Spiegano i medici che il vaccino antinfluenzale nei bambini è importante per contenere il contagio e, di conseguenza, ridurre la mortalità tra i soggetti a rischio. Di influenza stagionale si può ancora morire, dicono i dati. Ma come rispondono ai sospetti di chi teme che siano pericolosi?
In Italia, la sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza è affidata al sistema InfluNet, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Questa rete si avvale del contributo dei medici di medicina generale (MMG) e pediatri di libera scelta (PLS) dei referenti presso le ASL e le Regioni e dei Laboratori di riferimento regionale per l’influenza. Questo sistema ha contribuito negli ultimi anni a ridurre la mortalità da influenza nella popolazione italiana, dato che si è attestato a una media di 8000 decessi per influenza e complicanze all’anno.
In realtà, prima che la pandemia da Covid-19 ci mostrasse il vero volto dei no vax, lo scetticismo era già presente per quella che in seguito, a livello popolare, abbiamo cominciato a banalizzare come “normale influenza”. Eppure anche la normale influenza può uccidere, ma può essere tenuta sotto controllo e frenata con la campagna vaccinale. Ad esempio, il vaccino antinfluenzale per bambini che protegge i bambini e contiene la circolazione del virus e, di conseguenza, i rischi e la mortalità tra i soggetti con complicanze, soprattutto adulti e anziani (ma anche bambini fragili).
I dati del ministero della Salute parlano chiaro: mediamente nell’84% dei casi gravi e nell’89% dei deceduti è presente almeno una condizione di rischio preesistente (malattie respiratorie croniche, malattie cardiovascolari, diabete, tumori, ecc.) e l’80% dei casi risulta non vaccinato.
La percentuale di pazienti non vaccinati per l’influenza è ancora piuttosto alta.
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Che cos’è l’influenza?
Prima di comprendere ulteriormente l’importanza del vaccino antinfluenzale bambini, chiariamo di cosa si tratta. L’influenza è una malattia respiratoria provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni).
L’influenza viene spesso impropriamente etichettata come diverse affezioni delle prime vie respiratorie, sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi molto simili.
Nello stesso periodo dell’anno in cui la circolazione dei virus influenzali è massima (in Italia solitamente in autunno-inverno) possono contemporaneamente circolare molti altri virus che provocano affezioni del tutto indistinguibili, dal punto di vista clinico, dall’influenza (adenovirus, rhinovirus, virus sinciziale respiratorio, coronavirus, etc.). Dunque, per questo è importante distinguere, per consentire ai sanitari di poter intervenire e prevenire.
Quali sono i sintomi
I sintomi dell’influenza includono tipicamente l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni si manifestano con mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini.
La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o 10 giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.
Come si trasmette
L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera:
- diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata);
- o indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).
Come prevenire l’influenza
Per via della facilità di trasmissione dell’influenza stagionale (diretta o indiretta), i medici raccomandano di seguire alcune precauzioni generali, come le seguenti:
- evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa;
- lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone;
- già prima della pandemia, si raccomandava anche l’utilizzo di soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti (non era una pratica diffusa);
- evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca;
- coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura;
- aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna,
- Rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus;
- le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti.
I buoni e vecchi metodi educativi
Lavarsi le mani non è solo un gesto educativo tra quei comportamenti che si stanno perdendo nel tempo. È anche un gesto preventivo. Il ministero ricorda che, sebbene un gesto semplice ed economico come il lavarsi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali. Una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel limitare la diffusione dell’influenza.
Infine, i danni e gli effetti negativi dell’influenza possono essere contenuti con la vaccinazione. Il vaccino antinfluenzale protegge soprattutto bambini e anziani fragili. Nel caso dei bambini, limita la diffusione del contagio tra anziani e adulti con patologie e a rischio.
Che cos’è
Il vaccino contro l’influenza è un prodotto inattivato (non è vivo) o attenuato (non può dare la malattia) che viene messo a punto ogni anno in base ai ceppi virali circolanti.
La composizione del vaccino è uniforme ad ogni stagione influenzale. In Italia sono attualmente disponibili vaccini che proteggono nei confronti di 3 o 4 tipi di virus influenzale (due per l’influenza di tipo A e due per il tipo B).
Alcuni di essi sono frammentati (si dicono split o a subunità), mentre un altro vaccino, utilizzato per gli anziani, viene detto adiuvato perché contiene una sostanza oleosa che ne aumenta l’efficacia.
Quando si può fare
Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato nei bambini già dai 6 mesi di età. Questo aspetto, spesso oggetto di dibatti e fake news, è stato ampiamente chiarito da esperti come il dottor Alberto Eugenio Tozzi, dell’Area di Ricerca Malattie Multifattoriali e Malattie Complesse. Tozzi ha curato una serie di informazioni utili, in collaborazione con l’Istituto per la Salute Ospedale Bambino Gesù. Du solito si somministra intramuscolo. Uno dei vaccini disponibili in Italia è dotato di una siringa particolare che consente la somministrazione intradermica.
