Olio abbronzante: gli effetti sulla pelle e i rischi

OLIO ABBRONZANTE

Poca pazienza e l’imperativo di una tintarella perfetta: queste le motivazioni che spingono sempre più persone, negli ultimi anni, a fare ricorso a un’olio abbronzante. Ma conoscete i rischi di questi prodotti? Sapete quali sono gli effetti sulla pelle?

L’olio abbronzante funziona regalandovi la tintarella agognata grazie al suo principio attivo, il diidrossiacetone, noto più comunemente come DHA. Si tratta di un carboidrato semplice che può essere derivato chimicamente o da fonti naturali come barbabietole e zucchero di canna. La sua azione è semplice: il DHA presente nell’olio abbronzante reagisce con gli amminoacidi presenti sullo strato più superficiale della pelle, generando pigmenti noti come melanoidine. Queste ultime sono di colore marrone per la loro capacità di assorbire specifiche lunghezze d’onda; il processo in toto è noto come “reazione di Maillard“. La reazione ha inizio da 2-4 ore in seguito all’applicazione e continua per 72 ore.

Quali sono i rischi per la pelle?

Tra le principali reazioni avverse dell’uso di oli abbronzanti si annoverano:

  • aolio abbronzanteumento della produzione di radicali liberi, che si traduce in un invecchiamento cutaneo accelerato e danni al DNA. I radicali liberi rilasciati dal DHA causano, infatti, stress ossidativo che può accelerare l’invecchiamento cutaneo;
  • minore produzione di vitamina D. L’uso regolare di autoabbronzanti può ridurre la produzione di vitamina D da parte del corpo;
  • irritazione della pelle. Per alcune persone, l’autoabbronzante può anche essere il colpevole dell’irritazione della pelle e dell’indebolimento della barriera cutanea.

I rischi per la salute e per la pelle degli oli abbronzanti sono stati recentemente riassunti ed evidenziati in uno studio realizzato dall’European Environment Agency (Agenzia Europea dell’ambiente). I rischi sarebbero principalmente imputabili ad alcune sostanze, come nitrosamine e formaldeide, contenute al proprio interno.

Un fatto impossibile da ignorare è la scarsa protezione dai raggi UV, che com’è noto hanno un impatto negativo sulla pelle (essendo una tra le cause di neoplasie). Benché in commercio esistano oli abbronzanti con protezione, questi contengono in genere un Spf pari a 15, non proteggendo di fatto l’epidermide. Anzi, la rendono più recettiva a causa della maggiore esposizione!

Pare che gli effetti del sole siano cumulativi: 10 minuti al giorno, senza protezione, sembrerebbero sufficienti a generare un rapido invecchiamento della pelle.

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Precauzioni e (s)consigli d’uso

Nonostante diversi studi dermatologici abbiano dimostrato i problemi, anche gravi, di salute cui si può incorrere facendo uso frequente di questi prodotti, in molti si ostinano ancora ad utilizzarli. E benché sia fortemente sconsigliato, ci teniamo a dare alcune indicazioni utili per minimizzare, nei limiti del possibile, i danni degli oli abbronzanti.

  • Abbiate particolare cura nella stesura del prodotto sulle zone più cheratinizzate (come ginocchia, gomiti);
  • Sappiate che un’applicazione errata marca imperfezioni e rughe, e può condurre alla formazione di macchie color carota;
  • Evitate assolutamente l’autoabbronzante se la vostra pelle è problematica e presenta brufoli, punti neri, ferite o acne;
  • Utilizzate la protezione solare adatta al vostro fototipo! Come detto, il meccanismo di pigmentazione dell’autoabbronzante non coinvolge la melanina, quindi la colorazione ottenuta attraverso la sua applicazione non protegge dalle radiazioni UV.
  • Mai applicare l’olio autoabbronzante sulla pelle disidratata o tendente alla secchezza;
  • Non applicare sul viso, che deve essere protetto con apposite creme ad alto Spf (fattore di protezione solare).