Entra il vigore il bonus bollette da 600 euro contenuto nel decreto legge Aiuti bis. Ma davvero è un incentivo che permette di avere un rimborso per luce, acqua e gas direttamente dall’azienda. Purtroppo non è proprio così, anche se in alcuni casi potrebbe aiutare
Come funziona
Entra il vigore il bonus bollette da 600 euro contenuto nel decreto legge Aiuti bis. Ma davvero è un incentivo che permette di avere un rimborso per luce, acqua e gas direttamente dall’azienda. Purtroppo non è proprio così, anche se in alcuni casi potrebbe aiutare. Vediamo nel dettaglio: il cosiddetto bonus 600 euro, inserito dal governo Draghi nel decreto legge Aiuti bis, (il numero 115 del 2022) e convertito in legge con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, in realtà, tecnicamente è una misura che riguarda i fringe benefit, i contributi erogati dalle aziende ai propri dipendenti con beni e servizi accessori esentasse. Normalmente, rientrano nella categoria le auto e i cellulari aziendali, i buoni pasto e le polizze assicurative. Questi fringe benefit possono essere interamente dedotti a livello fiscale dall’azienda. Con il bonus bollette 600, viene aggiunta a questa lista di benefit anche il contributo per pagare la tariffe di acqua, luce e gas domestiche dei lavoratori, con lo scopo di contrastare gli effetti del caro energia sulle tasche delle famiglie italiane. il tetto dei 600 euro è dunque complessivo tra tutti i benefit, incluse le bollette.
Oltre a questo c’è anche il bonus carburante
A restare fuori è il cosiddetto bonus carburante del valore di 200 che l’azienda può fornire al dipendente per il 2022 e che non è conteggiato nei 600 euro.
Una misura che non costituisce un diritto per il lavoratore
Dunque, per specificare: non siamo di fronte a un vero e proprio bonus che una categoria di cittadini ha diritto di chiedere e ottenere. Spetta al datore di lavoro decidere se concederlo, sotto forma ho di contributo diretto o di rimborso a spesa avvenuta. E conoscendo la mancanza di liquidità delle aziende italiane in questa fase storica così critica, è facile immaginare che saranno pochi i datori di lavoro illuminati ad aiutare i dipendenti con il “bonus 600 euro”.