Cervicale, dal colpo di frusta alle “punture di spillo”: sintomi e rimedi

CERVICALE

I dolori alla cervicale sono un segnale da cogliere. Possiamo prevenire il peggio, o forme gravi o croniche di artrosi, modificando i comportamenti quotidiani. Ecco come fare e come intervenire

Almeno 6 italiani su 10 soffrirebbero di dolori alla cervicale. Non sono sempre pazienti gravi. Capita che un certo punto della vita arriva inatteso il micidiale “colpo di frusta”; un segnale molto forte da non sottovalutare.

Il dolore cervicale è un male comune, anche conosciuto come cervicalgia. Più che patologia, inizialmente può essere la manifestazione evidente degli stili di vita scorretti. Se non corretti, la cervicale può diventare cronica. Una patologia che condiziona la nostra esistenza quotidiana. Per questo si può prevenire, per evitare conseguenze ben più gravi e difficili da affrontare.

Questa problematica è associata anche ad altre concause. La dottoressa Viviana Colantonio, fisiatra dell’Irccs Humanitas, fa il punto rispetto a sintomi, cause, cure e prevenzione.

Quali sono le cause del dolore cervicale

  • Degenerazione della colonna vertebrale

I processi degenerativi della colonna vertebrale sono le cause più comuni della cervicalgia, sia acuta, sia cronica. Si tratta molto spesso di alterazioni muscolo-scheletriche, tra cui possiamo annoverare le contratture muscolari, la degenerazione dei dischi intervertebrali e l’artrosi delle vertebre. Una serie di disturbi che possono comportare dolore e riduzione dei movimenti articolari, che può richiedere anche diverse settimane per risolversi.

  • Ernie al disco

Quando il dolore cervicale è più severo, potrebbe essere attribuibile a ernie discali, che possono comprimere le radici nervose, a cui si associa spesso un deficit di forza e/o sensibilità a uno o entrambi gli arti superiori e i cui sintomi tipici sono i formicolii e la sensazione, in determinate zone, di avere delle “punture di spillo”.

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  • Disturbi agli arti e scarso equilibrio

In fase avanzata i processi degenerativi della colonna vertebrale possono causare una sofferenza del midollo cervicale. Anche in questo caso il paziente avvertirà dei disturbi a carico degli arti, sia superiori sia inferiori, ma anche disturbi dell’equilibrio, del cammino e della continenza.

  • Infezioni (casi più rari)

Colantonio ricorda che anche alcune problematiche infettive possono essere alla base della cervicalgia, anche se si tratta di un’eventualità più rara. Parliamo di infezioni vascolari, tumorali, neurologiche o reumatologiche di cui, tuttavia, il dolore cervicale non è il principale sintomo e il percorso di diagnosi è spesso evidente da altre manifestazioni cliniche.

Che cos’è il colpo di frusta

La cervicalgia si manifesta anche con un segnale forte: il classico colpo della frusta. In realtà si tratta più di un movimento, che di un sintomo. L’esperta Colantonio spiega che il colpo di frusta è un movimento traumatico che comporta un’improvvisa estensione dei muscoli del collo a cui segue immediatamente una flessione. Si tratta del tipico movimento provocato da incidenti stradali, come i tamponamenti, o da lavori per i quali viene richiesto di assumere ripetutamente posizioni con il collo in estensione.

I sintomi del colpo di frusta sono il dolore e la rigidità articolare, immediatamente dopo l’evento o anche a distanza di qualche giorno. A questi possono associarsi eventualmente cefalea, vertigini, lombalgia e disturbi del sonno.

Si possono prevenire i dolori alla cervicale?

Gli esperti chiariscono che quando le cause dei dolori cervicali sono legate a problematiche alla muscolatura, si può intervenire con la prevenzione. Le conseguenze più gravi si possono prevenire abituandosi a mantenere quotidianamente una postura corretta.

Come tenere una postura corretta

La postura corretta può evitarci dolori e problemi futuri. Per farlo dovremo modificare i comportamenti quotidiani. Per una postura corretta e sana dobbiamo:

In ufficio (o a casa, quando si lavora in smart working), ci si ritrova spesso costretti a una scrivania per molte ore consecutive. Per questo è importante monitorare la propria postura e regolarla di conseguenza. È una questione di abitudine. Non ci pensiamo; quasi in automatico assumiamo la postura che a noi sembra più comoda, ma che in realtà non è sana.

Utilizzare un cuscino adatto

  • Per evitare l’insorgenza della cervicalgia può essere anche utile l’utilizzo di un cuscino che aiuti a mantenere testa e collo in linea con il corpo e, durante il riposo notturno, evitare di posizionarsi a pancia in giù con la testa girata di lato.

