Aria pulita. Il test del Salvagente su 7 purificatori domestici anti virus e batteri

purificatori

Con la pandemia c’è stato un boom di vendite dei dispositivi per purificare l’aria e bloccare batteri e virus, Covid incluso. Il Salvagente ha testato 7 modelli, tra i più acquistati in Italia, per verificarne l’efficacia

 

A oltre due anni dallo scoppio della pandemia da Covid, nonostante gli italiani stiamo gradualmente recuperando una vita sociale che ricorda quella precedente, il virus continua a colpire. A fronte di una percentuale di mortalità sui nuovi casi ridotta (la prima settimana di giugno ha registrato comunque quasi 400 decessi nel nostro paese), la variante Omicron ha aumentato esponenzialmente la contagiosità del virus. Tradotto in parole povere, seppur in un quadro complessivo più sereno, non ci libereremo presto del Covid, e la risalita della sua diffusione in autunno, soprattutto con l’apertura delle scuole, è tutt’altro che improbabile.

L’importanza dei filtri Hepa

cover salvagente purificatori luglio 2022
Il Salvagente ha portato in laboratorio 7 purificatori d’aria per testarne l’efficienza. Per leggere i risultati, compra il numero qui

Per questo, si continua a invocare da più parti l’installazione di filtri dell’aria negli uffici pubblici, in cinema e teatri al chiuso, e soprattutto nelle scuole. I produttori dei purificatori d’aria, infatti, promettono di riuscire a catturare virus, batteri e altre particelle inquinanti dall’aria circostante e immettere nuovamente quest’ultima in circolazione ma solo dopo aver trattenuto impurità e microscopiche minacce. Per farlo utilizzano quasi tutti il filtro Hepa (dall’inglese High efficiency particulate air filter), un particolare sistema di filtrazione a elevata efficienza. In Italia, c’è chi li usa già. Tra i mezzi di circolazione a lunga percorrenza, Italo ha scelto di installare filtri Hepa sui propri vagoni, mentre Trenitalia ha puntato su quelli al grafene nei Frecciarossa. Per quanto riguarda gli aerei, tutte le maggiori compagnie dispongono di sistemi di filtraggio, inclusa Ita che ha istallato dispositivi Hepa. Rimangono scoperti però ancora, per l’appunto, le scuole e la maggior parte degli uffici. Oltre alle case per chi vorrebbe stare più tranquillo, al riparo dal rischio di contagio.

Il test del Salvagente

Ecco perché il Salvagente ha deciso di portare in laboratorio 7 modelli diversi di purificatori d’aria, per capire se e quanto funzionano. Abbiamo scelto tra le marche più diffuse, come Samsung, Dyson, Philips, Xiaomi e alcune che puntano più sul prezzo competitivo, come il modello di Ikea e quelli di Yissvic e Levoit. Messi alla prova seguendo le procedure di rilevazione normalmente utilizzate per questo tipo di filtri, ci hanno fornito i dati utili per un giudizio preliminare sul funzionamento di massima. A essere valutati dagli esperti, la capacità di filtrazione di particelle di dimensione analoga a virus e batteri e quella di assorbimento dei composti organici volatili (Cov) derivati dagli idrocarburi e dannosi per la salute. Solo 1 modello su 7 è risultato mediocre, e non sempre spendere di più significa portarsi a casa il prodotto migliore, ma in ogni caso gli aspetti da considerare, come raccontiamo nell’ampio servizio nel numero di luglio, sono molteplici.

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L’esperto del Cnr: come scegliere un purificatore senza fare errori

Nonostante l’inquinamento tra le mura di casa sia mediamente maggiore di quello esterno (da 5 a 10 volte in più), l’attenzione e la conoscenza generale sul problema è decisamente bassa. Per questo abbiamo chiesto all’ingegner Marco Torre dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche, di aiutarci ad approfondire.

Ingegner Torre, perché l’inquinamento indoor è così massiccio?
Perché gli ambienti sono chiusi, non c’è diluizione atmosferica e ci sono varie sorgenti di emissione.

Quali sono le sostanze che possono dare problemi?
Se pensiamo agli ambienti domestici, abbiamo i detergenti per la pulizia, i fornelli domestici, i materiali presenti come il mobilio, le vernici, il parquet. Tutti emettono sostanze.

