Così l’industria tessile ha un forte impatto ambientale

INDUSTRIA TESSILE

Consumo e inquinamento dell’acqua, emissioni e rifiuti legati alla fast fashion: ecco quanto incide l’industria tessile sull’ambiente

Prima di parlare di qual è l’impatto ambientale che l’industria tessile ha avuto nel corso della storia e che di fatto continua ad avere, potrebbe essere utile spendere qualche parola proprio sul concetto di impatto ambientale.  Per impatto ambientale si intende il cambiamento, che può essere positivo o negativo, che una determinata azione ha sull’ambiente.  

Quando si parla di impatto ambientale, purtroppo, la stragrande maggioranza dei cambiamenti apportati all’ambiente è di tipo negativo. 

L’industria tessile, in tal senso, nel corso della storia e anche se in misura leggermente minore, ancora oggi, ha contribuito ad apportare un cambiamento negativo sull’ambiente e dunque un grosso impatto ambientale. 

Secondo quanto emerso da alcuni studi che hanno analizzato qual è stato l’impatto ambientale che l’industria tessile ha avuto nella storia, proprio questo tipo d’industria è stata classificata secondo alcuni al secondo posto e secondo altri al quarto posto, tra le industrie più inquinanti al mondo. 

Sostanzialmente la stragrande maggioranza di queste industrie non adottava nel passato e continua a non adottare alcuna misura per contribuire a ridurre l’impatto ambientale e contrastare gli effetti causati dai cambiamenti climatici. 

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In tal senso, l’ingente impatto ambientale generato dall’industria tessile, è sicuramente causato da: 

  • Enormi quantità di emissioni di carbonio: secondo alcune stime, l’industria tessile è responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio;  
  • Eccessiva quantità di acqua impiegata nei processi di produzione tessile; 
  • Inquinamento idrico: secondo alcune stime, la produzione tessile è responsabile del 20% dell’inquinamento delle acque potabili a livello globale, per via dei processi a cui i prodotti dell’industria tessile vengono sottoposti, come ad esempio tintura e finitura; 
  • Rifiuti prodotti dall’industria tessile: la percentuale di scarti di natura tessile, che genera un impatto negativo sull’ambiente, è altissima. 

II progressi fatti per ridurre l’impatto ambientale

La strada che l’industria tessile deve fare per ridurre il suo impatto sull’ambiente, è ancora tanta, ma nonostante ciò, è bene sottolineare che alcune aziende del settore si stanno già mettendo all’opera in tal senso. 

Per contribuire a ridurre l’impatto che l’industria tessile ha sull’ambiente, molte realtà aziendali hanno infatti cominciato a praticare la raccolta differenziata degli scarti di natura tessile e in alcuni casi hanno persino cominciato ad immettere le acque in circuiti di acquedotti, che consentono di depurarle e poi riutilizzarle per le successive lavorazioni industriali.  

Ma non solo, per arginare il cosiddetto fenomeno del “fast fashion”, che si configura come una tendenza moderna, che genera un enorme flusso di indumenti prodotti, usati e poi gettati ad un ritmo velocissimo ed incontenibile, l’Unione europea è a lavoro per velocizzare l’attuazione della cosiddetta “economia circolare”, ossia un tipo di economia che incentivi le aziende a realizzare capi d’abbigliamento con materiali riciclabili, altamente resistenti e naturalmente privi di microplastiche. 

Quale contributo possono dare i consumatori

Per contrastare il fenomeno della “moda veloce”, è opportuno che i consumatori siano orientati verso la logica del consumo sostenibile e pertanto è importante ridurre al minimo il consumo di capi d’abbigliamento e prodotti di natura tessile, magari trovando modalità alternative, come ad esempio: scambio, riciclaggio di capi e condivisione. 

In tal senso, i consumatori possono aiutare a ridurre l’impatto che l’industria tessile ha sull’ambiente, evitando di usare per breve tempo i capi.  

È importante poi evitare di gettare i capi, soprattutto quando sono ancora utilizzabili, poiché almeno l’80% dei vestiti finisce inevitabilmente in discarica oppure incenerito.