Come funziona e come richiedere il bonus per genitori separati

BONUS GENITORI SEPARATI

Bonus per genitori separati: cosa prevede la legge e quali sono i requisiti per poterlo ottenere: i passaggi e come comportarsi con l’Assegno unico

La crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19 e dal successivo scoppio della guerra in Ucraina hanno spinto il governo italiano a prevedere una serie di misure a sostegno di famiglie ed imprese. Rientra tra queste il bonus per genitori separati, introdotto dalla Legge 21 Maggio 2021, n. 69 di conversione, con modificazioni, del decreto legge 22 Marzo 2021. n. 41 (Decreto Sostegni) e confermato dalla legge delega fiscale al fine di aiutare i genitori a continuare a versare gli assegni di mantenimento per i figli.

Il primo agosto 2022, la ministra per le Pari opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, ha firmato il decreto attuativo della misura rendendola operativa. Si tratta di un vero e proprio sostegno economico, nella misura massima di 800 euro per 12 mensilità, che può essere richiesto dal membro della coppia separata o divorziata tenuto a versare un assegno di mantenimento ai figli o all’ex coniuge, impossibilitato però a farlo a causa del lockdown imposto pandemia da Covid-19.

Bonus genitori separati, cos’è 

Il bonus genitori separati rappresenta un aiuto economico per un massimo di 800 euro che è riservato a chi ha almeno un figlio ed è separato o divorziato. Il suo scopo è quello di sostenere i genitori separati o divorziati che, a causa della pandemia da Covid-19, hanno visto una netta riduzione del proprio lavoro o, peggio, lo hanno perso o sono stati sospesi dalla propria attività, non riuscendo dunque a garantire continuità al versamento degli assegni di mantenimento per i propri figli. A sostegno del bonus è stato creato il fondo dal ministero dell’Economia e delle finanze che, per il 2021, vantava risorse per 10 milioni di euro poi spostate al 2022.

Bonus genitori separati, chi può richiederlo e i requisiti

Il bonus genitori separati viene spesso impropriamente chiamato bonus padri separati, dicitura che parte dal fatto che in Italia spesso sono gli uomini coloro che hanno l’onere di un assegno di mantenimento. In realtà il bonus genitori separati non fa questa distinzione, rivolgendosi dunque in uguale misura sia ai padri che alle madri. Ma quali sono i requisiti per poterlo ottenere?

La misura è prevista per tutte le persone separate o divorziate che hanno figli e che possono vantare un contratto di lavoro. È necessario che i figli del soggetto richiedente siano minori, non autosufficienti o affetti da handicap grave. Requisito fondamentale per l’ottenimento del bonus è che il genitore che ha l’onere dell’assegno di mantenimento abbia subito a causa della pandemia da Covid-19 una riduzione del proprio lavoro, sia stato licenziato o sospeso. In base a quanto previsto dal ministero, possono richiedere il bonus coloro che:

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  • dichiarano di avere un reddito uguale o inferiore a 8.174 euro nell’anno di richiesta;
  • dimostrano una riduzione o una sospensione dell’attività lavorativa nel periodo che va dall’8 marzo 2020 di almeno 90 giorni o una riduzione di reddito di almeno il 30% rispetto al 2019.

Bonus genitori separati, le cifre previste

Come più volte detto in precedenza, l’importo del bonus genitori separati o divorziati può arrivare ad un massimo di 800 euro al mese per 12 mensilità. Tale cifra potrà coprire totalmente in parte il valore dell’assegno di mantenimento dovuto dal genitore separato o divorziato. Se, per esempio, l’ex coniuge deve versare un assegno di mantenimento mensile di 600 euro, ma può coprirne con il suo lavoro soltanto 200, la misura provvederà ad integrare l’importo erogando la cifra di 400 euro. Si tratta di un esempio molto esemplificativo, visto che molto probabilmente l’importo della misura potrebbe essere ridimensionato a causa della scarsità di fondi previsti per questo provvedimento, ovvero 10 milioni di euro.

Come richiedere il bonus genitori separati

Per quel che riguarda le modalità di richiesta ed erogazione del bonus genitori separati si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. La stessa, presentato il bonus, ha chiarito si tratta di “una misura che ha avuto un lungo iter perché nella formulazione con cui la Lega l’aveva presentata era di fatto inapplicabile. Era buona in gran parte degli intenti ma è stato necessario modificarla per renderla applicabile e equa verso tutti i figli di coppie separate. In questo modo riusciamo a erogare queste risorse necessarie ai ragazzi. Felice di aver portato a compimento questa misura firmando nel mese di luglio la proposta di decreto”. Quel che sembra certo in questa fase è che per ottenere il sostegno economico dallo Stato sarà necessario indicare nella domanda l’importo dell’assegno di mantenimento e l’ammontare delle somme non versate all’ex coniuge. Il bonus dovrebbe poi essere riconosciuto direttamente al genitore mantenuto, come forma di integrazione o copertura della somma che avrebbe dovuto ricevere dall’ex coniuge.

