Quando è utile avere l’addolcitore di acqua in casa e a cosa serve

ADDOLCITORE

Scopriamo qual è il funzionamento alla base di un addolcitore di acqua, a cosa serve, quali sono i suoi benefici per l’impianto domestico e quali le differenze con un purificatore

Sono molte le ragioni che spingono gli utenti a scegliere un dispositivo come l’addolcitore di acqua per il proprio impianto domestico. Tra le motivazioni che muovono alla scelta dell’acquisto di questo elettrodomestico figura sicuramente la possibilità di risparmio; Aqua Italia (l’associazione italiana dei produttori e costruttori di impianti per il trattamento acqua) ha stimato che ogni mm di calcare rimosso comporta una riduzione dei consumi del 18%.

Cos’è un addolcitore acqua

Un addolcitore acqua è un elettrodomestico che permette di prevenire la formazione del calcare e altre  sostanze cristallizzate di origine minerale all’interno del proprio impianto domestico. Oltre che essere sgradevole alla vista, il calcare ostacola il corretto funzionamento degli elettrodomestici, dal momento che i depositi di calcare usurano le componenti e costringono l’utente a ricorrere a interventi di manutenzione e sostituzione. Installare un addolcitore a monte dell’impianto idraulico significa proteggere la propria casa e preservare al meglio tubature ed elettrodomestici.  Il funzionamento sotteso al dispositivo prevede la presenza di un sistema che trattiene il calcare, rendendo l’acqua più leggera, grazie all’impiego di resine cationiche. L’acqua del rubinetto entra nell’addolcitore e viene filtrata dallo strato di resine; i sali di calcio e magnesio vengono convertiti in sali di sodio e l’acqua che ne fuoriesce è addolcita. La rigenerazione è garantita da una “salamoia” che risciacqua le resine e le carica di sodio, consentendo di eliminare tutto il calcare filtrato.

La rigenerazione altro non è che quel processo che il sistema attiva al raggiungimento dei metri cubi o dei giorni impostati in cui le resine vengono “rigenerate” grazie ad un particolare lavaggio effettuato con la salamoia. Si tratta di un composto di NaCl, cloruro di sodio, che lava le resine scaricando il calcare trattenuto durante il normale funzionamento dell’addolcitore e rendendole, di nuovo, pronte a trattenere il calcare in ingresso. Un sale di buona qualità non rilascia scorie nell’acqua della salamoia ed aiuta le resine a lavorare bene nel tempo senza particolari problemi o perdita di efficacia. Inoltre, adottando un sistema di clorazione automatica si può ottenere ad ogni rigenerazione una sanificazione delle resine. Sarà necessario, in questo caso, che l’addolcitore sia dotato di un produttore di cloro composto da un elettrodo in titanio. Ad ogni rigenerazione, al passaggio della salamoia, il produttore si premurerà di separare NaCl in Na (sodio) e Cl (cloro), permettendo di sanificare le resine ed evitando il rischio di proliferazione batterica.

Come si installa un addolcitore di acqua

L’installazione di addolcitori d’acqua non è un processo complicato. L’unica prerogativa che dovrà sempre esser rispettata è di installare il dispositivo a monte dell’impianto idraulico per garantire un corretto funzionamento.

Benefici addolcitore di acqua

Installare un addolcitore domestico apporta svariati vantaggi ed essere in grado di prevenire e/o eliminare il calcare è sicuramente quello più importante.Basti pensare che da solo, il calcare, può portare ad affrontare spese impreviste e ingenti.

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Le conseguenze principali possono essere così sintetizzate:

  • Danneggiamento degli elettrodomestici;
  • Aumento costo delle bollette;
  • Possibile formazione di ruggine;
  • Lavaggi più lunghi;
  • Pessima qualità dell’acqua.

Agendo su questo “nemico”dell’impianto domestico, un primo beneficio dell’utilizzo di un addolcitore è sicuramente quello di garantire la longevità degli elettrodomestici.

Un addolcitore acqua migliora anche, in generale, il comfort e l’estetica della casa; infatti, il calcare è la causa principale delle macchie sui lavandini di bagno e cucina. Altre conseguenze dell’acqua calcarea sono i rubinetti incrostati, i lavandini ingrigiti, i frangigetto intasati e i soffioni della doccia otturati. L’acqua dura ha effetti negativi anche sul corpo, in quanto secca la pelle e i capelli, la biancheria ed i vestiti.

Altro importante vantaggio riguarda i costi. L’installazione di un addolcitore riduce i consumi di sapone e detersivi fino al 50%, calcolo basato sulla media di spesa stimata (dati Istat) che tiene conto di detersivi, saponi, anticalcare, energia per alimentare caldaie ed elettrodomestici e spese di manutenzione.

È utile anche per migliorare la qualità dell’acqua che beviamo?