Il vaccino vivo attenuato (LAIV) è somministrato per spray nasale tramite un applicatore nasale monouso che somministra – con uno spruzzo – una dose da 0,1 ml in ogni narice. Una novità molto gradita dai bambini.
Una dose è sufficiente a garantire la protezione. I bambini che ricevono per la prima volta la vaccinazione e che hanno meno di 9 anni dovrebbero ricevere 2 dosi.
La dose che viene somministrata (0,5 ml) è uguale per tutti, grandi e piccoli.
Il nuovo vaccino spray per bambini
Questo nuovo vaccino antinfluenzale per bambini, somministrato con spray intranasale, è stato autorizzato dal 2020, ed è un vaccino antinfluenzale vivo attenuato (LAIV) quadrivalente, disponibile per bambini tra 2 e 18 anni. I ceppi influenzali del vaccino sono attenuati in modo da non causare influenza, e adattati in modo che si replichino nella mucosa nasale piuttosto che nel tratto respiratorio inferiore. Nel corso della campagna 2020-2021 è stato somministrato ai bambini tra 2 e 6 anni e, in seguito anche ai bambini ed adolescenti da 6 anni compiuti fino ai 18 anni.
Quali bambini non possono farlo
L’esperto Alberto Eugenio Tozzi chiarisce che il vaccino influenzale non può essere somministrato in alcuni bambini.
Non possono essere vaccinati i bambini con età:
- al di sotto di 6 mesi di età (e al di sotto dei 24 mesi per il LAIV).
Inoltre, non possono ricevere il vaccino LAIV i bambini:
- con allergie gravi (anafilassi) alle proteine dell’uovo e alla gentamicina (un antibiotico di cui possono essere presenti tracce nel vaccino);
- il LAIV non va somministrato ai bambini in terapia con farmaci a base di salicilati a causa dell’associazione tra la sindrome di Reye, i salicilati e l’influenza.
La somministrazione del vaccino LAIV viene sconsigliata:
- nei bambini che presentano una compromissione immunitaria profonda, come per condizioni neoplastiche o terapia immunosoppressiva importante e protratta o terapia immunosoppressiva importante e protratta o terapia prolungata con acido acetilsalicilico (aspirina).
Il vaccino antinfluenzale per bambini deve essere rimandato:
- in caso di malattia acuta di media o grave entità.
La vaccinazione antinfluenzale nei bambini non dovrebbe essere somministrata:
- in caso di pregressa malattia di Guillain Barré.
Posso vaccinare il bambino allergico all’uovo?
Tozzi chiarisce che i bambini allergici all’uovo possono tranquillamente ricevere la vaccinazione senza alcuna conseguenza.
Si può allattare con l’influenza?
Il virus influenzale è diffuso in tutto l’organismo e quindi anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione dell’infezione, però, avviene soprattutto per via “aerea”, quindi, per evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo una mascherina sulla bocca.
Quali sono le complicanze dell’influenza sui bambini?
Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini).
Sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane.
Quando è necessario nei bambini
In alcuni bambini la vaccinazione antinfluenzale è fondamentale, non solo per limitare il contagio, ma anche per proteggere i bambini stessi che rischiano di andare incontro a complicanze. Si tratta soprattutto di bambini affetti da seguenti patologie:
- malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
- malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30);
- insufficienza renale/surrenale cronica;
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
- tumori e in corso di trattamento chemioterapico;
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
- epatopatie croniche.
Per chi è gratuito
Tutti coloro che hanno più di 60 anni (negli anni scorsi erano 65) e chi ha problemi di salute importanti, hanno diritto a non pagare la vaccinazione. Ma già nel 2020 il ministero ha dato anche la possibilità di estendere la raccomandazione del vaccino, e quindi la gratuità, ai bambini da 6 mesi a 6 anni. Tuttavia, a distanza di 2 anni, solo alcune regioni hanno aggiunto questa categoria tra quelle esentate dal pagamento.
E i rischi per i bambini?
Più di una volta, negli anni ci si è divisi su questo terribile sospetto. Non sempre e non solo in modo ideologico. Se dovrebbe essere chiarito che il legame tra vaccini e autismo è una bufala, molti rimangono i dubbi sull’uso dei sali dell’alluminio come coadiuvanti. Una presenza che per alcune ricerche scientifiche è potenzialmente pericolosa.
Dall’altra parte, invece, i medici e i ricercatori che giurano sulla sicurezza di questi prodottiche sottolineano come vaccinare i bambini più a rischio può anche avere delle ricadute positive anche sul migliore controllo di piccole epidemie all’interno del nucleo familiare o delle persone con le quali il piccolo viene a contatto, tutelando in modo particolare gli anziani, più fragili e sensibili, e che rischiano di contrarre dai nipoti con maggiore facilità gli stati influenzali. Anche in caso di bambini molto piccoli non vi sono grossi rischi o effetti collaterali alla vaccinazione.