Il rapporto tra il bonus genitori separati e le altre forme assistenziali

Il bonus genitori separati non rappresenta una misura che va in contrasto con altre misure assistenziali pensate dal governo per aiutare le famiglie in questa fase storica contraddistinta da una forte difficoltà economica. Ci si rivolge in tal senso soprattutto all’Assegno unico universale per i figli a carico di cui al decreto legislativo n. 230/2021. Quest’ultimo spetta a tutti i nuclei familiari che hanno:

  • uno o più figli minori a carico (con la misura che può essere richiesta a decorrere dal settimo mese di gravidanza);
  • uno o più figli maggiorenni a carico, fino al compimento dei 21 anni. In questo caso è necessario che il/i figlio/i frequenti un corso di formazione o professionale o universitario, svolga un tirocinio o un’attività lavorativa con reddito inferiore a 8000 euro annui, sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego oppure svolga il servizio civile universale;
  • uno o più figli con disabilità a carico, senza limiti di età.

Come detto l’Assegno unico universale per il figlio a carico viene corrisposto a tutte le famiglie che rientrano nei parametri precedentemente elencati. Non sono dunque previsti dei limiti di reddito, con la misura che verrà garantita a tutti e parametrata in base all’indicatore Isee. Si va da un massimo di 175 euro al mese per ogni figlio per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro ad un minimo di 50 euro a figlio per le famiglie che hanno un Isee pari o superiore a 40.000 euro oppure per quelle che nella presentazione della domanda non indicano il valore del proprio Isee.

La domanda per l’Assegno unico universale può essere presentata dal primo gennaio 2022, con il versamento delle somme che è iniziato a marzo 2022. Fino al 30 giugno 2022, veniva data la possibilità ai richiedenti di ottenere anche gli arretrati dei tre mesi precedenti, da marzo appunto. Per chi invece ha presentato la domanda in data successiva al 30 giugno 2022, la misura prevede che riceverà semplicemente l’assegno dal mese successivo a quello di presentazione della domanda. Si ricorda poi che i percettori del Reddito di cittadinanza non dovranno presentare nessuno domanda, in quanto l’Assegno unico universale viene versato in automatico sulla carta RdC.

Genitori separati e Assegno unico universale

Sul rapporto tra Bonus genitori separati e Assegno unico universale è intervenuto l’Inps, per provare a risolvere il problema dei bilanciamenti delle due misure, fornendo anche molti dettagli in merito all’attribuzione dell’assegno in presenza di genitori divorziati o separati. In una Faq presente sul sito dell’Istituto nazionale di previdenza sociale si legge:Nel caso di genitori separati, divorziati o comunque non conviventi, l’Assegno può essere pagato al solo richiedente o, anche a richiesta successiva, in misura uguale tra i genitori”. “Il richiedente – aggiunge ancora l’Inps – deve quindi dichiarare nella domanda che le modalità di ripartizione sono state definite in accordo con l’altro genitore e può indicare nella stessa domanda anche gli estremi dei conti dove pagare la quota di Assegno spettante all’altro genitore”. Nel caso in cui invece i genitori divorziati o separati non abbiano raggiunto l’accordo, “il richiedente deve indicare che chiede solo il 50% per sé. In questo caso, l’altro genitore dovrà successivamente integrare la domanda fornendo gli estremi dei propri conti”.

Nel messaggio n° 1714 del 20-04-2022 dell’Inps, che ha ad oggetto “Assegno unico e universale per i figli a carico di cui al decreto legislativo n. 230/2021.Ulteriori chiarimenti su maggiorazioni per il nucleo per figli maggiorenni e genitori separati”, vengono forniti ulteriori dettagli da parte dell’Istituto di previdenza sociale. Entrando più nello specifico viene deciso che “in sede di prima domanda e/o modifica di una domanda già presentata, non è richiesto al genitore di allegare alcuna documentazione comprovante il suo diritto, che gli potrà comunque essere richiesta dall’Istituto anche in un momento successivo (accordo scritto tra le parti, decreto di separazione, sentenza di separazione o di divorzio)”. Viene tuttavia garantito, in ogni caso, all’altro genitore di “chiedere alla Struttura INPS competente il riesame della ripartizione, trasmettendo alla medesima idonea documentazione a comprova. Le domande che ricadono nella casistica del riesame per la parte relativa alla ripartizione dell’assegno, non saranno più modificabili, dall’altro genitore o dal Patronato. Solo il richiedente potrà in un momento successivo modificare questa scelta, qualora cambino le condizioni giuridiche esistenti al momento della domanda”.