Sebbene rispondere a questa domanda sembrerebbe intuitivamente semplice, le opinioni in merito sono discordanti. Per avere una risposta esaustiva sul punto, bisogna in primo luogo fare chiarezza. La prima questione riguarda il calcare: se è certamente vero che sono state riscontrate correlazioni tra calcare e formazione di calcoli renali, il carbonato di calcio non rappresenta un vero pericolo per l’uomo se rientra nei parametri stabiliti dalla legge in tema di potabilità dell’acqua. Il problema, quindi, esisterebbe soltanto nei casi di eccessiva durezza, superiori ai 50° F. Un’altra importante precisazione riguarda il concetto di depurazione: un’acqua addolcita presenta solo una diminuzione in calcare, il che non implica necessariamente che sia depurata di eventuali sostanze dannose. Un ultimo appunto è d’obbligo: le sostanze disciolte nell’acqua sono fondamentali per il benessere dell’uomo. La diminuzione del calcare si riflette in una conseguente diminuzione di calcio e magnesio, indispensabili per il funzionamento dell’organismo. Tenuto conto delle premesse, esistono almeno due soluzioni per bere dell’acqua di ottima qualità ma che sia anche nutritiva, salvaguardando al contempo la salute degli elettrodomestici.

La prima prevede l’installazione di due impianti – un addolcitore e un purificatore – destinati ad usi differenti. Soltanto l’acqua proveniente dal secondo impianto sarà quindi destinata al consumo alimentare.

La seconda opzione è, invece, quella di optare per impostazioni del filtro d’impianto che garantiscano l’adeguato apporto di minerali dell’acqua, per non incorrere in spiacevoli effetti derivanti dalla carenza di calcio e magnesio.

Come scegliere l’addolcitore

Una delle prime cose da fare prima dell’acquisto di un addolcitore, è bene conoscere la durezza in ingresso, ovvero quanto calcare si trova nell’acqua e quanta acqua viene consumata quotidianamente (in linea di massima, si considerano 150 l di acqua per persona al giorno).  La durezza in entrata è spesso espressa in gradi francesi (°f). Una volta individuati questi valori la scelta dell’addolcitore è molto semplice e si basa su un calcolo matematico prendendo in considerazione la capacità ciclica espressa in mc/°f e la durezza da trattenere.

Una volta individuati questi parametri, è possibile scegliere l’addolcitore più adatto alle proprie necessità.

Alcuni degli aspetti che impattano sulla scelta di un addolcitore domestico vengono di seguito elencati:

  • Tipologia: una prima reale differenza tra i diversi modelli presenti in commercio riguarda l’automaticità o meno degli addolcitori. Si troveranno quindi dispositivi che svolgono la loro funzione automaticamente, in modalità semiautomatica o che richiedono l’intervento dell’utente (manuali). Esiste una quarta tipologia di addolcitori, definiti “magnetici”: questi dispositivi funzionano in modo nettamente diverso rispetto agli altri, dato che creano un campo magnetico, il quale converte in aragonite il calcio. In linea di massima, comunque, l’utente medio non ha familiarità con l’impianto quindi un buon addolcitore deve essere completamente autonomo, auto regolandosi sulle effettive necessità dell’utente.
  • Tecnologia: è possibile distinguere tre tecnologie principali:
    • addolcitore domestico tradizionale: possiede un serbatoio di condizionamento che rende possibile la pulizia dell’acqua. Il sistema funziona a cicli, e ogni ciclo rende possibile la conversione degli ioni in un certo volume di liquido. Una volta addolcito quel volume e svuotato il serbatoio, questo si riempie nuovamente ed è pronto per ricominciare. In questi casi un serbatoio di maggiori dimensioni garantisce una pulizia per ciclo di un volume d’acqua superiore. Un addolcitore tradizionale funziona sempre a sale, la cui presenza è necessaria per l’addolcimento dell’acqua.
    • tecnologia volumetrica: in questo caso, il sale viene utilizzato soltanto quando si raggiunge un certo volume d’acqua. La tecnologia volumetrica si configura quindi come un sistema che viene impiegato per risparmiare sia sulla quantità di sale che sugli sprechi di risorse idriche.
    • addolcitore d’acqua cronometrico: prevede un ciclo continuo, lavorando incessantemente a tutte le ore del giorno. Può essere personalizzato e impostato in manuale, in modo tale da ridurre i consumi nelle giornate in cui lo si usa di meno. Questo modello, nonostante l’efficienza, può risultare troppo costoso e avanzato per un semplice uso domestico. Nella maggioranza dei casi, infatti, basta acquistare un addolcitore a serbatoio o l’addolcitore volumetrico, il cui prezzo è inferiore.
  • Tipo di filtro: la modernità e l’efficacia di questa componente possono naturalmente variare in base al prezzo del prodotto e alla sua finalità d’uso. Di solito i modelli di livello medio presentano un filtro a rete, collegato direttamente alla pompa dell’acqua. Si tratta di una soluzione pratica ma anche economica, quindi ideale per uso domestico. Un secondo tipo di filtro si trova solo negli addolcitori per macchinette da caffè, strumenti molto piccoli e con una finalità d’uso specifica. Nasce infatti soltanto per preservare il gusto della bevanda, eliminando alla fonte il calcare.
  • Capacità del serbatoio (o nome di portata): anche questo è un parametro fondamentale in grado di influenzare la scelta. Per capacità si intende la quantità di acqua che il serbatoio di condizionamento è in grado di depurare ogni giorno. La capacità è estremamente variabile, potendo  andare dai 500 litri ai 6.000 litri di acqua al giorno. In genere, gli addolcitori domestici hanno una capacità di 3000 litri circa, quanto basta per soddisfare le esigenze di una famiglia numerosa. I modelli da 6000 litri vengono di norma scelti per condomini.
  • durezza dell’acqua: come accennato, è probabilmente uno dei fattori in assoluto più importanti, perché la scelta di un certo modello dipende sempre dal grado di durezza dell’acqua. Ciò è dovuto al fatto che gli addolcitori domestici possono arrivare ad un certo limite, superato il quale viene richiesto l’impiego di un impianto addolcitore più potente. Nello specifico, se l’acqua dovesse essere eccessivamente dura, l’apparecchio dovrà possedere un cassetto per il sale più ampio, e un serbatoio di condizionamento con una capacità nettamente superiore.
  • Il prezzo: il range di prezzo può variare di molto tra i prodotti di fascia bassa e quelli di fascia alta. I piccoli addolcitori domestici richiedono una spesa intorno ai 100 euro, ma i professionali possono superare i 1500 euro. Se si desidera uno strumento potente, ma non eccessivamente costoso, bisognerà considerare una spesa media di 600-700 euro.
  • Le garanzie sono un aspetto importante da considerare: offrire ottime garanzie è una prerogativa di chi è certo della qualità del proprio prodotto.
  • Accessori: ogni addolcitore può includere alcuni extra che possono rivelarsi importanti, soprattutto per renderlo più versatile. Per una maggiore praticità d’utilizzo, per esempio, si consiglia di scegliere un modello dotato di valvola di bypass. Questo componente specifico consente all’utilizzatore di bypassare il sistema, in modo tale da potere usare anche l’acqua non addolcita. Altra funzione da tenere d’occhio è quella della memoria, che offre la possibilità di salvare le impostazioni fornite dall’utente per qualche giorno. Inutile sottolineare, poi, che la presenza di uno schermo grande e chiaro rappresenta un elemento molto comodo per l’utente. Purtroppo non tutti i modelli posseggono uno schermo con pulsantiera, assente per esempio negli addolcitori piccoli ed economici.

