Apertura della partita IVA: ecco come si fa e quanto costa

PARTITA IVA

Quali sono le pratiche necessarie per aprire la partita Iva per le persone fisiche e quali sono gli enti ai quali è necessario rivolgersi: la differenza tra regime forfettario e ordinario. I costi, la gestione e gli adempimenti.

Sono molte le persone fisiche che aprono la partita Iva per poter svolgere la propria attività lavorativa in maniera autonoma e professionale. In qualche caso, va detto, costrette da datori di lavoro che lo pretendono o lo preferiscono per mantenere le collaborazioni. Tecnicamente parlando, una partita Iva si sostanzia in un codice di 11 cifre che identifica una società o un lavoratore autonomo in maniera univoca. Il suo scopo è quello di registrare all’Agenzia delle entrate l’attività lavorativa svolta, in modo tale da renderla organizzata e con le caratteristiche di abitualità, continuità e professionalità. Ma come si apre una partita Iva per le persone fisiche?

Come si apre la partita Iva

Le persone fisiche, le imprese individuali e i lavoratori autonomi, che intendono aprire una partita Iva devono compilare modello AA9/7 e presentarlo all’Agenzia delle entrate seguendo diverse modalità:

  • fisicamente presso l’ufficio dell’Agenzia delle entrate con apposito documento di riconoscimento;
  • in via telematica attraverso il software messo a disposizione dal sito dell’Agenzia delle entrate.

In base a quanto previsto dall’ordinamento italiano, la comunicazione di apertura della partita Iva dovrà essere effettuata entro 30 giorni dall’inizio della propria attività.

Si ricorda inoltre che, dal 1° aprile 2010, “per presentare la dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessione dell’attività ai fini Iva delle persone fisiche (modelli AA9/12), i contribuenti tenuti all’iscrizione nel Registro delle imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative (Rea) devono avvalersi della Comunicazione unica, anche nel caso in cui la dichiarazione anagrafica ai fini Iva sia l’unico adempimento da svolgere”. Così il “sito dell’Agenzia delle entrate”.  Inoltre, la Comunicazione unica permette di compilare direttamente il modello AA9/12 ed inviare tutto o in maniera telematica o tramite il supporto informatico messo a disposizione dal Registro delle imprese (www.registroimprese.it).

Il modello AA9/12

Come detto, le persone fisiche che intendono aprire la partita Iva devono presentare il modello AA9/12 o la Comunicazione unica. Ci soffermiamo ora solo sul modello che, per legge, può essere utilizzato da tutti i contribuenti non tenuti a iscriversi nel Registro delle imprese o nel Registro delle notizie economiche e amministrative (Rea). La presentazione deve avvenire entro 30 giorni dall’inizio dell’attività e deve essere consegnata:

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  • in duplice copia a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle entrate, direttamente o tramite persona delegata;
  • in unica copia se si sceglie la presentazione per mezzo servizio postale o raccomandata destinata ad un ufficio dell’Agenzia delle entrate. In questi casi è necessario allegare anche una copia del documento di identificazione del dichiarante.

In fase di apertura della partita Iva è necessario che la persona fisica indichi anche il proprio codice ATECO di riferimento e il regime fiscale. In quest’ultimo caso si tratta di scegliere se aderire al regime forfettario o a quello ordinario, mentre nel caso del codice ATECO si fa riferimento ad valore a più cifre che indica l’attività lavorativa specifica svolta. Esiste dunque un codice ATECO specifico per ogni diversa categoria professionale, sia questa quella dei giornalisti, degli architetti, dei fisioterapisti e così via.

Inviata tutta la documentazione richiesta e fatte le proprie scelte in merito al regime fiscale, i moduli vengono analizzati e approvati dall’Agenzia delle entrate che provvede ad assegnare al richiedente una partita Iva. Successivamente, il richiedente deve rivolgersi all’Inps, o alla cassa di riferimento per la propria categoria professionale, e aprire la propria posizione previdenziale. L’ultimo atto dell’iter di apertura prevede che il richiedente si iscriva alla Camera di Commercio, avendo cura anche di comunicare al Comune di residenza l’avvio dell’impresa.

Variazione e chiusura

Una volta aperta la partita Iva, può capitare che la persona fisica abbia l’esigenza di variare alcuni degli elementi sopra indicati o di chiudere la propria attività autonoma. In entrambi i casi è necessario compilare sempre il modello AA9/12 e presentarlo ad un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle entrate entro 30 giorni dalla data di variazione o cessazione dell’attività. Nel solo caso di variazione della partita Iva, va indicato il codice ATECO della nuova attività economica che si intende avviare.

