Enzimi digestivi, perché sono importanti e quali cibi li contengono

ENZIMI DIGESTIVI

Gli enzimi digestivi sono come gli operai facilitatori di un grande magazzino di consegne pacchi. Scompongono il cibo e consegnano i nutrienti sani, scartando quelli in eccesso o sgraditi. Possono essere integrati, in caso di carenze, facendo attenzione alle controindicazioni.

Gli enzimi sono sostanze di natura proteica prodotte dalle cellule degli organismi. I più nostalgici li ricorderanno come simpatici e laboriosi operai tra i protagonisti della storica serie cartoon “Siamo fatti cosìEsplorando il corpo umano”, per la prima volta in onda in Italia il 26 febbraio 1989.

In una puntata del cartone animato dedicata alla digestione, gli enzimi digestivi indossano l’elmetto con la lettera P di “Pepsina”. È lei la protagonista del complicato processo digestivo dele proteine. Pepsina somiglia a uno dei moderni magazzinieri delle catene di montaggio Amazon che scompone e ricompone pacchi. Il compito dei magazzinieri è quello di “facilitare” il complesso meccanismo della consegna di un ordine. Sono dei facilitatori.

Nel caso della digestione, in questa puntata si vede Pepsina che sbroglia la matassa del bolo alimentare ingerito dall’uomo. Centellina ogni microscopico componente del cibo per separare i nutrienti dagli scarti che andranno in seguito espulsi.

A un certo punto dal cervello arriva l’allerta, che è un po’ il senso di questo film all’epoca molto educativo: “Arriva altro cibo! Ci sono come sempre troppi zuccheri e troppi grassi, qui si rischia l’indigestione”. Così scatta l’allerta, che non sempre riesce a evitare l’indigestione alimentare. Gli enzimi non bastano o restano travolti dal troppo cibo.

Naturalmente le cattive abitudini alimentari, ripetute nella frequenza, innescano una serie di reazioni chimiche a catena dannose per il nostro organismo, che deve impiegare sempre più sforzi e energie per funzionare. Ma spesso ci troviamo anche difronte a dei limiti causati dalle carenze di enzimi.

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Cosa sono e a cosa servono gli enzimi

Tecnicamente, dunque, gli enzimi sono sostanze di natura proteica prodotte dalle cellule con funzione di catalizzatori, in grado cioè di favorire (facilitare) o accelerare determinate reazioni chimiche negli organismi viventi.

La metafora utilizzata dal cartoon rende perfettamente le definizioni tecniche e scientifiche di questo importante facilitatore. Humanitas spiega che gli enzimi digestivi aiutano l’apparato digerente a scomporre i cibi introdotti mediante l’alimentazione, rendendoli facilmente assimilabili dall’organismo. Come se smistasse e ordinasse i pacchi per facilitarne la consegna, soprattutto quando ne arriva troppo e in poco tempo (le abbuffate mettono a dura prova enzimi e l’intero apparato digerente!).

Gli enzimi digestivi sono:

  • Enzima alfa-galattosidasi

Assente nell’uomo ma indispensabile per la digestione di alcuni carboidrati.

  • Enzima bromelina

La bromelina è un enzima presente nel succo e nel gambo dell’ananas in grado di degradare altre proteine in aminoacidi e caratterizzata da potenzialità antinfiammatorie. Da qui la convinzione popolare che l’ananas abbia forti proprietà “sgrassanti”. In realtà sarebbero proprietà digestive.

  • Enzimi da maltodestrine fermentate

Questi sono gli unici enzimi in grado di funzionare nel tratto acido, nel tratto basico e in quello neutro dell’intestino.

  • La lattasi

Enzima deputato alla digestione del lattosio, lo zucchero caratteristico del latte

  • La papaina

Sostanza ricavata dalla papaya che agisce dal punto di vista funzionale in modo simile alla pepsina.

  • La pepsina

Come ci mostra il cartone animato, è l’enzima secreto dalle cellule peptiche della mucosa gastrica dello stomaco. È determinante per la digestione delle proteine. Possiede importanti potenzialità antinfiammatorie.

  • La superossido-dismutasi

È un metalloenzima dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e protettive.

Gli enzimi digestivi si possono integrare?

Gli esperti dell’Irccs Humanitas spiegano che gli enzimi digestivi assunti mediante integratori sarebbero in grado di facilitare il processo digestivo in caso di intolleranze. Oltre a venire impiegati in presenza di problemi digestivi (dolori addominali, flatulenza) e in caso di intolleranze alimentari, vengono utilizzati anche dagli sportivi che seguono un’alimentazione ad alto contenuto proteico. Gli enzimi antinfiammatori giocherebbero un ruolo di una certa importanza nella riduzione di varie condizioni infiammatorie.

Integratori digestivi: quali avvertenze e possibili controindicazioni

Gli integratori a base di enzimi digestivi sono controindicati nei soggetti con ipersensibilità a uno qualsiasi dei componenti del prodotto. Prima di assumere integratori a base di enzimi è bene richiedere il parere preventivo del medico.

In gravidanza e durante l’allattamento al seno è bene evitarne l’assunzione.

In particolare i soggetti affetti da galattosemia devono evitare l’uso dell’alfa-galattosidasi e i soggetti che assumono sostanze anticoagulanti o antitrombolitiche devono essere cauti nell’uso della bromelina, che in alcuni soggetti può avere effetti sulla coagulazione del sangue.

