La raccolta dei funghi può essere un hobby ma anche fonte di entrata economica saltuaria. La legge e i regolamenti locali stabiliscono obblighi e doveri, anche a tutela dei consumatori
Qualche mese fa in Veneto si è registrato un caso di mortalità da Candida Auris: un uomo di 70 anni è rimasto ucciso dal “fungo killer” nel suo viaggio di lavoro in Kenya. Poche settimane fa, invece, a Polignano a Mare, in provincia di Bari, una cena a base di funghi si è trasformata in tragedia. Una donna di 53 anni è deceduta per avvelenamento dopo l’ingestione di funghi crudi raccolti sul Pollino. Gli altri familiari sono rimasti intossicati ma fuori pericolo. Casi di avvelenamento che di tanto in tanto riempiono la cronaca nonostante dal 1993 sia in vigore una normativa nazionale che disciplina gli aspetti connessi alla raccolta e alla commercializzazione.
Raccolta e vendita funghi: cosa dice la legge
La Legge è la numero 352 del 23 agosto 1993, recante “Norme quadro in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati”. L’intero impianto fissa norme generali sulla raccolta dei funghi epigei e sulla loro vendita.
Gli obiettivi sono due: ambientale (preservare l’ecosistema dei nostri boschi), e sanitario, a tutela della salute dei consumatori.
Come funziona la raccolta funghi
Nella normativa nazionale sono prese in considerazione le precauzioni rivolte sia alla salvaguardia degli ambienti in cui si attua la raccolta dei funghi epigei, sia alla conservazione dei funghi epigei stessi dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista della biodiversità.
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La legge concede alle singole Regioni la possibilità di disciplinare autonomamente, con proprie leggi regionali, la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla legge stessa.
Cosa serve per la raccolta funghi
La normativa nazionale fissa alcuni obblighi importanti, in due materie principali:
- Le autorizzazioni relative alle modalità di raccolta dei funghi epigei;
- Le agevolazioni in favore dei cittadini che effettuino la raccolta al fine di integrare il reddito normalmente percepito. (Raccolta funghi come entrata economica una tantum).
Inoltre, la legge, regolamenta:
- I limiti massimi consentiti per quantità, per singole specie o per varietà, eccetera
- I comportamenti da adottare per evitare danneggiamenti allo strato umifero del terreno, al micelio fungino o all’apparato radicale della vegetazione;
- I divieti di raccolta riferiti a determinate aree;
- Le limitazioni temporali riferite a periodi di tempo per motivi di salvaguardia dell’ecosistema;
- Le autorizzazioni speciali per mostre, seminari e altre manifestazioni di particolare interesse micologico e naturalistico;
- I corsi e le iniziative culturali che riguardano gli aspetti di conservazione e di tutela ambientale collegati alla raccolta di funghi epigei, nonché la tutela della flora micologica;
- La vigilanza, le violazioni e le sanzioni in merito alle norme adottate dalle Regioni.
Cosa serve per la raccolta dei funghi
In linea generale, il quadro nazionale ha stabilito che, per la raccolta dei funghi epigei spontanei serve:
- Un tesserino che può avere validità giornaliera, settimanale, mensile o semestrale, utilizzabile nel territorio indicato;
- I tesserini sono in vendita presso gli esercizi pubblici convenzionati e, a seconda del territorio di competenza, presso le sedi dei Comuni o delle loro Unioni e degli Enti di gestione per i Parchi e la Biodiversità (le varie amministrazioni pubbliche stabiliscono il costo dei tesserini);
- Il tesserino va accompagnato da un documento di identità, deve essere esibito su richiesta del personale di vigilanza.
Quando e dove si possono raccogliere i funghi?
La raccolta dei funghi è consentita nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica nelle ore diurne, da un’ora prima della levata del sole a un’ora dopo il tramonto (salvo disposizioni differenti dagli altri enti locali).
L’attività può essere esercitata esclusivamente nei boschi e nei terreni non coltivati, sempre che apposite tabelle non ne segnalino il divieto.
Quanti funghi si possono raccogliere?
La normativa nazionale stabilisce che ogni persona può raccogliere fino a 3 kg di funghi al giorno di cui non più di 1 kg di Ovuli buoni (Amanita caesarea) e 1 kg di Prugnoli (Calocybe gambosa). Fatta eccezione per i raccoglitori a scopo di lavoro in possesso del tesserino speciale ai quali è consentito un quantitativo massimo giornaliero di 15 chili.
È consentita la raccolta di un unico esemplare fungino o di funghi cresciuti in un unico cespo che ecceda il limite stabilito di 3 chili.
Regole particolari possono essere stabilite per i residenti nelle zone montane e per i proprietari dei terreni.
È vietata la raccolta di Ovuli buoni (Amanita caesarea) allo stato di ovulo chiuso, di esemplari di Porcini (Boletus edulis, B. pinicola, B. aereus, B. reticulatus) con un cappello di diametro inferiore a 3 cm e di Prugnolo (Calocybe gambosa) e Galletto (Cantharellus cibarius) con cappello di diametro inferiore a 2 cm.
Come vanno raccolti i funghi?