Anche gli elettrodomestici?
Sì, anche il computer o il televisore. La maggior parte hanno dei ritardanti di fiamma, dispersi nei polimeri. Subiscono variazioni di temperatura perché gli elettrodomestici si scaldano e producono emissioni di ftalati e di altri composti che vanno a disturbare il sistema endocrino.

Come si diffondono?
La maggior parte degli inquinanti tossici spesso sono legati al particolato, cioè le polveri.

Possiamo distinguerle in base alle dimensioni?
Noi distinguiamo il Pm totale, il Pm10 e il Pm2.5. Il primo significa tutto il particolato presente in aria, il Pm10 sono le particelle che hanno un diametro equivalente inferiore ai 10 µm.

Quali sono le peggiori?
Quelle più tossiche sono sotto Pm10 e ancora di più sotto Pm2.5. La maggior parte di
quest’ultima categoria è dovuta a combustione o ri-condensazione del particolato e queste particelle sono più tossiche perché arrivano agli alveoli, e quindi direttamente nel sangue, mentre quelle più grosse si fermano alle vie aeree superiori. Nel particolato inoltre si depositano diverse altre sostanze che possono rappresentare un problema e diventare tossiche come metalli o altre sostanze in forma gassosa.

Di che sostanze parliamo?
Le più note sono gli idrocarburi policiclici aromatici, quelli che si liberano in casa se abbrustoliamo il pane o se cuciniamo la bistecca, se qualcuno fuma o, ancora peggio se qualcuno pensa di migliorare l’ambiente domestico utilizzando delle sostanze profumanti.

Ci spieghi meglio.
Queste sostanze non migliorano l’ambiente, e anzi di solito i profumi sono inquinanti. L’utilizzo degli incensi, in particolare, è veramente deleterio per la qualità dell’aria indoor, perché quando questi vengono accesi producono particolato direttamente legato alla combustione, più altre sostanze volatili e composti gassosi. In più i diffusori che scaldano sostanze volatili, anche quelle naturali, come i terpeni, in presenza di radiazione Uv (che in casa possono essere emesse da lampade a fluorescenza o a led) possono creare particolato secondario.

Quindi non importa se sono sostanze naturali?
Purtroppo non esiste il bio-particolato che non inquina. Anche le foreste inquinano. I Cov sono inquinanti e una grossa fetta di quelli emessi arrivano da piante e alghe.

Virus e batteri che dimensioni hanno?
I batteri li troviamo sotto i Pm2.5. I virus possono essere anche intorno a 0,2 µm, ma è possibile che il coronavirus si riesca ad abbattere anche con sistemi di filtrazione che vanno da 0,3 µm in su.

Com’è possibile?
Perché il virus non viaggia mai da solo, ma viene liberato dalle persone attraverso il droplet, goccioline che hanno dimensioni macroscopiche, anche sopra il Pm10. L’acqua evapora e diventano goccioline più piccole che, in presenza dei sali della saliva, raggiungono una dimensione minima, comunque superiore ai 0,3 µm.

Parliamo dei Co.
I Cov non sono particolato ma sostanze in fase vapore, molti di questi sono tossici e per di più alcuni possono condensare o reagire grazie anche ai raggi Uv per diventare particolato secondario, quello più tossico.

In commercio ci sono vari tipi di purificatori, come scegliere?
Tutti i sistemi che abbiamo visto sul mercato hanno un filtro Hepa della classe H13, con efficienza superiore al 99,95% anche per particolato da 0,3 µm.

Come funzionano?
Il filtro è di tipo meccanico, costituito da una serie di pieghe, ma grazie anche alle forze elettrostatiche riesce ad abbattere particelle inferiori alla dimensione della maglia.

E i sistemi a lampade Uv?
Questi non abbattono il particolato, sono utilizzati per la sanificazione di germi, batteri e virus. Lo fanno distruggendone la struttura.

Quando ha senso comprarli?
Se uno sta a casa da solo, un sistema a lampade Uv non ha senso perché dalla finestra i batteri e i virus non entrano; cosa diversa se invece non vuole contaminarsi tra familiari. Inoltre, a casa, possono essere impiegati perché oltre all’inquinamento chimico abbiamo anche quello biologico.

Ci spieghi…
I famosi infissi con doppi vetri, nella maggior parte dei casi, non fanno avere i ricambi d’aria. Questo non soltanto aumenta l’inquinamento chimico, ma fa anche aumentare la concentrazione di umidità in casa, portando alle muffe.