Alcune buone soluzioni per uso domestico

Un’ottima opzione per uso domestico è l’addolcitore d’acqua domestico cabinato. Questi addolcitori, infatti, pur mantenendo alte prestazioni e bassi consumi, possono essere installati anche in ambienti domestici grazie agli spazi ridotti e alla presenza di un tino salamoia interno al sistema. Gli addolcitori cabinati ad uso domestico possono essere, quindi, installati in un terrazzo, in un box oppure in un ripostiglio.

Un’altra scelta possibile è data dagli addolcitori doppio corpo. Si definiscono doppio corpo gli addolcitori che sono dotati di una bombola per le resine e di un tino salamoia separato e comunicante grazie appositi collegamenti idraulici. Essendo più ingombranti, sono adatti a luoghi piuttosto ampi, come box o locali tecnici. Questa tipologia di sistemi viene generalmente usata in situazioni in cui venga richiesta una grande quantità d’acqua giornaliera. Spesso, infatti, vengono installati a monte di impianti di condominio, quindi a servizio di più utenze domestiche. Anche gli addolcitori doppio corpo possono però essere utilizzati per singole abitazioni. Infatti, si trovano in commercio diverse tipologie con quantitativi di resine inferiori.

È vantaggioso per l’ambiente?

Sì, un addolcitore domestico ha anche un importante riscontro dal punto di vista dell’impatto ambientale. L’utilizzo del depuratore permette infatti di ridurre o addirittura azzerare l’acquisto delle bottiglie di plastica, con vantaggi intuitivi sull’inquinamento ambientale. Basta infatti considerare che, in media,  ogni anno nel mondo si producono circa 340 milioni di tonnellate di plastica e che purtroppo soltanto una piccolissima percentuale viene effettivamente riciclata correttamente.

Attenzione alle truffe

Essendo gli addolcitori domestici molto in voga, spesso le aziende non limitano pubblicità ingannevoli per indurre gli utenti ad usufruire di un prodotto di cui non hanno effettivamente bisogno. Casi emblematici riguardano Meglio in salute e Alkasystem , multati rispettivamente a 20mila e 10mila euro e la richiesta di rimozione dei riferimenti sui rispettivi siti alle proprietà benefiche dell’acqua alcalina ionizzata, presentata come rimedio contro calcoli, cefalee, diabete, gotta, ulcera, antiaging, osteoporosi, colesterolo, malattie cardiovascolari, e altre patologie. L’Antitrust ha confrontato gli slogan sotto esame con gli standard stabiliti dalla comunità scientifica e con il Regolamento 1924/2006 dell’Ue riguardo l’utilizzo di affermazioni salutistiche nelle pubblicità, rilevando l’ingannevolezza delle stesse.