La raccolta va effettuata manualmente o mediante l’uso di un coltello, evitando di strappare dal terreno i funghi e, con essi, parte del micelio sotterraneo. È vietato utilizzare rastrelli, uncini o altri strumenti che possano danneggiare lo strato umifero del terreno.
I funghi raccolti vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi ed aerati, in modo da evitare fenomeni di compressione e fermentazione e per consentire un ulteriore spargimento delle spore. Va quindi assolutamente evitato l’utilizzo di buste di plastica, carta e simili.
È inoltre vietato il danneggiamento intenzionale dei funghi di qualsiasi specie, che non vanno mai staccati per poi essere abbandonati sul terreno. Le Regioni o i vari enti possono stabilire, a carico dei trasgressori, sanzioni pecuniarie ulteriore e, nei casi più gravi, è previsto il ritiro del tesserino. Tutti i funghi, anche quelli non commestibili, svolgono importanti funzioni negli equilibri della natura.
Come proteggersi dai funghi velenosi
- In caso di dubbio sulle varietà raccolte, occorre separare i funghi sospetti da quelli commestibili, in modo che le spore dei primi non contaminino anche gli altri funghi;
- Evitare di raccogliere i funghi quando sono troppo piccoli o ancora chiusi. È vietato dalla legge e sono generalmente delle specie non commestibili;
- Per evitare ulteriori rischi, i funghi devono essere sottoposti ad una cottura di almeno 30-45 minuti. Questa pratica può neutralizzare buona parte delle tossine;
- Se i dubi restano, meglio far controllare i funghi raccolti agli ispettori del Servizio di riconoscimento micrologico. Il Servizio pubblico è attivo in tutte le Asl italiane. È gratuito ed aperto a tutti i cittadini.
Alcuni segreti e consigli pratici per la raccolta dei funghi
Ciascun raccoglitore di funghi, magari un veterano, conosce segreti e caratteristiche di questa passione. Una passione che, come previsto dalla legge, può essere un modo per arrotondare le entrate economiche.
Gli esperti, in linea generale, consigliano di:
- Scegliere posti non troppo impervi o isolati;
- Raccogliere i funghi sempre in compagnia di un amico o un familiare (meglio se c’è anche una persona più esperta);
- Partire solo se si è in condizioni psico-fisiche ottimali (girovagare per boschi, all’alba, non è una passeggiata);
- L’abbigliamento comodo è fondamentale. Meglio tessuti multistrato e preferibilmente di colore neutro, per non spaventare gli animali selvatici. Stivali, giacche o impermeabili in tela gommata non sono adatti alle passeggiate nei boschi. Sono troppo traspiranti;
- Indossare scarponi leggeri in pelle, e alti fin sopra la caviglia. Possono ripararci da punture di insetti, dai rovi, dall’umidità e da incontri pericolosi con serpenti (soprattutto vipere);
- Proteggersi dal pericolo temporali e fenomeni estremi (Consultare gli sviluppi delle previsioni meteorologiche, evitare ombrelli perché attirano fulmini, cercare ripari da eventuali fulmini). Non bisogna mai stazionare sulla vetta di un rilievo o cercare riparo sotto un singolo albero;
- Portare con sé il telefono cellulare.
Qui potrete consultare altri consigli utili sul consumo e la raccolta dei funghi.
Posso vendere i funghi che ho raccolto?
La domanda che in molti si pongono è se si possono vendere i funghi raccolti pur non essendo commercianti o venditori.
La legge consente questa possibilità anche come seconda entrata saltuaria, a patto che si possieda l’attestato di idoneità all’identificazione delle specie fungine da commercializzare o l’attestato di micologo. L’attestato è inoltre il prerequisito per la presentazione della Scia al Suap del proprio Comune, per la vendita dei funghi.
Le singole amministrazioni comunali possono regolamentare la vendita saltuaria o ambulante, individuando aree preposte, fissando orari e regole chiare.
I funghi devono riportare il certificato degli ispettori Asl, quindi devono ottenere il nullaosta prima della vendita.
Funghi in vendita e obblighi a tutela dei consumatori
Il ministero della Salute suggerisce di non mangiare funghi raccolti da amici e conoscenti che non siano stati controllati da personale competente.
Gli ispettorati micologici delle Asl devono certificare la commestibilità dei prodotti, anche quelli venduti da ambulanti o venditori saltuari.
I cittadini possono richiedere consulenza gratuita alle Asl, dei prodotti acquistati.
In caso di malessere o disturbi gastrointestinali dopo aver mangiato funghi (anche dopo 24 ore) bisogna contattare immediatamente i centri antiveleni (Cav).
(Qui le informazioni con alcuni consigli per chi acquista funghi e chi vende funghi)
Inoltre, il ministero ha diffuso una guida alla prevenzione delle intossicazioni da funghi.
Il certificato è importante! Ogni cassetta di funghi sfusi che trovate anche nei mercati itineranti o temporanei deve riportare il certificato di avvenuta visita da parte del micologo dell’Asl, per escludere la presenza di funghi velenosi mortali o di funghi estranei.
I funghi di diversa specie non devono essere mai mescolati. Ciascuna specie col proprio certificato.
Consumare i funghi con moderazione e possibilmente ben cotti.