Corniola, un frutto dimenticato dai mille benefici

CORNIOLA

Anche se è più famoso il legno del suo albero, usato per la bacchetta di Harry Potter, la corniola non è facile da trovare nei nostri mercati. Ed è un peccato, visti i benefici nutrizionali e le proprietà di questo frutto

Un frutto dimenticato dall’uomo molto spesso significa un dono della natura perso, ma non lo è mai per sempre. La natura è dietro ogni porta, dietro ogni angolo per riprendersi gli spazi che le competono e tante volte far ricredere chi ha pensato di poterla gestire. Il filosofo Bacon già nel 1620 ricordava che la “Naturae enim non imperatur, nisi parendo” (La natura non si domina, se non ubbidendole). Oggi parleremo della corniola, un frutto poco noto, ma che vede l’arbusto e il legno che se ne ricava, il corniolo, molto più conosciuto. Se riusciste ad avere fra le mani del legno di corniolo potreste scegliere di costruirvi una bacchetta magica potente come quella di Harry Potter oppure di ricostruire il Cavallo di Troia, di creare un fornello di pipa di grande pregio o ancora meglio secretare con un nodo gordiano il vostro diario segreto. La pianta era adorata dai Greci, ci costruivano archi, lance e frecce per le grandi proprietà meccaniche del legno di corniolo, un legno che non galleggia in acqua tanto è denso. Insomma, il legno di corniolo è duro, resistente e di uno splendido colore rosso, ma proviamo a capire se i frutti di questo albero sono altrettanto preziosi e utili per la nostra salute

 

La corniola è un frutto poco apprezzato e poco diffuso in Italia

FALSO Le corniole sono delle vere e proprie bacche e sono prodotte dalla specie Cornus mas, della famiglia delle Cornacee che comprende oltre 65 di specie ma solo poche veramente importanti. È un arbusto tipico che non cresce oltre i 1400 metri di altezza ed è storicamente una pianta dell’Europa che accomuna sia il meridione che l’oriente tanto da ritrovarla anche in paesi come Georgia, Polonia, Russia o Ucraina oltre che Grecia e Balcani. L’arbusto del corniolo è molto diffuso in Italia specie al centro-nord e, pur sembrando una stranezza, le corniole sono praticamente introvabili in Sicilia e in Sardegna. Queste bacche sono di un colore rosso acceso, con un peso fino a 8 grammi e una forma del tutto simile alle olive oppure a una ciliegia allungata. Sono raccolte fra settembre e la fine di ottobre, ma purtroppo non sono molto facili da trovare e questo permette di parlarne come di un frutto dimenticato. Solitamente si ricavano da ogni cespuglio fino a 5 kg di frutti ma nel caso di coltivazioni controllate si riescono ad avere anche ottanta kg di bacche per cespuglio. Il sapore è acido, contengono fino a 2,5 g di acido malico per etto e questo consente di creare delle ottime marmellate, di produrre succhi di frutta e anche di avere delle grappe molto apprezzate dai consumatori più esperti. Storicamente la corniola è utilizzata da oltre due millenni dalla medicina tradizionale Cinese, che non trascura nessun vegetale, e il suo nome Corno deriva dal latino “cornu” a ricordare quanto duro e denso sia il legno di questo arbusto tanto da poter dare a Potter una bacchetta potentissima.

 

