La possibile violazione della privacy dei dati sanitari è costantemente monitorata dai Garanti Ue: in questo settore gli interventi dei Garanti Ue sono molti come dimostrano le ultime (in ordine di tempo) due sanzioni della nostra autorità nei confronti di due Asl
Al giorno d’oggi la tematica della tutela della privacy dei dati personali e in particolare di quelli sanitari è sempre più discussa.
Non tutti lo sanno, ma esiste un’apposita autorità amministrativa, che si occupa di vigilare attentamente sul rispetto delle norme che riguardano il trattamento dei dati personali, il Garante della privacy.
Di recente, in Italia, il Garante della privacy ha avuto modo di sanzionare ben due Asl facenti parte della regione Friuli-Venezia Giulia. Il motivo? Naturalmente, il trattamento illecito di dati sanitari.
Nello specifico, il Garante della privacy a seguito di numerose segnalazioni ricevute sul caso e dopo aver compiuto un attento lavoro di analisi, ha scoperto numerose violazioni del regolamento europeo, che sono state commesse tramite il sistema informativo di archiviazione e refertazione delle strutture sanitarie del Servizio Sanitario della regione Friuli-Venezia Giulia.
Un’errata configurazione del sistema informativo consentiva a tutti coloro che operano nelle due strutture sanitarie sanzionate e in tutte le restanti della regione di poter accedere ai dati di qualsiasi paziente presente all’interno delle due Asl.
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Il Garante della privacy ha emesso nei confronti delle due Asl, una sanzione di 50mila euro e una di 70mila euro; inoltre ha concesso alla società informatica che gestisce il sistema informativo ben due mesi di tempo per attuare gli interventi correttivi volti ad assicurare la tutela della privacy dei dati sanitari e ad evitare che si possano verificare nuovamente accessi non consentiti.
La proposta dei Garanti Ue per la protezione dei dati sanitari: ecco in cosa consiste
Nell’ambito della tutela della privacy dei dati sanitari la prudenza sembra non essere mai troppa e in tal senso i garanti Ue si stanno adoperando per portare avanti un piano ad hoc, che si chiama “European Health Data Space”.
Il Comitato Europeo per la protezione dei dati (EDPB) ed il Garante Europeo della protezione dei dati (EDPS) hanno proposto di creare una rete sanitaria europea che sia in grado di facilitare l’utilizzo e lo scambio di dati sanitari elettronici secondo una modalità sicura e veloce, che permetta di evitare violazioni indesiderate degli stessi.
Il sistema protetto di gestione di dati sanitari elettronici, ossia l’European Health Data Space, è utile per fornire un’assistenza sanitaria efficiente agli assistiti in Italia e in generale in tutta Europa, ma non solo, può diventare anche un valido strumento per far progredire la ricerca scientifica.
Al momento, l’European Health Data Space è soltanto un’ipotesi su cui l’Ue sta ragionando, ci sono tuttavia dei nodi piuttosto importanti che devono ancora essere sciolti, se la digitalizzazione dei dati sanitari sembra configurarsi come un’occasione di sviluppo, dall’altra parte secondo quanto riportato da Risk Management 360, il Garante afferma che:
“La sanità digitale va realizzata all’interno di un progetto organico e lungimirante di governance sanitaria, che minimizzi i rischi cibernetici e promuova una condivisione selettiva dei dati, a fini di promozione della ricerca, ma con le dovute cautele per evitare ogni possibile reidentificazione degli interessati.
La disciplina privacy ben può rappresentare il baricentro attorno a cui possa orientarsi un governo lungimirante delle informazioni sanitarie e, dunque, un progetto di politiche pubbliche capace di valorizzare la salute come diritto fondamentale del singolo ma anche, appunto, interesse della collettività, con le garanzie necessarie per assicurare quel “rispetto della persona umana” imposto dall’art. 32 Cost..
Si tratta di garanzie tanto più rilevanti in quanto, sulla sinergia tra salute, innovazione e privacy si giocherà una sfida sempre più determinante per le nostre società, che dobbiamo impegnarci a vincere nel segno, ancora una volta, della centralità della persona e della sua dignità”.