Come possono aiutarci i purificatori?
Un sistema Uv potrebbe migliorare dal punto di vista bio perché abbatte le muffe. Ma anche quelli con il filtro Hepa hanno un rendimento ottimo per muffe, batteri e virus.

Dunque, in generale, tra Uv e Hepa?
Diciamo che se uno a casa non vuole contrastare soltanto l’inquinamento biologico, è meglio se considera i sistemi con filtro Hepa. Ma ci sono dispositivi che hanno il filtro Hepa, sistemi a Uv, carboni attivi, e modelli che producono ozono con sistemi integrati per abbatterne l’eccesso.

Anche perché troppo ozono in casa fa male…
Purtroppo vengono venduti degli apparecchi detti ozonizzatori. L’ozono è un buon sistema per disinfettare l’aria o l’acqua, ma va utilizzato da personale competente. Dopo l’applicazione il locale va fatto arieggiare oppure bisogna far passare del tempo affinché l’ozono decada.

Altrimenti cosa rischiamo?
L’eccesso dà problemi di irritazioni agli occhi, alla gola e alle vie respiratorie. È abbastanza tossico. Se uno a casa sente un odore tipo stampante laser o fotocopiatrice o pungente come la varechina, significa che si sta intossicando con l’ozono. I purificatori che lo producono e lo immettono indoor andrebbero evitati.

Ce ne sono di sicuri?
Sono quelli che al loro interno lo producono e hanno una camera di reazione, con a valle un sistema di abbattimento dell’ozono. All’uscita non viene immesso ozono.

Come li riconosciamo?
Devono aver indicato nelle specifiche che hanno generazione di ozono e filtri a carboni attivi o un sistema catalitico per l’abbattimento.

Quasi tutti i purificatori promettono anche di assorbire i Cov.
Ma la maggior parte dei sistemi domestici presenti sul mercato sono poco efficienti per i Cov. Per poter funzionare andrebbero cambiati con molta frequenza i carboni attivi e quindi i filtri.

Invece?
Per poterli vendere, la maggior parte delle aziende dice che basta cambiarli dopo 6 mesi o un anno. Inoltre, questi carboni riescono a fermare soprattutto le molecole molto grandi, ad esempio una parte volatile degli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), che sono cancerogeni, e questo è un bene. Però molte sostanze più piccole emesse dai solventi e dalle vernici dei mobili, come la formaldeide, con i carboni non vengono fermate, se non per qualche giorno.

Quindi non sono efficaci contro la formaldeide.
Anche se spesso lo promettono.

Un dispositivo con un Cadr maggiore è sempre preferibile a uno minore?
Sì, anche se va detto che la dichiarazione sul Cadr dell’azienda è volontaria e spesso può anche essere auto-controllata.

I prodotti domestici che ambienti riescono a depurare?
In genere sono sufficienti per un ambiente medio indicativamente con un’area in pianta di circa 10 m2 e un volume non superiore a 35 m3 (che corrispondono più o meno alle dimensioni indicate per l’esecuzione del test per il calcolo del Cadr). Ma dipende, le emissioni sono generalmente molto più alte in cucina che in camera da letto.

Alcuni prodotti vantano la presenza di sensori laser che aiutano a capire quanto particolato c’è in atmosfera. Sono affidabili?
Sono sensori che danno un’indicazione di massima sulle concentrazioni. Il problema è che non esiste in Italia e penso anche in Europa una normativa per questi sistemi di purificazione. Nessuno fa dei controlli, e quindi anche questi sensori non si sa quanto funzionino. Se acquisto un sistema con sensore, è probabile che questo mi funzioni 2-3 mesi. Dopo un anno, chi lo sa.

Meglio di niente, no?
Siccome non sono strumenti di misurazione, ma sono indicativi, succede che siano un po’ fuorvianti. Magari il giorno che sto pulendo la mia giacca con la trielina, tossica, se questo sensore non la vede, al contrario di altri Cov che vede, e mi dà una luce verde, io mi sento tranquillo e non apro la finestra o non accendo il sistema di purificazione. Ma il problema è generale…

In che senso?
Si ipotizza che siccome sono strumenti in commercio, siano controllati come per esempio il cibo, invece non è così. Ancora peggio i dispositivi comprati on line. Tutti i sistemi basati sulla produzione di ozono, per fare un esempio, sono facilmente reperibili su Amazon ma la loro vendita e il loro utilizzo dovrebbe essere quanto più possibile regolato dalle autorità competenti, altrimenti potrebbero rappresentare un pericolo per la salute di chi li utilizza.