La postura a letto può essere migliorata da prodotti presenti sul mercato, come cuscini e coprimaterasso. Ma questo mercato è spesso insidioso e confuso. In questo articolo vi forniamo una guida per poter scegliere il meglio, con maggiori strumenti e consapevolezza.

Quali esercizio fisici svolgere

La cervicale si previene anche con l’attività fisica. Molto importante per chi conduce una vita troppo sedentaria e trascorre numerose ore seduto davanti a una scrivania.

L’esperta dell’Humanitas suggerisce di praticare gli esercizi di stretching della colonna vertebrale e di mobilizzazione del collo facendo riferimento allo specialista fisiatra per programmare i movimenti più adatti rispetto alla propria condizione clinica.

Attenzion però: un movimento sbagliato, pur trattandosi di attività fisica, può compromettere ulteriormente la situazione.

Come diagnosticare la cervicale

Uno specialista fisiatra è fondamentale per diagnosticare i dolori cervicali. Generalmente sottopone il paziente a una visita utile per raccogliere le informazioni sulla storia clinica del paziente. Al termine del check-up valuterà se sia necessario o meno eseguire degli esami radiologici di accertamento.

Quando si parla di cervicalgie muscolo-scheletriche, spesso si procede richiedendo inizialmente al paziente di modificare la propria postura e di eseguire in autonomia, al proprio domicilio o in palestra, una serie di esercizi specifici di stretching e mobilizzazione della colonna.

Quando si ricorre ai farmaci per la cervicale

Ci sono casi in cui è indispensabile il ricorso alla cura farmacologica. Quando il paziente lamenta un dolore acuto, abitualmente si prescrivono dei farmaci antinfiammatori e miorilassanti.

In caso di dolori acuti i medici prescrivono antinfiammatori per la cervicale. Generalmente vengono prescritti i cosiddetti Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) indicati per la terapia del dolore in risposta alla cervicalgia, o paracetamolo. Questi medicinali, solitamente somministrati per via orale, contengono principi attivi come l’ibuprofene e il naproxene. Attenzione però perché questi farmaci non sono esenti da controindicazioni (all’assunzione vengono spesso associati rischi cardiovascolari) e per questo in Francia la loro vendita è mediata obbligatoriamente da un farmacista.

I rischi da abuso di antinfiammatori

Tuttavia, l’ibuprofene, assunto per gestire il dolore acuto, nel lungo periodo potrebbe aumentare la possibilità di sviluppare dolore cronico. È quanto ha rilevato un’ultima ricerca condotta dall’Università del Canada su un numero ristretto di partecipanti, 93 pazienti affetti da dolori alla schiena che usavano abitualmente farmaci a base di ibuprofene per il dolore. Un’analisi separata di 500.000 persone ha mostrato che coloro che assumevano farmaci antinfiammatori avevano maggiori probabilità di provare dolore da due a 10 anni dopo.

Questi farmaci da banco sono spesso abusati. Il ministero della salute ha più volte lanciato l’allarme a causa dell’abuso di antidolorifici e antinfiammatori. Per esempio sarebbero 350mila gli italiani dipendenti da oppioidi. Già nel 2014, stando al Rapporto OsMed, si registrava l’incremento nell’uso dei farmaci per il dolore, in particolare, tra gli antidolorifici ad azione centrale. Rilevanti aumenti del consumo degli alcaloidi naturali dell’oppio (morfina, idromorfone, oxicodone e codeina in associazione) e degli altri oppiacei (tramadolo e tapentadolo).

I rimedi naturali

Quando i dolori non sono acuti e non frequenti, possiamo ricorrere a rimedi naturali, evitando così l’abuso di antinfiammatori. Le farmacie possono suggerire i migliori rimedi al naturale. Questi rimedi non sono per casi di seria o grave entità. In ogni caso vanno suggeriti dopo un consulto medico.

I più conosciuti sono:

  • L’arnica

Molto utilizzata per il trattamento dei dolori e delle infiammazioni. Si trova nelle farmacie in forma di crema per massaggio, olio o gel. Ma anche arnica in compresse, gocce, granuli, globuli o fiale. Arnica puoi utilizzarla fin dai primi sintomi, in modo tal da ridurre il dolore fin da subito. Non interferisce con medicinali allopatici.

  • La Lachnanthes tinctoriam

È una pianta originaria del sud-est degli Stati Uniti e del New Jersey della famiglia delle Emodoracee. Si applica sulla colonna cervicale e cervicodorsale. Quindi indicata per il trattamento di cervicalgie e torcicollo.

