In quanto alle proprietà di traspirabilità e assorbimento dell’umidità, il tessuto acetato ha performance decisamente superiori rispetto ai tessuti di cotone e lino, risultando confortevole sulla pelle (oltre che rispettoso dell’ambiente).
Alcuni cenni di storia: l’utilizzo della fibra di acetato
La comparsa della creazione del tessuto acetato può essere rintracciata nel suo utilizzo, per la prima volta, come sottoprodotto nella produzione di vernici da cascami di cotone. Soltanto all’inizio del Ventesimo secolo ha iniziato con il trovare impieghi per rivestimenti ignifughi per aerei militari. La successiva scoperta delle innumerevoli proprietà di questo tipo di fibra, ne ha giustificato il conseguente ampio utilizzo in ambito tessile. Ne sono state apprezzate, in particolare, alcune doti:
- Bassa conducibilità termica, che ne ha permesso l’utilizzo in eleganti tessuti di rivestimento;
- Ipoallergenicità;
- Resistenza all’inquinamento e ai danni di microrganismi/insetti;
- Prezzo esiguo.
Nonostante le sue numerose proprietà, è bene sapere che il tessuto acetato non è immune dall’avere difetti. In particolare, si tratta di un tessuto incapace di assorbire bene l’acqua, che non tollera le alte temperature ed è elettrificato. Di fatto, per evitare che si elettrifichi, il filo risultante viene lavorato in modo speciale prima della tessitura. Come in ogni altra circostanza, anche da ciò che apparentemente potrebbe rappresentare uno svantaggio possono essere ottenuti grandi risultati. Basta pensare al fatto che, proprio per la sua incapacità di assorbire l’acqua, da tempo il tessuto acetato trova largo impiego per realizzare ombrelloni e costumi da bagno.