I sintomi da carenza di enzimi digestivi

La mancanza di enzimi digestivi si può manifestare in molti modi. Altre volte  la carenza cronica di nutrienti è dovuta a malassorbimento. In genere, questa carenza si manifesta con:

stanchezza

– senso costante di fame

aumento o calo di peso improvviso

irritabilità

– crampi muscolari

anemia (da carenza di ferro)

stitichezza cronica oppure diarrea (alterazioni dell’alvo conseguenti all’alterato assorbimento delle sostanze da disbiosi intestinale)

– digestione lenta, insufficiente

gonfiore e meteorismo (per produzione eccessiva di gas durante i fenomeni di fermentazione della flora intestinale su alimenti non digeriti, come carboidrati complessi)

Infiammazione al colon

Gli alimenti che contengono enzimi

La carenza di enzimi digestivi può procurare intolleranze alimentari. Il nostro sistema digestivo non è in grado di assimilare alcune sostanze. Gli integratori vanno dosati con parsimonia, o comunque su consiglio medico. Anche le diete vanno equilibrate e adattate a seconda dei bisogni e dello stato di salute di un organismo. Ci sono alimenti che possono facilitare l’azione digestiva, ma anche questi andrebbero inseriti in un regime alimentare bilanciato e personalizzato.

Ci limitiamo solo a fornire un elenco di questi alimenti, consapevoli che andrebbero poi assunti, oppure evitati, o ancora equilibrati caso per caso.

Gli enzimi nella verdura

Gli enzimi digestivi sono presenti in alcuni particolari tipologie di verdura, che sono: broccoli; verdure a foglia verde (spinacini novelli, lattuga romana, cavolo nero, songino); finocchi; carote; cipolle; zucchine; cetrioli; pomodori; peperoni.

Gli enzimi nella frutta

  • La papaya

È molto ricca di betacarotene e dell’enzima papaina. Contribuisce, quindi, a migliorare la digestione.

  • L’ananas

L’ananas sgrassa dopo una grande abbuffata? Naturalmente no: è un falso mito. Ma certamente contiene l’enzima bromelina, che non solo favorisce la scomposizione delle proteine ingerite durante il pasto, ma aiuta anche a combattere la ritenzione idrica.

  • Le fragole

Possiedono enzimi capaci di attivare il metabolismo dei grassi.

  • Il kiwi

Solo questo frutto contiene il prezioso enzima actinidina, dalle proprietà proteolitiche che possono essere sfruttate anche per rendere più morbida la carne prima della cottura. Molto semplicemente, prima della cottura possiamo far riposare la fettina di carne per circa 20 minuti posizionando qualche fettina di kiwi su entrambi i lati della carne. Dopo questa fase la carne risulterà molto tenera.

  • Germogli freschi

Possiamo assumere alimenti ricchi di enzimi digestivi anche consumando dei germogli freschi, centrifugati di frutta e verdura, alimenti fermentati come kefir, tamari, tofu, miso, prugne umeboshi. Tra i cibi sempre più diffusi ritroviamo lo zenzero, il miele biologico, i semi oleaginosi, come noci, mandorle e pistacchi.

L’ananas sgrassante e la verdura a metà pasto

Oltre all’ananas dalle inesistenti proprietà sgrassanti un altro falso mito è quello della verdura a metà pasto, soprattutto in occasione di un lungo e festoso banchetto, che solitamente si conclude con una corsa in farmacia per acquistare maalox o citrosodina effervescente per bruciore e gonfiori di stomaco o indigestione.

In realtà, i cibi sopraelencati, ricchi di enzimi, andrebbero consumati all’inizio del pasto. Alcuni accompagnati con una insalata. Rovesciare questa convinzione errata consentirà di migliorare la digestione, di sgonfiare lo stomaco e l’intestino, di prevenire i fenomeni di fermentazione e putrefazione, di consentire un’adeguata riattivazione del metabolismo cellulare e, quindi, la mobilizzazione delle scorie accumulate nei tessuti. Inoltre, ci renderà più sazi e meno disposti a mangiare troppo.

Una curiosità sugli enzimi e le lucciole

Vi siete mai domandati come facciano a lampeggiare le lucciole? E perché si illuminano? La soluzione all’enigma sta proprio in un enzima: la luciferasi. Questo termine è il nome generico dato ad un enzima coinvolto in processi di bioluminescenza. La luciferasi più importante è la luciferasi di lucciola, presente nella specie Photinus pyralis.

La luce delle lucciole è prodotta dall’enzima luciferasi, un processo che richiede molta energia. Questo enzima contiene il coenzima luciferina. Quando la luciferina ossigenata si rompe formando CO2, si scatena una reazione chimica che si manifesta alla vista attraverso una forma eccitata di emissione fotonica.

Quando le lucciole si trasformano in spietati “killer”, usano la loro mandibola per avvelenare la preda iniettandole delle neurotossine paralizzanti. Appena la preda è immobilizzata, le lucciole secernono enzimi digestivi che la liquefano prima di ingerirla.

Le lucciole si accoppiano di solito nei mesi estivi, fra giugno e luglio, tra le ore 22 e mezzanotte. È in quella fascia oraria che le femmine aspettano i pretendenti con la pancia illuminata. In questo caso l’enzima luciferasi gli servirà ad attirare il pretendente per il corteggiamento. Quando vanno a secco, si ritirano nei loro nascondigli e tornano alla carica la notte successiva.

Nei parchi e foreste sono sempre più diffuse le “lucciolate”, eventi organizzati in gruppi per ammirare questo spettacolo della natura. Purtroppo l’inquinamento luminoso delle grandi città, ma anche l’impiego pericoloso di insetticidi e pesticidi, stanno “spegnendo” anche queste meravigliose luci della natura.