Si ricorda anche che l’Agenzia delle entrate procede alla chiusura d’ufficio della partita Iva nel caso di soggetti che risultano non aver esercitato nelle tre annualità precedenti attività di impresa, ovvero attività artistiche o professionali. In tale situazione il contribuente riceve una comunicazione nella quale è informato della chiusura d’ufficio della partita Iva e, nel caso in cui ritenga di aver subito un ingiusto trattamento, potrà far valere le proprie ragioni rivolgendosi ad ufficio dell’Agenzia delle entrate, avendo però cura di presentare delle prove a sostegno della propria tesi.

Le spese da sostenere

Di norma aprire la partita Iva è un’operazione completamente gratuita, ma ci sono delle spese di mantenimento che devono essere considerate dal richiedente e che variano in base al proprio regime contabile di riferimento.

Nel regime ordinario, per iscrivere la propria impresa alla Camera di Commercio è richiesto il pagamento di 100 euro all’anno. A tale spesa vanno sommate quelle per il commercialista che, secondo le stime, ammontano a circa 1000 euro all’anno, e il pagamento dei contributi Inps (Irpef e Irap) calcolati in base a diversi parametri, tra cui il reddito.

Con la scelta del regime contabile forfettario, invece è necessario che il contribuente abbia ricavi massimi annuali pari a 65mila euro. In questo caso si è soggetti all’esenzione dell’Iva, il che vuol dire che il professionista emette fattura senza dover aggiungere l’Iva, ma non potrà dedurre o detrarre l’imposta sul valore aggiunto dalle fatture ricevute. Per quel che riguarda invece la tassazione del regime forfettario, questa è agevolata e dunque meno dispendiosa rispetto al regime ordinario. Per i primi cinque anni di attività, infatti, è prevista una tassazione Irpef al 5%, con la percentuale che sale al 15% dopo il quinto anno.

I regimi fiscali delle partite Iva

Dai discorsi fin qui affrontati, appare evidente come molte delle attività e delle spese legate all’apertura e alla gestione della partita Iva dipendono dal regime fiscale scelto. Quest’ultimo detta le regole da rispettare per il pagamento delle tasse e la gestione della contabilità di un’attività economica e, nel caso dei lavoratori autonomi, può essere di due modalità:

  • regime forfettario, che rappresenta una versione agevolata per l’apertura e la gestione delle partite Iva, a fronte di un totale di guadagno ridotto (nella misura massima dei 65mila euro annui). In questo regime le aliquote d’imposta sono molto basse, i costi sono determinati in maniera forfettaria e non è prevista l’applicazione dell’Iva. La tassazione prevista è pari al 5% dell’importo guadagnato, ma solo per i primi cinque anni di attività, poi si sale al 15%;
  • regime ordinario, anche detto standard, che presenta una tassazione e una complessità di gestione maggiore, a fronte però di incassi annuali che eccedono la soglia dei 65mila euro. Nel regime ordinario, la tassazione Irpef è basata su scaglioni di reddito che partono da una percentuale minima del 23%. Tale percentuale aumenta in maniera progressiva all’aumentare dei guadagni dichiarati dal lavoratore autonomo. In questo caso è possibile scaricare i costi documentati che sono legati alla propria attività, come quello per l’acquisto di beni strumentali alla propria attività (computer, software, mezzi di trasporto, ecc.). Inoltre, nello regime forfettario è prevista l’applicazione dell’Iva sulla vendita dei propri prodotti o servizi e i relativi adempimenti contabili e di versamento che ne conseguono.

La gestione e gli adempimenti

Una volta che la persona fisica ha aperto la propria partita Iva, sarà necessario che  abbia cura della gestione di tutte le pratiche derivanti dagli obblighi fiscali. In particolare è necessario:

  • emettere la fattura elettronica, obbligatoria dal 2022 anche per chi è in regime forfettario. Per ottemperare a tale procedura è necessario dotarsi degli strumenti necessari e valutare la possibilità di sottoscrivere degli abbonamenti con software specializzati in questo tipo di servizio. In alternativa si può comunque usare la sezione dedicata del sito dell’Agenzia delle entrate;
  • compilare in maniera corretta i registri contabili delle fatture emesse e ricevute, indicando i corrispettivi e, se previste, le detrazioni;
  • liquidare, versare e fare la dichiarazione periodica dell’IVA (solo nel regime ordinario);
  • effettuare la dichiarazione annuale dell’Imposta sul valore aggiunto.

Si ricorda infine che, solo per i professionisti iscritti al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, è necessario pagare a cadenza annuale il diritto camerale oltre che attenersi agli oneri contributivi e previdenziali.