  • La Paris quadrifolia

Altra pianta erbacea che però emette dei fiori giallastri. Indicata per il trattamento delle nevralgie cervicali, dorsi e coccigee.

  • Rimedi a base di argilla, olii essenziali, lavanda e rosmarino dalle proprietà rilassanti.

Rimedi a base di cannabis

Da quando in Italia sono state liberalizzate le aperture di negozi legali, anche l’utilizzo della cannabis legale si è diffuso e imposto come rimedio naturale per dolori di lieve entità. Il Cbd (o cannabidiolo) è un principio attivo non psicotropo estratto dalla cannabis che, secondo alcuni studi, sembrerebbe un buon rimedio naturale come antidolorifico e antinfiammatorio per la cervicale. Non ci sono conferme scientifiche, ma questi rimedi si stanno imponendo come prodotti di largo consumo.

Efficaci o no, la verità è che il modo più efficace per prevenire o rimediare ai primi segnali di una cervicale, è correggere i comportamenti quotidiani. Soprattutto quando si agisce in tempo, prima che la situazione si aggravi.

Mesoterapia e massoterapia

Nei casi di dolori alla cervicale più acuti potrebbe rivelarsi utile la mesoterapia antalgica, che prevede l’iniezione sottocutanea di piccole quantità di farmaco che agiscono direttamente sulla parte interessata, evitando così la somministrazione del farmaco per via orale.

Il fisiatra potrebbe valutare anche la possibilità di ricorrere a mobilitazioni vertebrali, o prescrivere trattamenti di massoterapia o fisioterapia specifica, a cui affiancare anche terapie fisiche. La massoterapia prevede trattamenti la cui durata è differente caso per caso, in base alla gravità e alla sintomatologia del disturbo lamentato dal paziente e alla sua storia clinica.

Il massofisioterapista è un massaggiatore-massofisioterapista. Più specificamente si tratta di un operatore ausiliario di area sanitaria. Un professionista che interviene dietro prescrizione medica, e si occupa esclusivamente di interventi e trattamenti massoterapici (ovvero pratiche fondate sul massaggio) cui vengono sottoposte alcune regioni del corpo, allo scopo di migliorare le attività biologiche.

La figura del massofisioterapista si è formata dopo il 1999 e non è riconducibile alle professioni sanitarie già esistenti previste dal Ministero della salute. Per cui l’attestato di qualifica conseguito da tale operatore non è riconducibile per legge ai titoli di studio e di abilitazione del personale delle professioni sanitarie (tra i quali il fisioterapista). Però il medico potrebbe indicarlo come valido supporto.

Che cos’è l’artrosi cervicale

Tra le patologie legate alla cervicale vi è anche l’artrosi cervicale, detta anche cervicartrosi o spondilosi cervicale. Si tratta di una patologia degenerativa del rachide cervicale, in particolare una forma di spondiloartrosi delle vertebre cervicali.

In genere comincia a manifestarsi dai 50/60 anni, come forma di degenerazione dei dischi intervertebrali cervicali. Quando si manifesta prima di quell’età può essere accompagnata da deformazioni ipertrofiche delle vertebre cervicali, che restringono il canale midollare e comprimono i nervi, limitando la mobilità della colonna e provocando dolore locale. In caso di artrosi si verifica la perdita della cartilagine, e fenomeni di usura dell’osso.

L’infiammazione può scatenare la produzione di ossificazione e osteofiti, o la diminuzione del diametro dei forami vertebrali, e ciò predispone ad un eventuale sindrome compressiva o anche ad un’irritazione nervosa (radicolite). Nelle forme più gravi si arriva alla diagnosi di mielopatia spondilitica dovuta a stenosi del canale spinale. La stenosi spinale può portare a una moderata tetraparesi, ossia difficoltà neurologiche caratterizzate da diversi disturbi di forza muscolare (ipostenia) e deficit sensitivi (parestesie, dolori) da lievi a gravi. Fino a danni delle attività del sistema nervoso periferico.

Perché l’artrosi cervicale colpisce anche i giovani?

Nell’età matura l’artrosi cervicale è dovuta all’usura dei dischi vertebrali. Quando colpisce i più giovani viene indicata come artrosi cervicale precoce ed è causata da traumi, malattie come l’artrite o fattori genetici. Se coinvolge altri punti della colonna vertebrale diventa artrosi cervicale-lombare.

L’artrosi primaria può colpire già a 40 anni. In tal caso è molto probabile che sia causata da altri comportamenti scorretti, che sono:

  • Dieta sbagliata che causa obesità
  • Altre malattie o fattori genetici
  • Lavori usuranti
  • Trauma fisico che danneggia i dischi vertebrali
  • Posture scorrette
  • Incidente fisico