Pesticidi: in aumento la contaminazione nei parchi gioco in Alto Adige

PESTICIDI PARCHI GIOCO

Lo studio condotto nella provincia di Bolzano, dove la coltivazione di mele e vino è intensiva, ha analizzato 306 campioni di erba raccolti in 88 tra parchi giochi per bambini, mercati e cortili di scuole, tra il 2014 e il 2020. Nonostante le misure di contenimento adottate, in crescita i residui di sostanze dannose per la riproduzione

Nei parchi gioco e i cortili delle scuole della provincia di Bolzano è in aumento  contaminazione di pesticidi potenzialmente dannosi per la riproduzione umana. È il risultato più preoccupante che emerge dallo studio, condotto da Isde-Italia in collaborazione con Health and environment alliance (Heal), Pan, Pesticide action network Europe e Germania, e dall’Università di Risorse naturali e scienze della vita di Vienna (Boku), che esaminato i dati ufficiali di 306 campioni di erba raccolti da 88 siti pubblici non agricoli, come parchi giochi per bambini, mercati e cortili di scuole, tra il 2014 e il 2020.

L’area dello studio, l’Alto Adige, è una delle principali aree agricole per la produzione di mele e vino in Europa e la provincia autonoma da tempo ha adottato delle misure di contenimento – zone cuscinetto – che vietano entro 30 metri dalle vicianze di luoghi sensibili – tra i quali scuole, cortili, parchi gioco – l’uso di pesticidi dannosi per la salute. Nonostante questo però la contaminazione è risultata molto elevata e per certi aspetti in aumento.

“Le zone cuscinetto? Non bastano, vanno ampliate a 50 metri”

Francesco Romizi, responsabile comunicazione di Isde Italia e la dottoressa Angeliki Lyssimachou, senior science policy officer di Heal e coautrice dello studio, hanno dichiarato: “Il nostro studio dimostra che le misure regionali per ridurre l’esposizione ai pesticidi, più severe di quelle proposte dalla Commissione europea, non sono sufficienti a prevenire l’esposizione dei bambini e della popolazione in generale a sostanze potenzialmente cancerogene o dannose per la riproduzione. Per proteggere la salute è urgente una riduzione più drastica di tutti i pesticidi e un significativo ampliamento delle zone cuscinetto suggerite ad almeno 50 metri“.

Pesticidi nei campi gioco: tutti i risultati

I risultati presentati – che sistematizzano quelli di studi effettuati negli anni precedenti – arrivano subito dopo la pubblicazione da parte della Commissione europea di una proposta di nuovo regolamento sull’Uso sostenibile dei pesticidi (Sur), che fissa obiettivi di riduzione giuridicamente vincolanti per dimezzare l’uso dei pesticidi in tutti gli Stati membri dell’Ue entro il 2030, in particolare di quelli noti per essere pericolosi per la salute. La proposta mira anche a vietare l’uso dei pesticidi in tutte le areesensibili” utilizzate dal pubblico o di importanza ecologica nel raggio di tre metri.

Ricordiamo che l’estensione della zona cuscinetto proposta dalla Commissione (3 metri) è nettamente inferiore a quella in vigore in Alto Adige (30 metri): nonostante questola contaminazione è risultata elevata.

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In sintesi ecco cosa mostra il nuovo studio:

  • Nonostante una leggera riduzione dei residui di pesticidi durante il periodo di studio, è stato possibile rilevare residui di almeno un pesticida nel 73% dei siti campionati e residui multipli nel 27% dei siti nel 2020;
  • Il fluazinam, un fungicida che si sospetta possa causare danni al feto e che è stato collegato al cancro in studi sugli animali, è stato rilevato nel 74% dei siti contaminati. Sono stati rilevati frequentemente anche altri pesticidi dannosi come il fungicida captan (60%) e l’insetticida fosmet (49%);
  • La percentuale di residui potenzialmente dannosi per la riproduzione umana è aumentata in modo significativo, passando dal 21% del 2014 all’88% del 2020. Anche la percentuale di residui potenzialmente dannosi per alcuni organi è aumentata dallo 0% del 2014 al 21% del 2020;
  • La percentuale di sostanze potenzialmente in grado di influenzare il sistema endocrino (89%) o di provocare il cancro (45%) nell’uomo è rimasta costante nel periodo di studio;
  • Se queste concentrazioni di residui di pesticidi venissero riscontrate negli alimenti coltivati localmente, sarebbero di parecchie volte superiori a quelle considerate sicure per il consumo nell’Ue;
  • La percentuale di residui di pesticidi rilevati con tossicità acuta per le api da miele è rimasta elevata per tutto il periodo di studio;
  • Questi risultati si basano su uno studio precedente che ha dimostrato che i residui di pesticidi sono stati rilevati a distanze che vanno da cinque a 600 metri dai siti agricoli in cui sono stati originariamente utilizzati.

“La valutazione del rischio pesticidi è sottostimata”

“Con i dati disponibili non siamo stati in grado di dimostrare che le misure di mitigazione applicate dalle autorità locali riducono efficacemente la contaminazione da pesticidi delle aree non bersaglio” ha commentato la dottoressa Caroline Linhart, consulente di ricerca in ecologia ed epidemiologia ambientale e autrice principale dello studio.

“I nostri dati dimostrano che le valutazioni ufficiali del rischio sembrano sottostimare la reale esposizione ai pesticidi degli organismi non bersaglio, compresi gli esseri umani. È importante sottolineare che quanto abbiamo dimostrato in questo studio rispecchia molto probabilmente la situazione in altre regioni con produzione intensiva di mele e vino in Europa e nel mondo”, ha spiegato il professor Johann Zaller, coautore dell’Università di Risorse naturali e scienze della vita di Vienna.