La corniola ha proprietà nutrizionali molto interessanti

VERO Una delle caratteristiche delle corniole è la variabilità nei contenuti dei vari ingredienti in funzione della loro provenienza, per cui si può parlare di corniole greche e di croate o di corniole della Repubblica ceca come di frutti simili ma non del tutto identici. I dati dimostrano che in generale sono ricche di potassio, calcio e magnesio, tant’è che il consumo di 100 g di frutti freschi al giorno fornisce fino al 46% della dose dietetica raccomandata. Ad esempio, per il calcio un etto di corniole dà il 42% della dose giornaliera, oltre al il 34% del ferro e addirittura del 46% del potassio e il 17% dello zinco che occorre a donne e uomini. Contengono fino a 380 mg per etto di potassio e quasi 30 mg di magnesio per etto e per il calcio parliamo di oltre 300 mg per etto ovvero dieci volte altri succhi di frutta. Se valutiamo il succo di corniole e i minerali essenziali come K, Ca, Na, Fe, Zn, Mn e Cu rispetto ai succhi di frutta di prugna, pera e mela, forniscono circa 2,3 g per litro di succo di minerali rispetto ai 2 g delle prugne e ai circa 1,3 di pere o mele. Ancora più interessante è sottolineare che nei succhi di frutta a base di corniole gli elementi tossici come alluminio, bario, cadmio, cromo e piombo sono inferiori ai limiti ammessi e anche il nichel presente è poco rappresentato, circa 0,163 mg per litro. Il succo di frutta di corniole è considerato un blando purgante per il suo alto contenuto di magnesio, 94,3 mg per litro di succo. Ricordando la grande Mia Martini “ma non finisce mica il cielo…” vale la pena di ricordare che le corniole sono molto ricche di varie vitamine come la vitamina E, la biotina e la riboflavina. Nel caso della vitamina C si arriva sino a 100 mg per etto di corniole fresche dell’Anatolia mentre in Italia si raggiungono gli 46 mg per etto e questi valori rappresentano talvolta un terzo in più del valore giornaliero consigliato da assumere e sono simili al contenuto in 100 g di kiwi o al doppio della vitamina C presente in un litro di succo di arancia. Per quanto riguarda gli zuccheri in media ne contengono dal 10% al 25%, con un basso contenuto di proteine e grassi. Interessante le corniole per l’apporto che danno di calorie pari a circa 150 per 100 g di prodotto dovuto al contenuto di zuccheri presenti.

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Le corniole non sono una fonte di molecole utili, sono solo buone da mangiare

FALSO In questi frutti ritroviamo una enorme quantità e varietà di composti utili come le fibre, fino a 16 g per etto e questo spiega come sono da preferire per la produzione di marmellate: le pectine si usano a casa quando vogliamo creare un effetto addensante o gelificante, ma aiutano l’intestino in caso di stitichezza e anche con le forme di diarrea dato che permettono di addensare le feci. Le pectine sono anche dei naturali “sequestratori” di colesterolo riuscendo a intrappolarlo nella loro rete e sottraendolo all’assorbimento intestinale. Con lo stesso meccanismo svolgono varie azioni anche detossificanti per l’intestino liberandolo da scarti metabolici, da tossine etc. Nel caso delle pectine non viene definito un valore massimo giornaliero perché non sono mai stati registrati effetti collaterali tossici o negativi ed è un ingrediente ammesso senza alcun problema. Nelle corniole sono presenti molti carotenoidi, come carotene o luteina, fino a 6 mg per etto in peso secco e le diverse catechine e acidi fenolici, noti antiossidanti presenti fino a 471 mg per etto di frutto.

Gli effetti benefici delle corniole sono tanti

VERO Qualcosa è stato accennato per la presenza di pectine, il senso di sazietà e l’attività intestinale, come anche le quantità di vitamina C assicurano grandi vantaggi a chi decide di provare questi frutti. Le proprietà che si associano alle corniole sono ben altre, ad esempio, sono degli antimicrobici naturali e contrastano E. coli, Stafilococchi aureus e Pseudomonas aeruginosa, tutto questo spiega il grande utilizzo e la considerazione delle corniole nella medicina tradizionale per contrastare le infezioni urinarie, forme di ulcera agli arti inferiori, ma anche l’uso storico nel contrastare il colera, forme di gastrite e di dissenteria. La medicina tradizionale ha nelle corniole una fonte di benessere che gli studi attuali hanno in gran parte confermato, dimostrando che né la tradizione né i frutti sono da dimenticare, ma caso mai sono da comprendere e valorizzare. Grazie alle conoscenze attuali si osserva anche una interessante attività antidiabetica e antiobesità che per alcuni versi ricalca alcuni farmaci in uso. La presenza di antocianine e di acido ursolico negli estratti di corniole permette di ridurre i livelli di glicemia, di aiutare la produzione di insulina e il pancreas nel suo lavoro. A tutto questo si associa anche una maggiore protezione del fegato migliorando il profilo delle transaminasi, del rene migliorando parametri come l’acido urico o i livelli di creatinina cosa addirittura nota dal 1963 nelle popolazioni dell’Azerbaijan. Le attività positive delle corniole nella neuroprotezione dai radicali liberi sono dimostrate dal 2014 e da oltre venti anni si conoscono le attività antiinfiammatorie e antiossidanti collegate alle cianidine. Dal punto di vista delle controindicazioni non esistono motivi per sconsigliarne il loro consumo, occorre sempre ricordare che l’uso di estratti di corniole potrebbero interferire con dei trattamenti farmacologici per cui informarne il proprio medico è sempre il migliore suggerimento da dare.